Al Teatro Sala Fontana sono andati in scena gli spettacoli della rassegna Più che danza: dal 29 settembre all’11 ottobre, tante occasioni per riflettere sulla contemporaneità e ancora di più sui percorsi che il teatro contemporaneo sta prendendo.

L’anno scorso, il tema del festival (quest’anno al suo quarto anno di vita) si era concentrato sul corpo, quest’anno il focus è stato quello della multidisciplinarità: Franca Ferrari, ideatrice e direttrice artistica di Più che danza, è partita dal mondo della danza per poi raccogliere diversi artisti (con particolare attenzione all’ambiente lombardo) che hanno mescolato varie forme d’arte e di comunicazione portandole sulla scena.

Particolarmente interessanti gli spettacoli di martedì 10 ottobre: Femmine di Turconi/Deblasio e Crepare di rabbia, probabilmente della compagnia del Teatro della Catena.
Il primo si è interrogato su cosa significhi essere donna e relazionarsi con le donne attraverso una performance legata all’osservazione del pubblico stesso che viene invitato a salire sul palco, a vivere e interagire con la gente e con le installazioni presenti sul palco; il secondo, invece, ha restaurato la frontalità tipica del teatro riportando il pubblico nel buio delle poltrone in sala e l’attore (Maurizio Argàn) sul palco, addirittura collocato su una sorta di scranno composto da sedie di plastica impilate.

Due spettacoli molto diversi ma mossi da una stessa urgenza, ossia raccontare, e quindi elaborare, qualcosa che succede nella vita reale per portare in vita un processo artistico che nasce, da un lato, da traumi e difficoltà reali, come il confronto/scontro con l’altro sesso, arrivando a riflettere sul rapporto uomo-donna quasi a livello ancestrale (la disposizione del palco come una sorta di utero, con tanto di rumore che lo rievoca, conduce decisamente in questa direzione nel caso di Femmine) e, dall’altro, dall’elaborazione di un lutto familiare mai del tutto risolto finché non si è fatto arte e verbo (nel caso di Crepare di rabbia, probabilmente).

In entrambi i casi, gli spettacoli non sono di facile fruizione, ma a occhio lucido non sfuggono molti aspetti sui quali lavorare. Così come sono evidenti alcune pecche nell’organizzazione del festival nel suo complesso che, purtroppo, raccoglie poca gente tra il pubblico e mostra di essere lontana dal riuscire a gestire in maniera proficua il dibattito con gli spettatori. Se per il primo aspetto è possibile giustificare la debolezza degli spettacoli riconoscendo che sono ancora degli studi, work in progress sui quali gli artisti dovranno lavorare anche a partire dalle stesse reazioni del pubblico, per quanto riguarda la struttura festivaliera la speranza è che negli anni questa realtà possa avere sempre più risonanza, perché l’entusiasmo e la voglia di divulgare da parte di chi lo organizza sono palpabili e genuine.

L’unica certezza con la quale si esce da questi spettacoli è la riflessione sulla strada che sta prendendo il teatro contemporaneo, sempre meno accondiscendente e accomodante verso il pubblico e sempre più sfidante, ma d’altronde come diceva Brecht «se la gente vuole vedere solo le cose che può capire, non dovrebbe andare a teatro; dovrebbe andare in bagno».

Più che danza
Festival dedicato ai linguaggi performativi contemporanei
Quarta edizione

Teatro Fontana
via Gian Antonio Boltraffio 21, Milano
dal 29 settembre al 6-11 ottobre 2017
ideazione e direzione artistica Franca Ferrari
in collaborazione con Teatro Fontana
e con C. I. M. D, Conformazioni, Il Filo di Paglia, Lelastiko, Le Voci dell’Anima
col sostegno di Fondazione Cariplo
mediapartener Persinsala
schede degli spettacoli: https://teatro.persinsala.it/festival-piu-che-danza/43368

Femmine
Un progetto di Matteo Deblasio e Daniele Turconi
Con Matteo Deblasio e Daniele Turconi
Violoncello Flavia Passigli
Sound Design Massimiliano Arena

Crepare di rabbia, probabilmente
Scritto da Ilaria Drago
Con Maurizio Argàn
Diretto da Fabio Biondi
Collaborazione tecnica Francesco Zanuccoli
Produzione TEATRO DELLA CENTENA, RESEXTENSA CON IL CONTRIBUTO DI REGIONE EMILIA-ROMAGNA con il sostegno di COMUNE DI RIMINI CON LA COLLABORAZIONE DI L’ARBORETO – TEATRO DIMORA DI MONDAINO