C’è un limite alla manipolazione della realtà?

Die Privilegierten, spettacolo dell’anno a Milano nel 2009, è di nuovo in scena al Teatro della Contraddizione fino a domenica 18 dicembre. Più che il racconto, per tre ore si rivive la tragedia dell’Olocausto.

La macchina del fango esiste. Oggi, ma non solo: c’era già ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. E anche prima: ogni guerra è stata combattuta con l’arma della menzogna. La macchina del fango cucina la verità, contribuendo alla buona riuscita della minestra avvelenata. La stravolge, permettendo che i mezzi di comunicazione – in questo caso è il teatro a divulgare il messaggio – smercino per vera la realtà mistificata. Alla fine, se l’operazione va in porto, il risultato è devastante: la notizia, inventata di sana pianta o alterata, diventa verità assoluta e intangibile per la maggior parte delle persone.

Terminata la visione di Die Privilegierten – La città ideale, esempio di teatro di interazione fino alle lacrime, la prima domanda è parsa quasi scontata: “Dove arriva la nostra capacità di intuire la realtà?”. La seconda, al culmine della sorpresa nel non saper trovare una risposta alla precedente, è stata: “E se non la intuissimo perché ci manca la volontà di farlo?”. Da qui, per non alimentare aspettative o favorire risposte azzardate, la scelta della compagnia di non anticipare nulla dell’esperienza che attende lo spettatore.

Dopo aver assistito alla rappresentazione, ambientata nei primi anni 40 nella città di Theresienstadt (Repubblica Ceca), poi divenuta un campo di concentramento nazista, il giudizio è maturato in pochi minuti: un capolavoro. Poco pubblicizzato, ma di autentico valore e spunto di profonde riflessioni. Nella cittadina, ricostruita con le sue principali attività commerciali al cui interno si muovono le figure più note della comunità, lo spettatore partecipa alla vita sociale per un’ora e quaranta. Nella seconda parte inizia la visita guidata di Maurice Rossel, ispettore della Croce Rossa chiamato a stilare un rapporto sulle condizioni di vita nella cittadina in mano ai gerarchi nazisti. Nessuna traccia di orrore e crimini. L’osservatore, dopo aver assistito a uno spettacolo teatrale surreale, relaziona: «Abbiamo provato uno stupore immenso nel trovare il ghetto di una città che vive una vita quasi normale».

Ecco la messinscena. Abbondantemente manipolato prima, lo spettacolo inganna Rossel, che nel 1979 dichiarerà: «Firmerei lo stesso rapporto, in base a quanto vidi. O mi fecero vedere». Un raggiro sadico al punto che i nazisti girarono poi un film, Il Fuhrer regala una città agli ebrei, per raccontare la commedia inscenata davanti a Rossel. Oggi la storia ci insegna che dei 30mila bambini deportati a Theresienstadt, se ne salvarono appena un centinaio.

Più che il racconto dell’Olocausto, nelle tre ore abbondanti di spettacolo, si rivive l’orrore della dominazione nazista. Convinti di trovarsi di fronte a una farsa – per quanto si ride nell’ora e mezza che lo spettatore sperimenta direttamente, coinvolto tra bar, negozi e botteghe – anche in questo si manifesta la tragedia. Vera. Autentica. Da provare.

Lo spettacolo continua:
Teatro della Contraddizione

via della Braida, 6 – Milano
fino a domenica 18 dicembre
repliche dal giovedì alla domenica, ingresso dalle ore 20.20 alle ore 20.40
(prenotazione obbligatoria, l’ingresso è limitato a 14 spettatori a sera)

Die Privilegierten
La città ideale
di Marco Maria Rebecca Linzi
con Ilaria Abiami, Alessandro Angelelli, Giovanni Barrani, Micaela Brignone, Eri Cakalli, Giampiero Cappetta, Sabrina Faroldi, Barbara Fossati, Valeriya Kilibekova, Ingrida Krasauskaite, Ivan Intili, Francesco Leschiera, Elisa Liberati, Marco Maria Linzi, Andrea Magnelli, Marco Olivieri, Sara Paganelli, Rebecca, Alessandra Savino, Sofia Scodeller, Roberta Secchi e Stefano Slocovich