Sorrisi e risate

Dyskolos di Menandro, prodotto da La bottega del pane e diretto da Cinzia Maccagnano, riesce a mantenere intatto lo spirito comico dell’originale ammiccando con estrema semplicità agli umori del presente.

Dyskolos è una tra più celebri commedie dell’antichità ellenistica, nonché l’unico testo del genio di Menandro giunto praticamente intatto fino ai nostri giorni. Alla fine delle póleis, allo scemare dell’epopea alessandrina e all’avvio dell’età ellenistica, il teatro greco, che era strettamente legato alle vicende e alle influenze socio-politiche del tempo, non poteva rimanere indifferente. A una società nuova e a un essere umano nuovo corrisposero infatti un teatro nuovo e, nel caso di Menandro, una commedia nuova.

Non più tematiche politiche e persone istituzionali (celebre l’esempio de Le nuvole di Aristofane), ma vicende comuni e individui affaccendati in beghe private, peripezie sentimentali e minuti dilemmi morali. Emerse così una nuova tipologia di personaggi che avrà grande fortuna nella storia della commedia occidentale e che ciclicamente tornerà a provocare la risata del pubblico con imprevisti, tic, incomprensioni, battute, doppi sensi e messe in ridicolo. Il tutto spesso, ma non sempre, coronato dal lieto fine.

Se la funzione del teatro comico della polis era stata civile, la commedia nuova fu un divertissement solo apparentemente frivolo perché, in verità, capace di offrire lo spaccato di una vera e propria analisi sociale.

Con Menandro non abbiamo grasse risate, ma una vera e propria decostruzione moralistica di personaggi tanto caricaturali nei connotati caratteriali quanto perfettamente riconoscibili in quelli sociali. Se in Dyskolos sono protagonisti il dio Pan, due coppie di giovani innamorati, un anziano bisbetico (qualità che dà il nome alla commedia) e un’orgogliosa e beffarda servitù, la narrazione è in realtà centrata su un aspetto tipico della nuova società borghese, vale a dire il suo carattere non più pubblico, ma individualistico. Dyskolos è un’opera epocale perché in esso si riconosce il segno dei tempi nuovi, ossia la capacità dei nuovi legami sociali e familiari di disfarsi e ricomporsi rispetto a norme e tradizioni appartenenti a un mondo ormai trapassato.

Il suo successo e il suo essere stato modello sia nei contenuti, sia nell’espressione stilistica dipende dunque da una forma drammaturgica i cui contenuti sono universali nel senso di antropologici: il tema della solidarietà che attraversa gli steccati personali e culturali è centrale in Dyskolos e trova nell’allestimento di Cinzia Maccagnano una restituzione frizzante, ma non frenetica, divertente ma non esilarante, dunque pienamente rispettosa delle radici nuove menandree.

Maschere, dialetti, equivoci e qualche piccola concessione all’immaginario contemporaneo per svecchiarne il linguaggio (immancabili le battute sul momento post-pandemico), il semplice utilizzo delle normative sul distanziamento come espediente teatrale (ogni interprete staziona sulla propria panca e da lì organizza la vestizione e la svestizione dei diversi personaggi interpretati), una recitazione efficace e sostenuta nel ritmo e il meraviglioso sfondo naturale del teatro antico di Segesta, con in lontananza lo scorcio d’acqua di Castellammare del Golfo, sono elementi che completano uno spettacolo in grado di assicurare divertimento e suscitare il riso senza mai eccedere in ingenuità o basso cabaret.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno di Dionisiache – Teatro di Segesta Festival
Teatro Antico di Segesta

Case Barbaro – contrada Barbaro, SP68, 91013 Calatafimi (TP)
22 agosto 2020, 19:45

Dyskolos
di Menandro
impianto scenico e regia Cinzia Maccagnano
con Raffaele Gangale, Dario Garofalo, Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Cristina Putignano
costumi Monica Mancini
musiche Germano Mazzocchetti (composte per il Dyskolos realizzato dall’INDA nel 1995 per la regia di Egisto Marcucc)
maschere Giancarlo Santelli
restyling maschere Luna Marongiu
assistente Marta Cirello
illustrazione e grafica Alessandro Giuliani
produzione La Bottega Del Pane