Nell’ambito della rassegna di danza Exister 2010 Creazioni, quattro spettacoli diversi tra loro ma tutti all’insegna della creatività.

La serata al teatro Out Off è ricca di esibizioni. Apre Pietro Pireddu con una performance di sei minuti durante la quale il ballerino raggiunge la piena consapevolezza del proprio corpo. Ciò avviene attraverso una coreografia mai vuota, con molti movimenti provenienti dalla danza moderna e qualche accenno alla danza classica – ovvero le posizioni basilari dei piedi e le punte – che sottolinea la sua leggerezza sul palco. Man mano che il balletto prosegue Pireddu, guidato dalla musica, arriva a una condizione autenticamente assorta nella quale lui stesso e la musica diventano una cosa sola: sembra quasi che l’uno dipenda dall’altra.

Silvia Gribaudi si esibisce in quindici minuti e la sua performance non credo si possa definire precisamente un balletto. La motivazione per questo giudizio è presto detta: Gribaudi gioca molto con il fascio di luce che la illumina e mima attività – come nuotare e correre – in modo goffo, suscitando l’ilarità dello spettatore. Esegue alcuni movimenti lenti e ridicoli con un sottofondo rock ma è impacciata e finisce per tenere il ritmo con la pancia, ironizzando sulle protuberanze del proprio corpo. L’esibizione si potrebbe definire un pezzo di cabaret danzato, piuttosto che un balletto: è divertente ma non fa certo rabbrividire il pubblico per la sua bravura.

Totalmente diverso il discorso per Fabio Crestale – il ballerino protagonista del terzo spettacolo – che colpisce per la maestria tecnica e interpretativa. C’era questa volta è un progetto molto particolare e coinvolgente, nel quale il danzatore si comporta come un bambino incapace di stare in piedi, insicuro ma tenace nell’ottenere ciò che vuole. Nel momento in cui riesce a mantenere una posizione eretta si agita con movimenti scoordinati e instabili, provocando il riso ma suscitando anche una tenerezza materna. Verso la fine dell’esibizione si veste, indossando un paio di pantaloni verdi, una maglietta rossa e un cappello a cilindro, senza mai aiutarsi con le mani ma usando solo il corpo. Abiti e gesti insicuri rimandano la mente del pubblico al burattino più famoso delle fiabe: Pinocchio di Collodi.

Chiude la serata la compagnia Schuko che propone – in replica – l’emozionante spettacolo intitolato Coso, giocato sull’ossessione delle ombre. In questa performance si sposano perfettamente design – la scenografia è nata dalla collaborazione tra lo scultore cileno Augustin Olavarria e la stilista scenografa milanese Raffaella Spampanato – e danza contemporanea.

Quattro spettacoli molto diversi tra loro che trasmettono però positività e fanno sorridere il pubblico, qualità che la danza non sempre vanta nelle proprie corde.

Exister 2010 Creazioni

Teatro Out Off
via Mac Mahon 16 – Milano
fino a lunedì 26 aprile
info 02 890 71 618

Soul Movement
progetto, coreografia e interpretazione Pietro Pireddu
musiche Alvanoto

A corpo libero
coreografia e danza Silvia Gribaudi
elaborazioni musicali Mauro Fiorin

C’era questa volta
coreografia Valentina Benedetti
interprete Fabio Crestale
drammaturgia Sebastian Fisher
musica Meredith Monk

Coso
coreografia e interpreti Francesca Telli, Marta Melucci, Cristiano Fabbri
scenografia Schuko e Augustin Olavarria
costumi Lamula – Raffaella Spampanato