Il valore della libertà

Alla vigilia del 25 Aprile, il Teatro dell’Orsa ripropone Cuori di Terra all’interno della Casa della Storie. La vicenda esemplare dei Fratelli Cervi applaudita da una platea commossa.

La Casa delle Storie, costruita con le proprie forze dal Teatro dell’Orsa, è un luogo che ben si adatta alla metodologia di lavoro della Compagnia. Il folto pubblico, quasi a contatto con gli attori, manifesta quella volontà e continuità di partecipazione al progetto che ha permesso, grazie alla sottoscrizione alla campagna di crowdfunding, la ristrutturazione e riqualificazione di questo ex fondo commerciale che, oggi, sa di magico. Un rapporto, quello tra il Teatro dell’Orsa e il suo pubblico, che permette di non imporre il costo del biglietto ma che lascia la libertà a ognuno di entrare versando ciò che, consapevolmente, è nelle possibilità degli spettatori. Una iniezione di fiducia che arriva a ogni messa in scena e dimostra quanto siano necessarie la cultura e le sue strutture – quale autentico bene comune che deve continuare a esistere.

Lo spettacolo Cuori di Terra diventa, a questo punto, la risposta più adeguata a detto bisogno. Ancora più sentito in questa occasione – data la coincidenza con la Festa della Liberazione – in quanto mette in scena la vita della famiglia Cervi e il suo drammatico epilogo. È il racconto, insieme epico e asciutto, di una famiglia numerosa – come spesso capitava in campagna in quel periodo – che, grazie alle proprie idee rivoluzionarie, riesce a riscattarsi dalla mezzadria. La loro scelta di andare in affitto fu lungimirante, così come quella di modificare i modelli produttivi e i metodi di coltivazione della terra, con l’introduzione, anche se impegnativa da un punto di vista finanziario, dell’automazione – in questo caso un trattore. La presenza femminile, sempre partecipe a ogni progetto, permetterà la sopravvivenza della famiglia anche dopo i drammatici eventi della Seconda guerra mondiale. Quando la lotta partigiana subirà pesanti sconfitte, la cascina dei Cervi diventerà luogo di accoglienza e riferimento per decine di profughi italiani e stranieri, oltre che di sbandati (gli ex soldati che, dopo l’esautorazione di Mussolini e il successivo armistizio, non volevano continuare la guerra al fianco dei nazisti e/o la Repubblica di Salò). La necessità di ribellarsi al nazifascismo aiuterà molti ma sarà pagata con l’uccisione di tutti e sette i fratelli, anche a causa della tracotanza e miopia dei gerarchi locali che, da tempo, non gradivano quell’aria di libertà e ricerca di miglioramento della classe contadina e la sua partecipazione – o il suo fiancheggiamento – al movimento partigiano e al dissenso, più o meno sommerso, nei confronti del fascismo.

La necessità di rinnovare la memoria e quell’anelito alla libertà è quanto mai urgente nell’attuale presente dove la sopraffazione capitalistica è portata avanti dalle potenze dominanti con tutti i mezzi. Armando mercenari, intervenendo direttamente militarmente, o istituendo sanzioni al solo scopo di piegare la volontà dei popoli. Ma anche nel piccolo vediamo come aumenti la diffidenza nei confronti dell’altro da sé e il bisogno di sempre nuovi nemici, veri o soprattutto presunti, per giustificare il nostro operato obliando ciò che eravamo, e i principi fondanti la nostra Costituzione – compreso il ripudio della guerra.

Tra gli spettatori, italiani e migranti: la multiculturalità della Casa delle Storie è un’altra tra le caratteristiche che la rendono così preziosa. La necessità di sostenerla non solo a parole – come attualmente sta facendo il Comune di Reggio-Emilia – ma con i fatti diventa, quindi, ancora più urgente. Per non dimenticare ma anche per costruire un futuro migliore.

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito della rassegna Restare umani. Intanto incominciamo da qui:
La Casa delle Storie
via Sergio Beretti 24/D – Reggio Emilia
mercoledì 24 aprile, ore 21.00

Cuori di Terra
Memoria per i sette fratelli Cervi
di e con Monica Morini e Bernardino Bonzani
(premio Scenario Ustica 2003)

Foto di Alberto Bellini