L’indicibile orrore

Recensione Eichmann Dove inizia la notte. Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon sono Hannah Arendt e Adolf Eichmann in un atto unico di Stefano Massini prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano e dal Teatro Stabile del Veneto.

Ancora uno spettacolo per Ottavia Piccolo e Stefano Massini. Il loro sodalizio, iniziato quindici anni fa con Donna non rieducabile, il bel memorandum teatrale sulla giornalista russa Anna Politkovskaja, ha all’attivo diversi spettacoli, tra cui l’incisivo 7 minuti. Consiglio di fabbrica e ora si concretizza con l’atto unico Dove inizia la notte, ispirato ad Hannah Arendt e a La banalità del male, il saggio che l’ha resa nota anche al grande pubblico.
Com’è noto la celebre filosofa era stata inviata dal New Yorker a seguire il processo di Gerusalemme al gerarca nazista Eichman, rapito nel 1960 dai servizi segreti israeliani del Mossad in Argentina, dove l’aguzzino si nascondeva con una falsa identità. Il processo, che si chiuderà con la condanna a morte per impiccagione dell’imputato, offre alla scrittrice l’occasione per interrogarsi sulle origini del male. E la terribile scoperta che Arendt fa è quella di non trovarsi davanti a una figura luciferina, ma a un semplice ragioniere della morte, un uomo ordinario che crede di non essere responsabile semplicemente perché ha solo ubbidito agli ordini dei suoi superiori: l’ubbidienza alla Norma base (Grundnorm), com’è stata definita da Antonio Tabucchi nel romanzo La testa perduta di Damasceno Monteiro.

Massini consulta il celebre testo di Arendt, i verbali degli interrogatori e gli atti del processo a Gerusalemme e li riscrive, immaginando un dialogo, che non si è mai tenuto nella realtà, tra la filosofa e il gerarca, con spirito illuminista e con lo stile medio che contraddistingue la sua lingua teatrale (ma fa eccezione la Lehman Trilogy che presenta una maggiore complessità di registri e una ricerca più polifonica e meno prevedibile).
Si scontrano così due poli opposti: da un lato c’è la voce della ragione che indaga, vuole sapere e capire e dall’altro c’è l’orrore incomprensibile. In questa sorta di teatro filosofico si contrappongono però due voci impari: quella di Hannah Arendt è una tensione intellettuale che Ottavia Piccolo può affrontare solo con eleganza accademica (e quindi alla fine risulta un po’ astratta e retorica), mentre il personaggio di Eichmann, raccontando i fatti terribili della biografia mostruosamente banale di un nazista, offre a Paolo Pierobon molte più possibilità espressive, che l’attore esprime con una meticolosa ed efficacissima attenzione a ogni singola parola.

La regia di Mauro Avogadro (che gestisce il testo di Massini con lo stesso approccio funzionale con cui ha diretto il celebre Copenaghen di Michael Frayn) si serve di una scena neutra, ma non molto originale, di Marco Rossi, fatta di praticabili e fortemente polarizzata (a destra Ottavia Piccolo, a sinistra Paolo Pierobon, al centro lo schermo per le proiezioni), dei costumi di Giovanna Buzzi e degli interventi musicali un po’invasivi di Gioacchino Balistreri.
Lo spettacolo, che doveva debuttare prima della pandemia, oggi, mentre l’esercito russo con i suoi giovani e forse inconsapevoli soldati invade l’Ucraina e la grande macelleria della storia riprende a funzionare, acquista un’inquietante e perversa attualità.

Lo spettacolo è andato in scena
Piccolo Teatro Grassi, Milano

dal 24 febbraio al 6 marzo 2022

Eichmann
Dove inizia la notte

di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon
regia Mauro Avogadro
scene Marco Rossi
costumi Giovanna Buzzi
musiche Gioacchino Balistreri
luci Michelangelo Vitullo
produzione Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile del Veneto