Esseri ‘erranti’

millelire3Sul palco del Teatro Millelire, un testo di Francesca Romana Miceli Picardi diretto da Alfredo Agostini, Cresci bene. Cresci forte. Un affresco potente e drammatico di una femminilità ferita e mai doma.

Altra metà del cielo, sesso debole, uomo mancato (Aristotele), costola di Adamo, angelo del focolare, seduttrice e peccatrice, sorella, madre e figlia, sono solo alcune tra le più note e autorevoli metafore del femminile. Suggerimenti a volte anche poetici, ma che – spesso e per lo più – definiscono ruoli e funzioni in termini di completamento rispetto a un orizzonte normativo, ovviamente maschile.
Un universo, quest’ultimo, che difende ancora oggi con clamoroso successo la propria posizione di dominio autoritario, concentrando – per esempio – la questione polemica della liberazione su aspetti marginali, sterili e anacronistici, come il cosiddetto sessismo della lingua. Una vera e propria corporazione di genere che al solo accennare al tema della violenza sulle donne si sente automaticamente chiamato in causa, se non proprio colpevolizzato, tradendo, anche culturalmente, responsabilità mai prese fino in fondo.

E proprio per approfondire le urgenti tematiche della violenza domestica legata alla maternità e all’educazione sulle donne, venerdì 10 ottobre il Teatro Millelire ha organizzato, al termine dello spettacolo, una tavola rotonda con Antonella Petricone, Oria Gargano di BEfree – Cooperativa, Celeste Costantino, psicologi ed esperti moderata dalla nostra Silvia Ianniello.

Cresci bene. Cresci forte va oltre ogni ipocrita progressismo e mette in scena un contesto declinato al femminile di autentico dolore nel quale diventa arduo, se non inutile, distinguere il carnefice dalla vittima. Sul raccolto palco di questo suggestivo teatro, le tre attrici sono splendide nel restituire le figure di donne – diversamente imparentate – le cui drammatiche esistenze scorrono su inediti tratti paralleli. Percorsi che per scelta non dovrebbero incontrarsi mai, ma che – accomunati dalla stessa origine – sono destinati ancora a convergere.
Ed è proprio attraversando questo fil rouge, un assurdo geometrico, che Cresci bene. Cresci forte dipana una dilaniante trilogia di cui sono protagoniste Annamaria e Katia, Michela e Giorgiana, Marta e Angela. Un espediente drammaturgico forse ancora da affinare, magari attraverso una più netta distinzione visiva tra i diversi ambienti e caratterizzazioni più sfumate degli interpreti, ma che – sottile e potente – riesce già a superare l’illusoria validità razionale di ogni opposizione manichea tra bene e male, tra vero e falso, tra giusto e sbagliato. Ovvero tra distinzioni di valore di cui ognuno può avere un’ovvia esperienza tanto in un’aula di tribunale, quanto attorno al tavolo prima di cena o quando si riceve inattesa una responsabilità, che non a caso sono luoghi ideali che la pièce materializza agli spettatori, ma alle quali l’esistenza non potrà che presentare il tragico conto della propria palese paradossalità.

Non approfondiremo i limpidi sviluppi narrativi di questa rappresentazione. La trama, si sa, non è affar della critica, tantomeno quando le note di regia a disposizione sono esaustive come in questo caso.

Cresci bene. Cresci forte, riuscendo a muoversi con tatto e senza retorica, è, allora, la messa in scena del dramma della consapevolezza di chi sosta incerto a metà del guado. Della coscienza di chi attraversa relazioni interrotte e rischia il naufragio in quel mare in tempesta chiamato vivere. Di chi si trova sul ciglio del baratro, ma – sentendo i piedi ancora saldi sulla terraferma – riesce infine ad abbandonare ogni rassegnazione. Perché più che la morte, la maternità, la disabilità, terrorizza l’horror vacui, il trovarsi isolati nella moltitudine con fardelli troppo grandi da portare. Una condizione di agghiacciante solitudine, purtroppo tipica di masse sempre in rete ma non realmente interconnesse, comune a individui singoli che hanno confuso l’emozione con lo status, la partecipazione con la condivisione, la felicità con un selfie.

Un tavolo, due sedie, tre attrici. Semplicità e tante emozioni per una rappresentazione che a tratti incanta, riuscendo a coinvolgere senza travolgere, a sensibilizzare senza mai smarrire lucidità.

Uno sguardo al cuore privo di imbarazzi, offerto lieve all’esperienza privata di ogni astante, al quale lasciarsi andare dolcemente.

Lo spettacolo va in scena
Teatro Millelire

Via Ruggero di Lauria, 22
Dal 7 al 15 Ottobre 2014
Dal martedì al sabato ore 21.00 – Domenica ore 18.00

Cresci bene. Cresci forte
Di Francesca Romana Miceli Picardi
Regia Alfredo Agostini
Con Francesca Romana Miceli Picardi, Teresa Luchena e Gea Storace