Con il naso e con la penna

Al Teatro dei Conciatori di Roma va in scena un adattamento della celebre opera di Rostand: una missione ambiziosa, ma poco convincente il suo esito.

Cyrano de Bergerac è un celebre spadaccino e poeta francese del Seicento le cui sfortunate vicende sono assurte ormai a simbolo e bandiera dell’amore, così potente e segreto da rendere schiavi coloro che ne sono assoggettati. È per l’appunto la rabbia di uno schiavo che non riesce a liberarsi dalle proprie catene quella che inonda lo spirito del poeta guascone, così forte e temibile con i suoi nemici quanto debole e impotente dinanzi all’amata: la bella Rossana, sua cugina. Ed è proprio la bellezza, anzi la mancanza di bellezza a rendere il suo amore per Rossana inconfessabile. Cyrano ha infatti un naso lunghissimo, fonte di derisione per coloro che hanno il coraggio di affrontare l’ira dello spadaccino, ma di vergogna per Cyrano stesso, che vi àncora il suo amore impedendogli di raggiungere l’animo di Rossana. Rossana è però innamorata di Cristiano, giovane e bello, cadetto nella stessa compagnia di Cyrano. Ella immagina che nelle belle fattezze di Cristiano si celi il riflesso di una bellezza di spirito di cui tuttavia Cristiano è totalmente privo. Sarà di fatto Cyrano a suggerire a Cristiano parole in grado di narrare quell’amore cui Rossana agogna così che il suo sentimento trovi finalmente sfogo, seppur tramite il corpo di un altro uomo. Nel frattempo il Conte de Guiche, anch’egli innamorato di Rossana, coglie l’occasione di una compagna militare per spedire Cyrano e Cristiano in guerra, allontanandoli entrambi dalla sua amata. Lì Cyrano continua a scrivere, a nome di Cristiano, lettere che ogni giorno invia a Rossana. Ma questa giunge un giorno al campo dei cadetti, spinta proprio da quelle lettere e dall’amore per colui che crede esserne l’autore, tanto da arrivare a dire che l’amerebbe «anche qualora fosse brutto». Cristiano, che quelle lettere non le ha scritte, capisce e chiede all’amico, di cui comprende i sentimenti, di svelare la verità a Rossana perché lei possa a sua volta capire chi ama veramente tra i due. Anche lui è pronto a sacrificarsi, tanto da offrirsi volontario per una pericolosissima missione di ricognizione in cui troverà la morte. Sarà proprio il biglietto di addio che Cyrano aveva scritto per conto di Cristiano a tradirlo. Scosso dagli eventi Cyrano lo recita infatti a memoria cosi che Rossana riconosce finalmente in lui l’autore dei versi di cui si era innamorata. Ma ormai tutto è perduto, il nemico si appresta ad attaccare e Rossana è costretta ad allontanarsi lasciando le sue illusioni sul campo di battaglia. La storia di Cyrano de Bergerac è probabilmente una delle storie più tragiche e commoventi della storia del teatro, raccontata innumerevoli volte non solo sul palcoscenico ma anche sul grande schermo come sui pentagrammi. Affrontare la sua messinscena rappresenta una sfida enorme e piena di insidie. Non si può quindi negare un apprezzamento al coraggio e alla passione della giovane compagnia che al teatro dei Conciatori sceglie di mettere in scena l’opera di Rostand. Tuttavia le difficoltà cui si accennava emergono con forza dalla visione dello spettacolo che stenta a decollare sin dall’inizio, ritrovando forza solo in alcuni momenti in cui la passione sincera degli attori riesce a spingere il pubblico sino alla commozione; ma si tratta appunto frammenti la cui bellezza si isola all’interno di un tutto che stenta ad amalgamarsi. Alcune scelte tecniche discutibili pesano su questo giudizio; luci e musiche sono usati il più delle volte in maniera puramente strumentale e decorativa. Sul piano registico, invece, se da un lato è ammirevole la scelta di far interpretare a una donna – autrice dell’adattamento – il ruolo di Cyrano, lascia un po’ perplessi il totale stravolgimento del finale. La compagnia cerca insomma di innestare elementi di originalità all’interno di una pièce classica. Tale tentativo, di per sé coraggioso, resta tuttavia incompiuto, facendo sì che il rimpianto per ciò che poteva essere superi il giudizio su ciò che è stato.

Lo spettacolo continua:
Teatro dei Conciatori
via dei Conciatori, 5 – Roma
fino a domenica 28 aprile, ore 21.00
(durata 2 ore circa con intervallo)

Cyrano de Bergerac
di Edmond Rostand
regia Matteo Fasanello
con Antonella Bagorda
adattamento Antonella Bagorda