Ritratti d’autore

Da mercoledì 27 febbraio a venerdì 1 marzo Emiliano Luccisano dirigerà, dopo averne curato l’adattamento ed esserne il protagonista, Lo spettacolo più pazzo del mondo (La Cantatrice Calva) di Eugène Ionesco, al Teatro Ciak di Roma. Abbiamo incontrato questo “Attore Dinamico” per rivolgerli qualche domanda prima del debutto e conoscerlo più da vicino.

Possiamo affermare che Emiliano Luccisano, nasce sul palcoscenico; fin da subito infatti ha capito che il teatro sarebbe stato il suo mondo. Come spiega questa sua innata passione e quando ha capito che la sua strada poteva essere proprio questa, sulla quale tra l’altro viaggia speditamente?
Emiliano Luccisano: «Queste sono cose che si capiscono presto, ma che non si spiegano mai. È come il tuo orientamento sessuale, o qualsiasi tipo di feticismo. È così e basta, senti che hai bisogno di quella cosa e la cerchi, tutto qua. Non capisci se è la tua strada, provi a tutti i costi a far sì che sia la tua strada. E in questo non ci sono punti d’arrivo».

Lungo tutto questo percorso in cui si è formato un attore, autore e regista affermato, qual è stato l’ostacolo più grande che ha incontrato e come ne è uscito?
E. L.: «L’ostacolo più grande è sempre combattere con se stessi. Non si ha mai consapevolezza di quello che siamo o di come gli altri ci vedono. Bisogna stare molto attenti a non sbilanciarsi né in un verso né nell’altro, che è un po’ quello che consiglierei al parrucchiere di Loredana Bertè o al ginecologo di Patty Pravo».

Grazie al suo essere un “Attore Dinamico” spazia con la scrittura creativa attraverso vari mezzi di comunicazione. Come definisce a parole sue, la radio, la televisione e il teatro?
E. L.: «La radio è ritmo, volume e vibrazioni. Ha pochi mezzi per attirare la tua attenzione e deve usarli tutti per farsi ascoltare. La televisione è massa, vendita, pubblicità e consumo, ma ci fa capire molto bene come siamo agli occhi degli altri, in questo mondo un po’ superficiale e alla portata di tutti. Il teatro invece, è la religione dell’uomo, perché è l’unica cosa in cui tentiamo di spiegarci a noi stessi. È vivo e senza filtri, un contatto diretto tra corpi. È l’arte in cui Dio siamo noi. Di conseguenza non abbiamo più nessuno con cui prendercela».

Ha definito Paola Tiziana Cruciani la sua “mamma” teatrale, conosciuta in quel Cantiere Teatrale divenuto una sorta di seconda casa. Che parole userebbe se dovesse fare di questa poliedrica donna una presentazione?
E. L.: «Paola Tiziana Cruciani è un’artista straordinaria. È stata molto importante per me perché mi ha insegnato due livelli di questo mestiere: il davanti e il dietro le quinte. Una comicità naturale irresistibile che diventa verità assoluta nel dramma, e allo stesso tempo una razionalità ferma nel mostrarci come costruire una carriera passo dopo passo, senza scorciatoie e lavorando sodo. Un grande esempio nell’arte e nel mestiere, di cui ancora oggi faccio tesoro».

Sylvester Stallone, sappiamo essere il suo mito. Se avesse la possibilità di farlo lavorare in suo spettacolo che ruolo gli proporrebbe e in che contesto? E soprattutto quale frase ad effetto gli farebbe pronunciare?
E. L.: «Allora, premetto che questa è forse la domanda più strana e più bella a cui ho dovuto rispondere. Detto questo se lavorassi con Stallone gli farei fare un pugile o un soldato americano in missione in Vietnam. Secondo me funziona.
La frase, senza ombra di dubbio, è: “È finita si dice alla fine”».

Eskimo è un progetto straordinario oltre che una serie web indipendente, che racconta di un gruppo di giovani militanti di un comitato, che fa riferimento a uno dei tanti movimenti extra-parlamentari dell’epoca. Lei è protagonista e ovviamente autore. Quali sono, a suo giudizio, gli elementi che hanno portato al successo questo prodotto realizzato anche grazie al crowdfunding?
E. L.: «La vicinanza di molte tematiche con i giorni nostri. Ad esempio la riforma Malfatti respinta nel 77 è l’attuale e disastrosa riforma applicata nelle università, Le discussioni su aborto e divorzio, repressioni violente e non da parte dello stato e altre tristezze del genere. In Revolution, lo spettacolo sull’Autonomia Operaia ambientato nel 77 da cui venne tratta la serie Eskimo, si affrontava tutto questo con una comicità dritta ma tagliente. È una cosa che mi è rimasta nel cuore».

A giorni al Teatro Ciak di Roma debutterà Lo spettacolo più pazzo del mondo (La Cantatrice Calva) e ha dichiarato che pur rispettando il testo originale, lo spettacolo sarà qualcosa di inedito, ci può dare qualche anticipazione? Cosa sorprenderà il pubblico?
E. L.: «Tutto. È sicuramente qualcosa che non hanno mai visto. Demoliamo i rapporti di coppia pur non parlandone assolutamente. Si troveranno di fronte dei ritmi mozzafiato, dei colori sgargianti, e una comicità pura, matematica, fatta di tempi e di suoni. Un divertimento che si fa guardare ma che non ti costringe a capire. Una logica nell’assurdo che, come la pazzia stessa, è così divertente da essere liberatoria».

Lo spettacolo avrà luogo:
Teatro Ciak

via Cassia, 692 – Roma
da mercoledì 27 febbraio a venerdì 1 marzo
orari: mercoledì, giovedì e venerdì ore 21.00

Compagnia Controcorrente e Attore Dinamico presentano
Lo spettacolo più pazzo del mondo (La Cantatrice Calva)
di Eugène Ionesco
regia Emiliano Luccisano
con Emiliano Luccisano, Claudio Cappotto, Ilary Artemisia Rossi, Sonia Merchiorri, Francesca Romana Biscardi, Lorenzo Trasarti
scenografia e allestimento Ambramà