Meno che danza

Il festival al Teatro Fontana di Milano si chiama Più che danza, è dedicato ai linguaggi contemporanei e la quarta edizione prometteva “multidisciplinarietà”. Il risultato? Da strapaese.

Diciamo che siamo capitati nella serata sbagliata. Diciamo che il pubblico scarso (mentre a MilanOltre straripava) non è un indicatore sufficiente: avvengono tantissimi ottimi eventi senza che il pubblico se ne accorga. Diciamo pure che due spettacoli dal vivo non bastano. Ma detto questo, aggiungiamo che la serata trascorsa al festival Più che danza, in programma al Teatro Fontana di Milano, è stato oltremodo deludente.

Per tre motivi. Perché non abbiamo visto né contemporaneità in senso stretto: i linguaggi si sono moltiplicati, la multimedialità è entrata di prepotenze in tutte le arti. Qui, nulla.
Né multidisciplinarietà: tre attrici che canticchiano non sono “multidisciplinari”.
Tre: il livello era davvero da buon Strapaese. Non da Milano. In più con una claque familiare che fa saggio di fine anno. Le claque dei compagni di corso teatrale sono sempre più frequenti. Ma esplodono alla fine, in genere. Le risate alle non-battute le fanno soltanto mamme, papà e zii compiacenti.

E dunque, prima c’è stata la mezzoretta di Sara Catellani che non ha né gli strumenti né il carisma per ballare da sola. In scena con lei solo una specie di rete metallica. Gran tristezza, pochi movimenti ripetuti, una musica assordante ed effetti di luce che andavano per conto loro. Di più non si riesce a dire. Ma la voglia di scappare è arrivata con l’ancor più triste performance di Laura Angelone, Susanna Miotto, Alice Pavan che hanno ricostruito la storia della Factory di Andy Warhol come se fosse un banchetto del tiro a segno in una saga di paese. E hanno ottenuto lo stesso effetto. Hanno cominciato con un patetico coinvolgimento del “gentile pubblico in sala”, hanno proseguito con un testo da cabaret alla Mediaset anni Ottanta che ha spaziato dalla Rivoluzione russa alla morte di Marilyn Monroe. E poi, non si sa perché, hanno virato in tragedia, rendendo ancor più palesi sia i limiti della loro recitazione, sia, e soprattutto, i loro difetti di pronuncia. Davvero una serata da dimenticare. Per il loro stesso bene.

Più che danza
Festival dedicato ai linguaggi performativi contemporanei
Quarta edizione

Teatro Fontana
via Gian Antonio Boltraffio 21, Milano
dal 29 settembre al 6-11 ottobre 2017
ideazione e direzione artistica Franca Ferrari
in collaborazione con Teatro Fontana
e con C. I. M. D, Conformazioni, Il Filo di Paglia, Lelastiko, Le Voci dell’Anima
col sostegno di Fondazione Cariplo
mediapartener Persinsala
schede degli spettacoli: https://teatro.persinsala.it/festival-piu-che-danza/43368

Effetto Cocktail Party
concept e danza Sara Catellani
suono Johann Merrich
luci Violeta Arista
scene Massimo Corsini
produzione gruppo e-motion con il sostegno di Nao Nuovi Autori Oggi /Did Studio, Ilinxarium
(Durata: 30 minuti)

The Pop Machine
di e con Laura Angelone, Susanna Miotto, Alice Pavan
scene e costumi Alice Pavan
una produzione Narr_0
(Durata: 1 ora)