Sina Saberi, attraverso la danza, racconta l’Iran

Il giovane coreografo, presente alla XXI edizione di Inequilibrio Festival – a Castiglioncello – con Damnoosh e Prelude to Persian Mysteries, mette in scena tematiche che esplorano l’essenza del Paese di Shahrazàd.

Piedi nudi e movimenti soavi, Sina Saberi si presenta al pubblico in religioso silenzio, protetto dal buio. A più riprese porterà in scena gli oggetti che, insieme ai suoi gesti, saranno i protagonisti dell’esibizione coreografica. Un profumo di incenso riempirà la Sala dei Ricami ancora immersa nell’oscurità – uno tra i numerosi spazi scenici del Castello Pasquini – dove il danzatore rivelerà la propria opera. Solo in seguito si comprenderà che Sina punta a dialogare con i vari sensi – olfatto e gusto compresi.
Le performance di Saberi si svolgono a breve distanza l’una dall’altra, iniziando da Damnoosh – che in persiano si può tradurre con infuso, bevanda di erbe – in orario adatto anche a degustare questa antichissima bevanda, emblema del mondo islamico e mediorientale.
In una recente intervista il coreografo ha spiegato che la danza in Iran è vietata e può essere pretesto per l’arresto, o comunque si possono avere noie con le istituzioni; ciò significa che c’è solo un modo per danzare in questo periodo storico nel suo Paese, sotto il governo teocratico insediatosi nel 1979: confondendo, simulando un’azione quotidiana che non desti sospetti, e sorprendendo poi con un qualcosa che non rimandi immediatamente alla danza.
Partendo da questa premessa, Damnoosh non tradisce le aspettative e si rivela la messinscena dell’originario rito del thè – una tradizione antica quanto la stessa Persia, ossia circa ottomila anni. Boccioli di fiori e altre spezie appaiono in un grande vassoio insieme a una teiera orientale: ogni essenza reca con sé la propria storia e la provenienza da una regione dell’Iran. Molti gli aneddoti affascinanti di città ormai scomparse e di luoghi incantati in mezzo al deserto. Ingredienti segreti lasceranno stupiti gli astanti tanto quanto le inaspettate, enfatizzate movenze coreografiche dell’artista. Infine si attenderà un tempo, cullati da una ipnotica melodia di fondo, finché le erbe inizieranno a danzare tra di loro miscelate dall’acqua bollente per poi essere condivise da tutti gli invitati a piccoli sorsi, in sette sottili bicchieri decorati a motivi orientali.
Uno spettacolo teatrale, più che una performance coreutica in senso stretto, in lingua inglese, per conoscere le affascinanti storie della Persia e alcuni suoi segreti. Un’esibizione dove scompare la quarta parete, tanto che gli spettatori sono tutti seduti in cerchio intorno al coreografo, liberi di soddisfare la propria curiosità: molti nasi e mani si allungano verso i piccoli contenitori con le erbe – per odorare, toccare, chiedere – finché il thè è consumato e Sina Saberi, sorridendo, ringrazia per i calorosi applausi.
Dopo una breve pausa, gli spettatori passano nella Sala del Camino e qui anche il danzatore entra in punta di piedi, avvolto dal buio, in attesa del silenzio più assoluto prima di iniziare la sua performance. Prelude to Persian Mysteries nasce da tutt’altra ispirazione. Attinge infatti dalla religione del profeta Zoroastro, tra le più antiche e diffuse in Asia Centrale e ancora professata da piccole minoranze in Iran, Iraq e Armenia. Una religione di princìpi basici e dicotomici, quali oscurità e illuminazione. I movimenti non sono più quelli leggeri e leggiadri di Damnoosh ma, su un sottofondo musicale composto di rumori, stridii e scalpiccii, Sina si esibirà in una serie di contorsioni insospettabili. Ci si trova di fronte al big bang? È questo l’avvento della vita sulla Terra? L’artista si rivela come un essere indefinito, che tenta di alzarsi in piedi ma pare non averne la forza; o forse è un essere umano in preda alla propria oscurità, che vaga alla ricerca di una luce, dentro di sé, e di una verità più alta. È un’evoluzione spirituale quella messa in atto? Oppure la trasformazione fisica dell’uomo da scimmia in Homo Sapiens? L’essere finalmente riesce nel suo intento: è in piedi. I rumori si trasformano per un attimo in melodia. Appena il tempo per riconoscerla, che la cosa è nuovamente in ginocchio, a contorcersi, mentre la musica torna frastuono. Un drogato in astinenza, un folle in preda ai suoi demoni, una danza dervisha con parole appena bisbigliate e rese incomprensibili. Una trance? Tutto e nulla. Buio e luce si alternano sulla scena, mentre il respiro dell’artista si fa sempre più veloce: quando ci si lascia andare forse si può incontrare Dio, la nostra essenza si fonde con l’universo.

Gli spettacoli sono andati in scena nell’ambito di Inequilibrio 2018:
giovedì 21 giugno, dalle ore 18.00
Castello Pasquini
Castiglioncello (LI)

Focus 2018 – Young Mediterranean and Middle East Choreographers presenta:
Sina Saberi in
Damnoosh
Prelude to Persian Mysteries
progetto sostenuto da La Francia in scena
Stagione artistica dell’Institut Français Italia/Ambasciata di Francia in Italia

Ph: Laura Sestini