Il Grande Dizionario Dalla Via – Dalla Via

Già dal secondo giorno di spettacoli della XVII edizione della Primavera dei teatri di Castrovillari lo slogan «nuovi linguaggi della scena contemporanea» si dimostra quanto mai calzante, introducendo una Drammatica elementare farcita di ingegnosi acrostici e sfiziosi tautogrammi.

Duo di drammaturghi dà disarmante dimostrazione di dimestichezza discorsiva durante duratura disquisizione decisamente dissacrante dei dialoghi definenti dispute 2015/2016, domandandosi: da dove diveniamo (alfabeticamente parlando, s’intende)?

La teoria del determinismo linguistico avanzata nella prima metà del novecento dall’accoppiata Sapir-Whorf sosteneva che i modelli di pensiero e cultura di una data società potessero essere ricondotti alle specifiche strutture grammaticali della lingua in questione. Nell’idioma fulfulde, per esempio, esistendo solamente un pronome di terza persona sia per il maschile sia per il femminile, non sarebbero dovute esistere differenze di genere a livello comunitario. Seppur confutata senza troppi problemi, questa ipotesi introdusse una pulce nell’orecchio dei più: che non sia così scontato separare la realtà oggettiva dai simboli linguistici arbitrari usati per descriverla?

I Fratelli Dalla Via sembrano muoversi su una simile lunghezza d’onda: «Che cosa succede quando una nuova parola entra nella nostra vita spesso a scapito di un’altra?». Tramite un gioco degno del fu Bartezzaghi, infatti, Marta e Diego si interrogano sull’essenza dei tempi contemporanei facendo leva proprio sulla favella. Confrontandosi con la cornucopia alimentare dei giorni nostri, un nonno lancerà il suo j’accuse generazionale, dichiarando: «nipoti, naufragate nel nirvana nutritivo», mentre un’onesta conduttrice di telegiornale riporterà la triste realtà del mare nostrum snocciolando un secco: «clandestini contrastano colonialismo cambiando continente».

Come spesso accade ricominciando dall’ABC, però, a una decostruzione deve necessariamente seguire una ricostruzione. Man mano che i due attori si spogliano delle loro mise simboliche (proprio come il linguaggio) – diventando dapprima vittime del Daesh e poi scolaretti sotto il giogo dell’Educazione – i due modellini anatomici che compongono l’essenziale scenografia vanno via via sparendo, diventando infine una viscerale e scompaginata natura morta. Una volta individuati e catalogati tutti gli elementi, quindi, i Fratelli si accontentano di ammontonarli alla rinfusa, creando un «abbecedario contemporaneo in forma di racconto», ma senza un contenuto concreto.

Nell’onanismo totale di questa società che ha ucciso la narrazione, la sperimentazione dei Dalla Via è sicuramente interessante, ma a quanto pare analizzando da troppo vicino qualcosa, si perde una certa visione d’insieme, e forse ci si dimentica che la parola, dopotutto, serve a comunicare.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno del festival Primavera dei Teatri
Capannone Autostazione

via IV Novembre (angolo C.so Calabria) – Castrovillari
lunedì 30 maggio, ore 19.00

Drammatica elementare
di e con Marta Dalla Via e Diego Dalla Via
direzione tecnica Roberto Di Fresco
produzione Fratelli Dala Via
in collaborazione con Piccionaia Centro di Produzione Teatrale
con il sostegno di B-Motion Bassano Opera Festival