Il Beckett che non ti aspetti

Il progetto In scena diversamente insieme porta sul palco del Quirino uno spettacolo ispirato all’autore irlandese, risultato di un laboratorio teatrale rivolto ai sordomuti.

Nella concezione popolare, il teatro è uno spazio chiuso dove “si svolgono spettacoli”, spesso divertenti quando ci sono dei comici come attori, altre volte pedanti, persino intellettualoidi, quando si mettono in scena i grandi classici. Ma fin dalle sue origini, il teatro è stato altro: spazio sacro dove il dio si rivelava agli uomini, spazio politico dove il popolo prendeva coscienza della propria condizione sociale, spazio psicologico ed emotivo in grado di scavare nell’animo di ciascuno, mettendolo a nudo dinanzi a sé stesso. Insomma, il teatro è – ed è sempre stato – tanto, più di quanto si è soliti ammettere. È anche spazio di incontro, di abbattimento di pregiudizi, di integrazione nonché di scoperta dell’altro e del prossimo; non si tratta di confondere però l’arte teatrale con la filantropia o con l’assistenza sociale, oppure con la pedagogia, perché tali dimensioni sono connaturate all’essenza del teatro, ed è stato l’uomo, cinicamente, a renderle a esso estranee nel corso del tempo.

In scena diversamente insieme è un progetto nato con l’intenzione di fare del teatro l’occasione di scambio tra chi si è sempre ritenuto “diverso”, facendosi collegamento e comunicazione tra universi che finalmente riescono a scoprirsi vicini. Rivolto a quegli strati sociali spesso emarginati a causa di handicap, reclusioni, esperienze di tossicodipendenza, il progetto è quest’anno alla seconda edizione, e propone tre spettacoli che sono il risultato di altrettanti laboratori teatrali, pensati e sviluppati a partire dall’incontro tra normodotati, professionisti del settore, individui problematici o persone diversamente abili. L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Roma Terzo Settore, che promuove tale attività in collaborazione col Teatro Quirino, dove i tre spettacoli sono organizzati e dove è andato in scena il primo, En Attendant Beckett. Linguaggi e segni del corpo nello spazio attraversando il mondo di Beckett; diretto e curato da Giuditta Cambieri, come si intuisce dal titolo, lo spettacolo è realizzato da un gruppo di giovani sordomuti, che hanno interagito e lavorato assieme a attori dando vita a un’opera autentica, genuina e profondamente significativa. Complici le ottime scenografie di Nicola Cosenza e i costumi di Loredana Spadoni – nonché le musiche di Marco Mari – lo spettacolo sorprende per la qualità effettiva: talvolta, quando si è dinanzi a una messa in scena di non-professionisti – bambini, esordienti, ma anche persone con problemi – si mette a disposizione una totale apertura di cuore per incoraggiare gli autori, anche se il livello risulta effettivamente e vistosamente lontano dal teatro vero e proprio. Certo, l’impegno legittima il risultato, ma come prevedibile esso appare spesso dilettantesco. Invece al Quirino si assiste a un’opera matura, una via a suo modo originale e incisiva di mettere in scena Samuel Beckett, autore adatto ad affrontare il tema della comunicabilità, ma anche dell’angoscia esistenziale e della solitudine. A farla da padrone è il linguaggio del corpo, e perciò della danza, ma anche il linguaggio dei segni e la profonda espressività dei volti. Il medley proposto assembla alcuni dei brani più belli delle pièce beckettiane, il cui tono nichilista e disperato rivolto all’uomo contribuisce a far cadere le differenze e a far sentire tutti uguali dinanzi all’assurdo. Se da un lato la “metafisica” di Beckett calza a pennello col progetto, dall’altro – come spesso accade nell’interpretazione del drammaturgo irlandese, anche da parte di compagnie professioniste – in numerose occasioni il clownesco diventa ilarità, l’ironia e il sarcasmo comicità, il che significa non aver compreso Beckett fino in fondo.

Ma d’altronde i tratti di matrice cabarettistica sono qui necessari dinanzi a un pubblico di non cultori, affascinati e commossi al vedere i propri amici, colleghi e familiari abbattere le barriere dell’incomprensione e approdare su un palco di tale prestigio.

Il progetto In scena diversamente insieme tornerà al Quirino il 28 settembre, questa volta con un laboratorio multietnico, e il 30 settembre per una messa in scena realizzata con dei detenuti. Nuove occasioni per vedere del buon teatro, perché è solo nella diversità che emerge il nuovo.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Quirino
via delle Vergini, 7 – Roma
martedì 14 giugno, ore 20.45

En attendant Beckett
Linguaggi e segni del corpo nello spazio attraversando il mondo di Beckett
Laboratorio teatrale integrato tra sordi e normodotati
tratto dalle opere di Samuel Beckett
conduzione e regia Giuditta Cambieri
lezioni – incontri Rosa Masciopino
scene Nicola Cosenza
costumi Loredana Spadoni
musiche a cura di Marco Mari
assistente al laboratorio e alla regia Angelo Del Vecchio
organizzazione Fabio Vincenti, Caterina Prandi