Per tutti noi, figli e figlie del disagio

L’8 luglio al Festival Inequilibrio di Castiglioncello, un grande Oscar De Summa e i Guinea Pigs

Irruento, ribelle, commovente. Come un brano dei Sex Pistols sfumato nei Joy Division e tuffato in una sinfonia classica. Lui ha creato un nuovo genere, una sorta di stand up comedy alla brindisina. Un Arlecchino in nero, orfano di una Commedia dell’Arte risorta con connotati contemporanei. Un trasformista da folle cabaret, che racconta la vita di provincia della piccola “Erchie-città medievale-comune-d’Europa” con il suo, solo, corpo in scena. E un uso della musica come una bomba a idrogeno.
Lui è Oscar De Summa. Attore, drammaturgo, regista, artista generosissimo sul palco. Il suo teatro trasversale è per tutti. I più colti. I meno colti. Gli amanti del pop, del rock, della letteratura, del cinema. Per chi vuole svagarsi, per chi cerca emozioni forti. Chiunque può rispecchiarsi nel suo Diario di Provincia, prima parte di una trilogia dedicata all’esistenza del protagonista, un ragazzo che cresce in un Meridione bigotto ma anche esilarante; culla del disagio ma anche delle amicizie importanti. Dall’adolescenza punk fino all’incontro con la droga, che invade l’Italia negli anni Settanta/Ottanta (il secondo “capitolo” è proprio Stasera sono in vena).
Oscar De Summa è incontenibile. Diventa i nonni, la mamma, il padre della famiglia d’origine. Diventa i personaggi astrusi che frequentano il bar del paese. Fa i salti mortali con la voce e sostiene, dotato di un carisma micidiale, il rapporto frontale col pubblico. Il suo racconto diventa sempre più particolareggiato e intimo, e viaggia per le piazze deserte, lente, afose del paese brindisino; per la bottega del barbiere, alla ricerca di un impiego lavorativo; per i luoghi dell’anima – la derisione, la rabbia, la noia, la paura. La comicità cresce e decresce su un’architettura iper intelligente che diventa corpo per la scena. Fino al punto finale di rottura, dove si fa urgente l’incroguenza tra l’ironico, il grottesco, il drammatico.
Diario di provincia scrive le sue ultime righe con la pistola della Sacra Corona Unita e Anarchy in the UK. Dove il tempo comico esplode in frammenti rossi di luce.

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Oltre a questo splendido lavoro, abbiamo assistito a Trittico della Guerra, una produzione della Compagnia Guinea Pigs. La Sala del Camino di Castello Pasquini ha ospitato quella che avrebbe voluto essere una sintetica visione degli aspetti più squallidi della società contemporanea: dal lavoro precario, allo stupro di gruppo, al sadismo. I quattro attori in scena si vestono e si svestono in tre quadri in cui sono agite situazioni estremizzate, usando luci e musica per enfatizzare la violenza delle azioni. Lo spettacolo, però, risulta complessivamente sconnesso e incapace di raggiungere lo scopo di sensibilizzare lo spettatore su temi non facili. Le scene di nudo e il linguaggio scurrile, a nostro avviso, risultano inutili e ingombranti al fine di denunciare alcuni orrori, dai più gravi ai più lievi, che sembrano ormai una prassi quotidiana nel nostro Paese. Forse, anche a causa delle interpretazioni, che non sono state abbastanza potenti da sostenere atmosfere che rischiano di scivolare, in un attimo, nel trash, più che nel grottesco. La guerra, la battaglia, dichiarata anche nel titolo, è rimasta nell’ombra e a noi non è arrivata che una pallida impronta.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di
Inequilibrio Festival

Castello Pasquini (e varie location)
Piazza della Vittoria 1
57016 Castiglioncello (LI)

venerdì 8 luglio h.20:00
Diario di provincia
di e con Oscar De Summa

venerdì 8 luglio h.21:30
Trittico della Guerra
ideazione e regia Riccardo Mallus
drammaturgia Giulia Tollis
di e con Letizia Bravi, Marco De Francesca, Francesco Martucci, Federico Meccoli
composizione sonora Gianluca Agostini
movimento scenico Betti Rollo
costumi Laura Dondi
organizzazione Sara Troiani
produzione Guinea Pigs