Fama fumus, homo humus, finis cinis

Ovvero: parodia semiseria sulla serietà della vita. Al Teatro Immediato di Pescara va in scena Dalla scatola sono uscite due bolle – ottimo esempio di teatro dell’assurdo che riesce a mostrare, dietro la patina dell’apparente follia, una percezione profonda della realtà.

Sono due pazienti psichiatrici gli uomini che avanzano nel buio, alla fioca luce di un lumicino. I larghi pigiami consunti e lo sguardo fisso nel vuoto lasciano intendere chiaramente la loro dimensione umana. L’uno accanto all’altro ma distanti nella loro solitudine, i due diventeranno protagonisti di episodi assurdi, intessuti di nonsense e frasi ripetute come martellanti refrain.

Liberamente tratta dagli scritti teatrali di Daniil Charms, la pièce porta sulla scena alcune pagine dell’autore russo, internato in un ospedale psichiatrico a causa del suo essere poco allineato con la nascente ideologia sovietica, per poi sparire nel nulla nel 1940. Charms è un precursore del teatro di Beckett e di Ionesco, ma i suoi scritti sono stati pubblicati solo postumi da un amico che li aveva salvati dai bombardamenti nazisti su Leningrado. Dalla scatola sono uscite due bolle tenta di ricomporre le pagine squinternate degli scritti recuperati, integrandole con i diari dell’autore. Ciò che se ne ricava è un ritratto frammentato di un intellettuale sofferente, in schizofrenica sospensione fra vita reale e immaginaria.

Lo spettacolo può essere paragonato a uno di quei test di logica figurata che mettono in fila una serie di forme, simili ma apparentemente slegate fra loro, le quali, però, diventano parti organiche di uno stesso ragionamento se si riesce a individuare la logica sottesa che le accomuna. Allo stesso modo, le varie perle di questa pièce possono essere infilate in una medesima collana. Se si leggono gli spezzoni come caricature di aspetti della vita, Dalla scatola sono uscite due bolle diventa una cinica parodia delle ansie di cui si sostanzia la vita degli uomini. Fobie, fissazioni, amori, crimini: sono momenti insignificanti di un’esistenza che, giunta alla sua conclusione, si rivela essere altrettanto inconsistente, una bolla appunto.

Da una stessa scatola sono uscite due bolle, a significare la genesi unica di personalità complesse, come quella schizofrenica dell’autore – tutte, ugualmente, inconsistenti. A conferma del carattere effimero della vita, i personaggi escono di scena avvolti dal fumo impalpabile delle loro pipe, indietreggiando lentamente nel buio dal quale erano emersi.

La bella prova teatrale è arricchita dalle note delle due fisarmoniche suonate sul palco dagli attori stessi.

Unica nota critica, si dovrebbero forse valorizzare alcuni gesti rituali compiuti dagli attori, al fine di sottolinearne la valenza di filo rosso della narrazione. I due uomini, ad esempio, si scambiano il cappello e sorseggiano da un bicchiere, in momenti che sembrano prestabiliti, ma alla fine non si comprende quale sia il motivo del ripetersi di tali gesti.

Molto apprezzabile, al contrario, l’attenzione per i tempi scenici, i silenzi e i movimenti: tutti elementi fondamentali, nel teatro dell’assurdo, per una buona riuscita dello spettacolo.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Immediato
via Gobetti, 29 – Pescara
sabato 3 e domenica 4 dicembre, ore 21.00
 
Dalla scatola sono uscite due bolle
di e con Giacco Pojero e Nino Vetri
regia Giacco Pojero e Nino Vetri
(durata 50′ circa)