Cattive ragazze crescono

Al Teatro Golden Cinzia Leone, con Disorient Express, disorienta il pubblico con la forza della risata. Riflettere sulle contraddizioni, anche amare, del mondo contemporaneo non è mai stato così piacevole.

Si ride e si applaude con grande naturalezza assistendo a Disorient Express.
Cinzia Leone è un’attrice vera, capace di tenere la scena da sola, o quasi (le sortite di Fabio Mureddu, per quanto vivaci, all’inizio dello spettacolo la spalleggiano soltanto).
Con i suoi ricci rossi a contrassegnarla come un eterno, etereo e irriguardoso Peter Pan, come un’Alice stralunata in un Paese delle Meraviglie al collasso («Con che cosa si riempiranno le buche delle strade di Roma in prossimità del Giubileo? Ma con i pellegrini!»), la riscopriamo nella verve che le appartiene da sempre e che da anni abbiamo imparato ad apprezzare nelle sue performance televisive, oltre che teatrali.
Stavolta Cinzia investe tutto sul suo personaggio di attrice, perfettamente in sintonia, fin dalle primissime battute, con il pubblico in sala. Interpreta ormai se stessa, con tale spontaneità e nonchalance, da arrivare a interrompersi per salutare simpaticamente gli spettatori giunti in ritardo, per interagire con la signora spaesata dalla sua ironia o con lo spettatore che ride in ritardo. E così finiamo per non accorgerci che il disorientante viaggio attraverso le follie della società in cui viviamo e che lei racconta lieta ci riguarda davvero da vicino, ci tocca tutti, ecco perché si ride con catartico spirito di complicità (cui ben si presta la location calda e avvolgente del Golden, dove l’assenza del palco annulla le gerarchie e rende inevitabile l’immedesimazione). Al centro della scena, Cinzia mima e interpreta a suo agio le ritrosie inconsce di ognuno di noi nell’accettare l’assurdo che ci circonda ovunque, il suo monologare si muove a trecentosessanta gradi: negli spot proiettati in sala le è fin troppo facile parodiare l’inequivocabile fragilità delle “solide” realtà di Roberto Carlino o la falsa premura in agguato nel tormentone «Il sapore della vita è Fintus» (sic), ma non è certo la pubblicità la più scontata trappola del consumismo. Anche l’amore si crogiola nei suoi riti fasulli, in storture e stereotipi legati a miti traditi (la Arcuri e Garko vengono immaginati come interpreti ideali di una nuova versione di Giulietta e Romeo, perché si sa che le loro fiction hanno sempre titoli di due parole…).
Il successo di un format quale Temptation Island svela che tutti seducono o si lasciano sedurre in fondo, debolezza diffusa, inclinazione opportunistica che la dice lunga sulla nostra integrità: non sarebbe allora meglio sostituire a quest’isola delle tentazioni artefatte un’isola del silenzio, dove ci si possa ritrovare senza il rumore che ci sovrasta ogni giorno ed è soprattutto rumore per l’anima, naufragio privo di lucidità?
Persino le manifestazioni di civiltà come la sana condivisione nascondono tranelli: il car sharing non è forse un plagio dell’arte ladronesca che consiste nel non far più trovare al loro posto le auto ai legittimi proprietari…? Nessuna certezza sopravvive infatti in una postmodernità la cui parola d’ordine è “smentire”, sempre, in qualsiasi caso e circostanza, qualsivoglia notizia si riesca a immaginare in circolazione sul web. La famiglia è in crisi (tutti i suoi componenti sono in giro per Roma a cercare parcheggio) e la televisione si adegua buonista elargendoci solo canzoni e cucina, vacuità perseveranti che Cinzia e Fabio ci invitano ad aggirare sostituendo WhatsApp con «PensApp». Perché tra una risata e l’altra, la comicità di razza invoglia ancora a riflettere.

Lo spettacolo continua
Teatro Golden
via Taranto, 36, Roma
fino al 25 ottobre
ore 21.00, sabato 17.00 e 21.00, domenica 17.00

Disorient Express
di Cinzia Leone e Fabio Mureddu
regia Fabio Mureddu e Emilia Ricasoli
con Cinzia Leone e Fabio Mureddu
Produzione Aziende Di Nardo SRL