La recente, tragica alluvione di Livorno si fa opera teatrale

Il Teatro Officina Refugio di Livorno apre la Stagione teatrale, come da tradizione, con un nuovo lavoro autoprodotto.

Si intitola Cumuli il nuovo spettacolo della Compagnia teatrale del TOR, Teatro Officina Refugio, spazio occupato, autogestito, antifascista, di Livorno. Un lavoro interamente scritto e diretto da Emiliano Dominici, che prende spunto dal disastro idrogeologico del 10 settembre scorso, che ha sfregiato interi quartieri della città toscana e ha, soprattutto, causato otto vittime inermi, colte di sorpresa dal fiume di acqua, fango e detriti durante il sonno notturno. L’ennesima tragedia, si sottolinea tra le righe del testo interpretato sul piccolo palcoscenico ricavato sul retro dei locali del Centro sociale, anche adibiti a mostre ed eventi di differente tipologia.
All’entrata, che si affaccia sui fossi del quartiere La Venezia, una scia di oggetti di ogni genere lascia percepire la forza dell’acqua che si trascina con sé tutto ciò che trova sul suo percorso. Carrelli della spesa, mobili, un divano, suppellettili da cucina, un casco da parrucchiere, una bicicletta. Un mucchio disordinato di materiali, un cumulo-simbolo dell’alluvione che ha sconvolto Livorno.
Lo spettacolo teatrale vuole essere, in prima istanza, una denuncia, di come l’essere umano riesca a distruggere senza senso il proprio habitat, solo per interesse economico, con leggerezza e anche aridità sentimentale, in assenza totale di rispetto per i propri simili. Sul palco sono rappresentate le principali categorie umane, emblema dell’alluvione: l’impresario senza cuore, che cementifica il mondo non rispettando nemmeno le regole basilari – mazzetta alla mano per “ungere” l’amministratore locale colluso. Quindi, due volontari della protezione civile; una giovane coppia rimasta senza casa a causa del disastro; e chi, nella tragedia, ha trovato un punto di forza – se ne è fatto una ragione e si è adattato.
Sul palco un alto cumulo di oggetti colorati, perno intorno al quale si rincorrono gli sketch e gli attori, tra dolore e ironia. Intensa l’interpretazione della coppia in pigiama che si serve bicchieri di fango su un tavolo di recupero.
La denuncia del dissesto idrogeologico che avvelena i territori livornesi, abituati a frequenti alluvioni, si allarga alla globalità dei medesimi problemi che colpiscono molte altre zone del mondo, per tornare poi alla livornesità e all’ironia sempre a portata di mano anche durante una tragedia. Alessandra Falca e Paolo Spartaco Palazzi, gli attori di maggiore esperienza della Compagnia, interpretano due personaggi opposti, l’imprenditore-sciacallo e la donna senzatetto che, da lungo tempo, vive in un cumulo di rottami di qualche precedente alluvione.
Per alleggerire l’argomento, sempre molto attuale in Italia, Paese dalle meraviglie naturali perennemente a rischio di tragedia, dove si possono citare le Cinque Terre o Sarno – giusto per rinfrescare la memoria – la rappresentazione termina con La pioggia, pezzo musicale di fine anni 60, che parla di amore e di coraggio di fronte a qualsiasi evento.
Il Teatro Officina Refugio non è solo uno spazio teatrale, in quanto spazio politico e di lotta, che attua attraverso diversi linguaggi. Dopo gli applausi di fine spettacolo, ecco quindi salire sul palco un rappresentante di Brigate solidarietà attiva, un’organizzazione nata dopo il terremoto di L’Aquila nel 2009 e che, attraverso comitati locali autogestiti, si prende a cuore i diritti dei cittadini che sono stati colpiti da disastri ambientali.
Un’altra iniziativa degna di nota, tra le molte attività svolte recentemente dal collettivo di TOR – e i cui soci sono stati tra i volontari accorsi in aiuto della popolazione livornese alluvionata – è l’esposizione, all’ingresso del Centro, di una serie di incisioni, accompagnate da una breve spiegazione che ne indica l’impegno: “All’indomani della tragica notte del 10 settembre, alcuni membri del collettivo Teatrofficina Refugio si recano nelle zone colpite dall’alluvione, per dare il proprio contributo. Di fronte agli effetti della distruzione portata dall’acqua c’è poco da dire e molto da fare. Allo sguardo di uno di loro non sfugge però una scena molto particolare, il tentativo di una ragazza di salvare dal fango alcune sue incisioni, ritrovate al piano terra della sua abitazione. Ben presto la ragazza decide però di concentrarsi sull’archivio di fotografie d’autore del padre, che nel frattempo ha lanciato un appello dall’altra parte del mondo, dove lavora, per provare a salvare almeno una parte del proprio lavoro. Al recupero delle incisioni di sua figlia, Yasmine Dainelli, ci ha pensato il Teatrofficina Refugio”.

Foto di Valentina Restivo

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatrofficina Refugio

Scali del Refugio, 8 – Livorno
giovedì 9 novembre

Cumuli

scritto e diretto da Emiliano Dominici
con Alessandra Falca, Paolo Spartaco Palazzi, Daniele Cabib, Simona Merola, Asso Zeman, Ginevra Bernini e Andrea Luperini