Il bello e la bestia

Al teatro Ghione di Roma è in scena fino al 17 febbraio Elephant man, con un cast di primissimo livello in cui spiccano Daniele Liotti, Ivana Monti, Rosario Coppolino e Debora Caprioglio. Un’intensa storia d’amicizia tra un giovane chirurgo e un apparente essere mostruoso.

Elephant Man, tratto dal capolavoro cinematografico firmato da David Lynch nel 1980, rivive al teatro Ghione di Roma grazie alla trasposizione teatrale di Giancarlo Marinelli, regista e autore dello spettacolo che ha scritto il copione partendo dai racconti del Dottor Treves, il neurologo che curò davvero il povero Joseph Merrick.
Elephant Man si basa infatti su un fatto vero e nel raccolto teatro Ghione c’è molta concentrazione conoscendo in tanti la storia dell’uomo elefante. Inconsueto il silenzio tra il pubblico che riscalda il teatro con applausi lì dove la commozione si fa più forte. Gli attori sono tutti straordinari, impeccabili nella parte. Come appare in scena Ivana Monti, uno spontaneo e incoraggiante battito di mani accompagna la grande attrice, che con grembiule bianco e cuffietta si muove a suo agio nell’ampio abito nero di scena. Corrono spesso i brividi lungo la schiena essendo la storia di grande impatto emotivo. La scenografia curata ed essenziale riporta indietro nel tempo nella Londra di fine Ottocento, si respira quasi l’odore della strada e l’olezzo che per finzione emana il protagonista, l’Uomo Elefante appunto, ovvero Joseph Merrick, che presenta numerose deformazioni in gran parte del corpo, soprattutto nel capo per via della sua Sindrome di Proteo, da cui deriva quel soprannome. Per coprire le sue malformazioni, Merrick indossa in testa un sacco bucato cucito, si muove con difficoltà per via della gobba che incide su tutta la postura del corpo che egregiamente l’interpretazione di Daniele Liotti riporta in vita. La bellezza dell’attore stavolta non si può leggere sul suo volto, essendo coperto da una maschera – realizzata da Stefano Stivaletti – per tutta la durata dello spettacolo e che solo poco prima dei saluti trionferà quasi angelica; la bellezza però è tutta interiore e ben la restituisce al personaggio che all’inizio non riesce ad alzare neanche la testa, ma che poi raccontando apre la sua anima che pura e umana riscalderà i cuori di tutti coloro che lo affiancheranno, soprattutto quello della severa e algida capo infermiera Madre Shead a cui l’eccellente Ivana Monti ridona dignità.
Anche Debora Caprioglio, che ricopre il ruolo della moglie del Dottor Treves (Rosario Coppolino), sorprende per la sua bravura: nonostante la febbre a 38 infatti offre il meglio di sé sul palcoscenico, su cui sfoggia alcuni tra i più sontuosi abiti d’epoca. I costumi del resto sono un elemento fondamentale dello spettacolo, che curati nel dettaglio caratterizzano ogni singolo personaggio. Sono in otto in tutto gli attori che recitano in questa complessa rappresentazione: ad affiancare i quattro protagonisti s’alternano sul palco Francesco Cordella (Maurice in La Bella e la Bestia) che qui apre la scena con quella carica di cinismo propria del signor Bytes, che voleva trasformare lo sfortunato Joseph in un fenomeno da baraccone, Serena Marinelli, Andrea Cavatorta e Simone Vaio; i loro ruoli controversi sono la sintesi di quella parte di società di ieri e di oggi che vive di espedienti e che sulle disgrazie altrui ci ride sopra, del resto è più facile giudicare un individuo che riuscire a leggere nel suo cuore intriso di poesia.
Fermarsi di fronte alle apparenze è uno dei grandi limiti dell’uomo e da questo spettacolo s’impara tanto, soprattutto in questo contesto storico dove l’estetica del corpo è imprescindibile e un’ostinata impotenza non riesce a guardare oltre la bellezza omologata.
Lunghi gli applausi e i saluti del pubblico e degli artisti che la commozione non riescono proprio a mascherarla.

Lo spettacolo continua:
Teatro Ghione
via delle fornaci, 37 – Roma
fino a domenica 17 febbraio
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
(durata 2 ore e un quarto intervallo escluso)

Elephant Man
tratto dall’omonimo racconto di Frederick Treves
regia Giancarlo Marinelli
con Daniele Liotti, Ivana Monti, Debora Caprioglio, Rosario Coppolino, Francesco Cordella, Andrea Cavatorta, Serena Marinelli, Simone Vaio
scene Andrea Bianchi/Forlani
costumi Marta Crisolini Malatesta
light designer Daniele Davino
la maschera dell’uomo elefante è realizzata da Sergio Stivaletti