Video-drama

Dopo Cinema Cielo e il laboratorio per attori, Danio Manfredini regala agli affezionati di Fuori Luogo, a La Spezia, un evento fuori programma: Divine, presentazione in forma di reading della sceneggiatura cinematografica liberamente ispirata al romanzo Nostra signora dei fiori di Jean Genet.

Mentre sullo sfondo scorrono le immagini realizzate dallo stesso Manfredini come storyboard del film, l’attore, posizionato lateralmente e praticamente di spalle rispetto al pubblico, legge i dialoghi della sceneggiatura, raccontando al pubblico la storia di Louis Culafroy, detto Divine, e del giovane ribelle e assassino Nostra Signora dei Fiori.
Un primo aspetto decisamente interessante risiede nella scelta di presentare e condividere con il pubblico un lavoro dedicato a un testo insieme complesso e affascinante, meravigliosamente ostico e contorto qual è Nostra signora dei fiori. Poesia del lato basso dell’esistenza, dello scarto, assurda e, a tratti, grottesca, in cui una vena sofferente scorre così profonda da essere quasi natura.
Durante la lettura Manfredini si anima e si agita, mosso dalle parole che pronuncia ed è molto emozionante vederlo cadere fra le braccia dei personaggi cui presta la voce. O meglio, guardando il processo al contrario, è incredibile scoprire come nell’attore la parola non riesca a separarsi dal gesto, al movimento delle gambe e dei piedi. Un movimento trattenuto, che scalpita da dentro ed è carico di un’energia che non può trasformarsi in moto nello spazio.
Il reading ha ovviamente una struttura narrativa forte, ed è noto il suo legame col capolavoro Cinema Cielo, in cui è presente sotto forma di traccia sonora. Vorremmo tuttavia tenere questa parentela in secondo piano, essendo i due lavori tanto diversi per struttura e genere. Aldilà del piacere per lo studio delle fonti, non ci sembra il caso di addentrarsi troppo nel paragone fra le due opere. A dichiararne, però, senza dubbio la parentela e a stabilire dei ponti immediati fra le stesse sono soprattutto le musiche, sebbene con effetto piuttosto straniante, soprattutto all’inizio. Si tende, infatti, a immaginare la storia ambientata negli anni 40, come nel romanzo, quando le prime melodie rimangono più neutre e meno contestualizzabili. Con l’arrivo di Stan, al contrario, si è catapultati con forza nella contemporaneità. E sebbene in momenti così riconoscibili, la memoria corra immediatamente alla situazione corrispondente di Cinema Cielo (nel caso di Stan, l’ingresso di Lola), l’effetto non è del tutto piacevole.

Alcune perplessità, in particolare, riguardano le proiezioni. Le immagini, molto belle in se stesse, si susseguono a ritmo intenso, seguendo ogni situazione, suggerendo mentre le parole raccontano. Tuttavia, le prime non sono autonome o autosufficienti e, nel contempo, le seconde non riescono a prendere il sopravvento. Il reading appare così come una sorta di fumetto animato: si è restii a chiudere gli occhi, abbandonandosi alla voce di Manfredini, per non perdersi le immagini, senza riuscire però a essere interamente in nessun luogo. E nel finale si subisce un po’ proprio l’eccesso di immagini. Alle invocazioni della madre segue un eloquente silenzio. Le proiezioni d’altro canto proseguono sulla musica. Sono molte, e si ha la sensazione di essere semplicemente in attesa che terminino. Fra queste, un po’ sommersa, ne resta in mente una particolarmente significativa: quella della madre col mazzo di fiori. Immagine parlante – si potrebbe definire – che apre all’improvviso significati e letture molteplici, ambivalenti e sovrapposte, per la vicenda di Louis. La figura della madre con i fiori, come un prisma, trasforma la luce che vi passa attraverso in sfumature di colore. Eccola, la nostra signora dei fiori, che reca un bouquet al funerale (come avrebbe voluto fare molto tempo prima). Narcisista, emblema della pressione sociale, dell’esclusione, della vergogna. Colei che uccide ma non sopporta di restare sola. La nostra signora dei fiori originaria. Madre, Madonna, famiglia e società, origine di devastazione per chi non trova altra via per sopravvivere che il vivere ai margini.


Lo spettacolo è andato in scena:
Centro giovanile Dialma Ruggiero

via Monteverdi, 117 – La Spezia (SP)
mercoledì 1° febbraio, ore 21.15

Divine

regia Danio Manfredini
di e con Danio Manfredini
produzione Danio Manfredini/La corte Ospitale