Sorelle d’Italia

Al Teatro Officina, Emanuela Villagrossi interpreta Lia e Rachele, due sorelle, due donne, due anime diverse ma che si scoprono figlie della stessa storia.

Su di un palco spoglio, privo di qualsiasi elemento scenico, un’unica attrice, Emanuela Villagrossi, dà voce e anima a due donne, due sorelle che pur avendo vissuto le stesse esperienze, sono infinitamente diverse, opposte e lontane.

Lia e Rachele, personaggi biblici e danteschi, oggi si e ci raccontano la loro vita vissuta con progetti, convinzioni e ideali diversi. La prima a presentarsi al pubblico con i propri ricordi è Rachele, donna mite, attaccata ai valori antichi e che vive nel passato. I suoi racconti – della vita in campagna e delle vicissitudini di una famiglia contadina  – sono spezzati e intervallati dai ricordi di Lia – qui, voce fuori campo – che rammenta, al contrario, con disprezzo  e repulsione, le sue radici, il lavoro nei campi, il fango, e la sua voglia ossessiva di scappare via, lontano, in città: dove tutto è progresso e innovazione. Entrambe guardano l’orizzonte che, proiettato sul fondale bianco del palco, a poco a poco si espande, si allarga e inghiotte tutto, diventando una nube confusa e oscura.  L’una l’osserva con diffidenza e paura dell’ignoto, l’altra con curiosità e speranza per un futuro diverso.

Lia, donna forte, protesa verso il domani, è un’imprenditrice che decide di dimenticare, cancellare il passato e i legami affettivi; mentre Rachele è come una “pecorella”, che ha seguito i precetti e le tradizioni familiari. Quando si incontrano, si scontrano e si confrontano, scoprendo di essere figlie della medesima storia, caratterizzata da guerre fratricide, vendette e sofferenze. Lia e Rachele sono le sorelle spose di Giacobbe, le donne che Dante incontrerà nel suo viaggio, una non bella ma feconda – simbolo della vita attiva – e l’altra bella ma sterile – immagine della scelta contemplativa. Qui diventano gli opposti che si contrappongono: due facce della stessa medaglia, entrambe vittime della medesima vicenda che le ha portate alla conquista della Democrazia.

La presenza e l’utilizzo di video proiettori – che sostituiscono i fondali dipinti e rappresentano i nuovi mezzi di comunicazione – rendono lo spettacolo dinamico e attuale. Mentre i duetti tra l’attrice in carne e ossa e il suo doppio – in video – le video chat  e le voci fuori campo rappresentano tutte le estensioni virtuali con le quali ci relazioniamo nella nostra quotidianità.

Democrazia è uno spettacolo intenso che riesce a indagare passato e presente e, nel contempo, una rappresentazione che si avvale della grande prova artistica di Emanuela Villagrossi – alla quale basta davvero poco per interpretare due donne tanto diverse eppure complementari.

Leggi il taccuino di Lumpatius Vagabundus sullo spettacolo Democrazia.

Lo spettacolo continua:
Teatro Officina
da giovedì 12 a sabato 14 gennaio e da venerdì 20 a domenica 22 gennaio
orari: ore 21.00 – domenica 22 gennaio ore 16.00
 
Democrazia
di Andrea Balzola
con Emanuela Villagrossi
regia Maria Arena
musiche Stefano Ghittoni
video Maria Arena
registrazioni audio Marco Olivi, Blue Spirit Studio
produzione Teatro officina