La gloria che uccide

teatro-eliseo-roma-80x80In scena al Teatro Eliseo di Roma lo spettacolo musicale End of the rainbow, omaggio a Judy Garland, icona incontrastata del secolo scorso, paradigma non solo del femminino scintillante ma anche del successo fatale, che divora prematuramente in vita consegnando alla gloria eterna il ricordo delle celebrità precoci.

Il Novecento è tristemente costellato di star giunte alle vette celesti troppo in fretta e precipitosamente scomparse, lasciando una luminosa scia di dolore e sregolatezza, come infelici comete. Le giovani generazioni risalgono con il ricordo fino agli artisti dannati del “Club 27” e si attengono alle recenti e clamorose scomparse di Amy Winehouse e Whitney Houston. Ma illustri precedenti hanno dato il “la” alla tendenza (senza voler indagare nelle biografie artistiche di tutti i tempi, colme di casi analoghi): Judy Garland è senz’altro la più celebre di questi (accompagnata dalla collega Édith Piaf, che la anticipò di pochi anni nella dipartita).
Ancora bambina, la Garland calcava le scene come un’artista matura: la Metro Goldwyn Mayer la assunse ben presto, e se la tenne stretta, investendola – come si fa con un capitale cospicuo – in ogni possibile produzione dal successo garantito. Così la giovanissima donna di spettacolo si trasformò in una macchina per soldi, e diversamente dai rassicuranti personaggi che interpretava, conduceva un’esistenza schiava dello show business. La dipendenza dall’alcol e dai farmaci fece il resto, distruggendo in lei ogni afflato vitale, e portandosela via a soli 47 anni.
Proprio degli ultimi giorni di Judy Garland racconta End of the rainbow, spettacolo musicale firmato da Peter Quilter, approdato in Italia dopo quasi un anno di programmazione a Broadway, che gli ha guadagnato un ottimo riscontro di pubblico e critica. Ripercorre le sei settimane di tournée che la Garland (Monica Guerritore) trascorse a Londra poco prima di morire, accompagnata dall’allora produttore, fidanzato e futuro quinto marito Mickey Deans (Alessandro Riceci) e dal fedele pianista e amico Anthony (Aldo Gentileschi). La Guerritore veste con piena credibilità i panni della diva affaticata dal peso dell’esistenza e dell’arte, mai sobria neanche in astinenza, sfrontata, ironica e informale. Fa sorridere e anche molto la sua recitazione leggera e spontanea, come anche addolora la sua convincente rivisitazione delle sofferenze e della declinante celebrità della show woman hollywoodiana. Le sue “spalle maschili” le tengono testa sul piano attorale, proprio laddove i personaggi richiedono di stare alla sua ombra, problematici e devoti alla star indiscussa. Sul palco con gli attori un trio musicale che accompagna dal vivo le esibizioni canore della Guerritore: impropriamente definito “musical”, End of the rainbow è infatti uno spettacolo con numerosi interventi cantati, necessari alla rappresentazione della protagonista. Questo – a volerlo trovare – il punto debole della performance della prima attrice: nonostante la preparazione fisica e il coaching al quale dichiara di essersi dedicata intensamente, il risultato vocale è incerto, ma a tutt’altra conclusione si giunge pensando che la Garland qui rappresentata era agli ultimi giorni, e l’abuso di farmaci e alcol al quale non riusciva a sottrarsi aveva pesanti conseguenze sulla voce e in generale sulla sua resa artistica. Ecco dunque ribaltata la prospettiva, a tutto vantaggio della Guerritore, che si è rivelata nel complesso decisamente all’altezza del suo ruolo.
Nota stonatissima della serata: a ridosso del finale, quando l’intensità drammatica tocca l’apice, un fotografo fa capolino dalla quinta della scenografia per immortalare la fittizia morte in diretta della diva, massacrando la scena e disintegrando il pathos faticosamente raggiunto dagli attori.
Un dettaglio tutt’altro che irrilevante, pernicioso per la valutazione della serietà richiesta sempre, ma soprattutto nelle grandi produzioni; un dettaglio che però non ha scomposto il pubblico di vip e addetti ai lavori presente in sala, né tantomeno alcuni avventori incappottati e impellicciati che, ignari di questo fastidioso imprevisto, avevano già lasciato discretamente il teatro all’intervallo.

garland

Lo spettacolo continua:
Teatro Eliseo
via Nazionale, 183 – Roma
fino a domenica 15 dicembre
orari: martedì, giovedì e venerdì ore 20.45, mercoledì e domenica ore 17.00, sabato ore 16.30 e ore 20.45
(durata 2 ore circa intervallo escluso)

Francesco e Nino Bellomo con Isola Trovata presentano
End of the rainbow
di Peter Quilter
regia Juan Diego Puerta Lopez
con Monica Guerritore, Alessandro Riceci, Aldo Gentileschi
band Vincenzo Meloccaro, Gino Binchi, Stefano Napoli
arrangiamenti musicali Marcello Sirignano
costumi Walter Azzini
scene Carmelo Giammello
luci Stefano Pirandello
vocal coaching Maria Grazia Fontana, Lisa Angelillo