L’ingegnoso “inganno”

vascello-teatro-romaCon una pièce sperimentale, la Compagnia Petrillo rivisita uno dei romanzi cavallereschi più amati. È in scena al Vascello un insolito Don Chisciotte.

Buio, musica da balletto e un applauso registrato, ogni cosa fa presagire un’impostazione tradizionalista del capolavoro di Miguel De Cervantes. Eppure il Don Quijote di Loris Petrillo nulla ha di classico e lo si percepisce non appena si accendono le luci del palco e tre figure con un tutù in testa iniziano a danzare vorticosamente. Da allora tutto diventa il contrario di tutto.
Lo spettacolo porta la firma della Compagnia Petrillo Danza/Cie Twain physical dance theatre che, dopo il debutto fiorentino, è in scena fino al 24 aprile al Teatro Vascello di Roma come originalissima versione del romanzo spagnolo seicentesco.
Il copione risulta minimalista e delle pagine cavalleresche, a dispetto del titolo in lingua originale, solo un’eco lontana… in termini di grugniti, lamenti e passi ansimanti. Un microfono rimane solitario in un angolo del grande palco, assolutamente spoglio, in attesa come lo spettatore, di qualcuno che parli. Ma le battute si contano a malapena su una mano, concentrandosi in monologhi gridati, amplificati come la musica rumorosa, che talvolta hanno il sapore di un comizio improvvisato, altre di riflessione pseudo-intellettuale. Probabilmente è quel delirio attualizzato dell’hidalgo della Mancia a farla da protagonista. «Io sono Don Chisciotte!» hanno detto a turno, dimenandosi, i bravi Nicola Simone Cisternino, Yoris Petrillo e Giacomo Severini. Ma come intuire che i tre interpretano il cavaliere, Sancio Panza e Ronzinante? Soltanto dai loro passi che, non sempre, all’unisono esprimono il tormento e gli affanni dell’esistenza? Della letteratura ispiratrice, come dell’amata Dulcinea del Toboso, dei mulini a vento o dell’elmo di Mambrino, della sete di giustizia, nel racconto vi è troppo poco.
Il limite di un certo tipo di teatro fisico-sperimentale, solcando le strade di un eccentrico duo acclamato a livello europeo, è che si appropria di grandi classici della letteratura per stravolgerli completamente, fino quasi a polverizzarli. E anche se il contenuto più profondo, isolato dall’opera, è riportato ai giorni nostri ed estremizzato, esso risulta inafferrabile, forse sgradevole. Il messaggio non è supportato efficientemente dal mezzo. Per di più, in questo caso, cozza con lo stile semplice denunciato dall’autore nell’incipit del romanzo.
Ciò che tiene viva l’attenzione di un fruitore medio allora, è l’interrogativo su quale sarà la successiva trovata irriverente, in un processo che abitua fino a non sconvolgere più.

Lo spettacolo è in scena:
Teatro Vascello

Via Giacinto Carini, 78 – Roma
22-24 aprile, ore 21.00

Compagnia Petrillo Danza/Cie Twain physical dance theatre presenta:
Don Quijote
di Loris Petrillo
da Miguel de Cervantes
con Nicola Simone Cisternino, Yoris Petrillo e Giacomo Severini
regia e coreografia Loris Petrillo
musiche Pino Basile
consulenza drammaturgica Massimiliano Burini
sostegno di MiBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo
contributo di OFFicinaTwaIN_Centro Promozione Culturale_Regione Lazio,
collaborazione di TSI La Fabbrica dell’Attore/Teatro Vascello_Roma