Vendesi pillole di piacere

Prostitute e clienti in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 31 dicembre con Dignità Autonome di Prostituzione, il celebre format di Luciano Melchionna e Betta Cianchini.

Per il sesto anno consecutivo – e con dieci anni di vita alle spalle – torna al Teatro Bellini di Napoli lo spettacolo Dignità Autonome di Prostituzione di Luciano Melchionna e Betta Cianchini.
Benvenuti in una grande casa Chiusa dell’Arte, dove le regole classiche del teatro sono abolite, dove l’arte è una merce al pari di qualsiasi altra e come tale viene venduta e bistrattata.
Ecco, quindi, che lo spettacolo si svolge a suon di contrattazioni con i dollarini (dati al pubblico all’ingresso) e giochi di domanda/offerta tra gli attori, ovvero le prostitute e i prostituti che vendono pillole di piacere (teatrale), e gli spettatori, ovvero i clienti, che, come in ogni bordello che si rispetti, scelgono di lasciarsi sedurre da una mercenaria o dall’altra in base all’emozione del momento.
Nulla che il buon vecchio Karl Marx con la sua teoria del feticismo della merci non avesse puntualmente descritto nel Capitale.
Insomma, che l’arte abbia perso la sua aurea di magia di classica riverenza è, senza dubbio, cosa nota ai più, ma che una sua così palese mercificazione venga offerta e data in pasto agli occhi del pubblico è cosa che – probabilmente – continua a soprendere.
È nuova, allora, la consapevolezza barbara e collettiva (non più inconscia e personale) della perdita del valore dell’arte nella società contemporanea e – in base a questa – il tentativo di ridarle dignità.
Accettiamo che l’Arte sia una merce, sembra essere il grande assunto di partenza di tutto lo spettacolo: che venga allora pagata consapevolmente come tutte le altre, come il caffè al bancone del bar, come la borsa leopardata al negozio di abbigliamento.
Ad aprire lo spettacolo, l’iniziale momento in una sala a luci rosse e soffuse in cui prendono voce e spazio vari artisti; c’è chi canta, chi balla, chi spiega le regole del gioco con il papi, come viene chiamato il protettore/regista Melchionna.
Di lì a poco – non prima di aver presentato le varie mercanzie disponibili – la seduta collettiva si scioglie per dare il via alle contrattazioni. C’è la ritrattista, il neomelodico, la nipotina, la francese, l’anarchica, o’ pesc’ e tanti altri; ognuno di loro ha la propria storia da raccontare. Le performance sono un monologo, un balletto o un’istallazione della durata di 10/15 minuti circa, ispirata ai classici del teatro o frutto di testi contemporanei dello stesso Melchionna.
Interessante, innanzitutto, il rapporto umano che si instaura con l’artista di turno prima che si arrivi al momento della perfomance vera e propria, momento che segna la fine di tale intimità e l’inizio del Teatro. Siamo a tutti gli effetti dinanzi al metateatro, quello che – partendo dall’antichità classica con le commedie di Plauto e passando per l’Amleto – ha trovato, infine, la sua massima espressione – nonché consacrazione – con il grande Luigi Pirandello.
Interessante, anche il fatto che lo spettacolo si svolga nei luoghi più insoliti e sconosciuti, dagli scantinati del Bellini all’ingresso, dalle stanze dirigenziali al di fuori della struttura, magari nella sala di un bar sulla strada. È, allora, il Teatro che si manifesta, prendendo luogo ovunque, anche nei posti più impensati.
Sebbene non tutte le storie risultino estremamente convincenti e nonostante la durata dello spettacolo metta a dura prova gli spettatori, Dignità Autonome di Prosituzione si presenta come un momento di riflessione che attraverso il sorriso o le lacrime cerca di restituire dignità e valore a un teatro stancato dai secoli, violentato dal Capitalismo.

Lo spettacolo si chiude con un ritorno in platea di tutti gli artisti e gli spettatori per un momento finale di esibizioni musicali, attoriali e danzanti, e il sipario che cala quando siamo già all’una e un quarto e gli spettatori che salutano e ringraziano gli attori sino all’uscio della porta del teatro con sorrisi, strette di mano e con tutta la passione, le gioie e dispiaceri che si nascondono dietro il mestiere più antico del mondo.

«C’è chi l’amore lo fa per noia/chi se lo sceglie per professione/bocca di rosa ne’ l’uno ne’ l’altro/lei lo faceva per passione»
(Bocca di Rosa, Fabrizio De Andrè).

Lo spettacolo continua
Teatro Bellini
Via Conte di Ruvo, 14, 80100 Napoli
fino al 31 dicembre 2015
4 ore e ¼ senza intervallo

Dignità Autonome di Prostituzione
regia Luciano Melchionna
con Raffaele Ausiello, Roberta Caldironi, Floriana Cangiano, Antonio Cappelli, Sandra Caraglia, Betta Cianchini, Cinzia Cordella, Veronica D’Elia, Marika De Chiara, Sylvia Defanti, Valentina De Giovanni, Renato De Simone, Adelaide Dibitonto, Luigi Di Martino, Sara Esposito, Clio Evans, Adriano Falivene, Annarita Ferraro, Emauela Gabrieli, Emanuele Gabrieli, Giulia Galiani, Martina Galletta, Sebastiano Gavasso, Raffaele Giglio, Luciano Giugliano, Gomez, Irene Grasso, Her, Salvatore Rampitelli, Alessandro Lui, Gianluca Merolli, Milla, Momo, Salvatore Palladino, Agostino Pannone, Ivano Picciallo, Carmen Pommella, Caterina Pontrandolfo, Daniele Russo, Paola Sambo, Chiara Spoletini, Sandro Stefanini, Adele Tirante, Giorgia Trasselli, Luigi Vuolo
luci Camilla Piccioni, Salvatore Palladino, Gianni Caccia
audio Luigi Di Martino
costumi Michela Marino
assistenti alla regia Andrea Caiazzo, Sara Esposito, Maria Cristina Spano