Bacio imperfetto

All’interno di EXIT – Emergenza per le identità teatrali, Teatraltro presenta sul palco dell’imponente e multifunzionale struttura del Teatro di Tor Bella Monaca Il baciamano, spettacolo tratto da un testo di Manlio Santanelli.

Non è facile decifrare l’arte del bacio, anche volendo fare esclusivo riferimento a una geografia occidentale: se già presso gli antichi Romani se ne trovano diverse sfumature d’uso (alleanza tra fratelli e soldati, affetto tra amici, erotismo tra amanti), fu con le prime comunità di Cristiani che il baciare assunse l’attuale e tipica dimensione, diventando – nel caso specifico – segno di saluto e spiritualità da scambiarsi prima dell’eucarestia (il bacio santo e di pace delle Lettere di San Paolo) ed espressione della fratellanza tra uomo e Dio, di cui il Vangelo di Matteo rese celebre il tradimento (bacio di Giuda).

Gesto di adorazione, rispetto e fedeltà, d’amicizia o d’amore, di protezione o di omaggio, il baciare, oggi laicamente visto da un punto di vista antropologico con una valenza pari a quella del linguaggio, per cui sarebbe una azione discriminante l’uomo dal resto del mondo animale, trova poi una particolarissima declinazione nella pratica del baciamano.

Di essa, divenuta storicamente rilevante nel Medioevo con l’atto di vassallaggio, si trova in realtà una illustre testimonianza già nell’Iliade, con la supplica che Priamo volse sommessamente ad Achille, appunto baciandogli le mani, pur di avere indietro il cadavere di Ettore.

Quale che sia la prospettiva, baciare è comunque una faccenda complicata e capace di offrire diversi spunti ermeneutici, che la regia Eduardo Ricciardelli sceglie – non casualmente – di “utilizzare” per affrontare l’essenza stessa da cui nasce EXIT: il tema dell’identità.
La drammatizzazione del testo di Manlio Santanelli, che riprende la reale e «tragica vicenda di una janara (strega) che deve cucinare un soldato giacobino, catturato e portato da suo marito Salvatore», riporta alla memoria le storie di cannibalismo ambientate nel napoletano del diciassettesimo secolo.
Riferimento freudiano all’atto di fondazione della civiltà (la rivolta contro il Padre dei cui resti i figli maschi si sarebbero nutriti) e di formazione di una individualità adulta, l’incontro con l’antropofagia farebbe sì che Il baciamano possa rientrare perfettamente nel clima di emergenza in relazione alle identità (teatrali) di cui EXIT si fa anche quest’anno portavoce nel ricco panorama di spettacoli proposti al Teatro di Tor Bella Monaca.
Una scelta consapevole e riscontrabile, per esempio, nell’uso delle luci che, facendo comparire e scomparire gli attori sulla scena, tenderebbe a isolarne le singole individualità, come pure nella costruzione della scena attraverso il posizionamento dei tre personaggi ai vertici di un’immaginaria forma geometrica all’interno della quale solo singolarmente sarebbe concesso muoversi.
Risulta convincente anche il modo in cui dal dialogo tra i due personaggi principali, interrotto dalle surreali incursioni di Aldo De Martino nella parte di rumorista, prendono forma le opposizioni (tra povertà e ricchezza, tra miseria e nobiltà, tra debolezza e forza) che danno corpo e anima al racconto, dando così spessore a una felice intuizione: una dialettica esistenziale capace di ribaltare la percezione di chi sia la vittima e il debole di turno. Perché, infatti, tali risulteranno sia la carceriera Janara (quando, pur sapendo di rischiare l’ira del marito, deciderà di liberare il prigioniero per ricevere il fatidico baciamano e vivere per un attimo la favola che fin da piccola racconta a se stessa) che, paradossalmente, il giacobino senza nome venuto a conoscenza della morte del figlio e per questo autodefinitosi «sconfitto dalla Storia» e, di conseguenza, indegno di vivere.

Sono questi meccanismi drammaturgici a lasciar ben sperare per la crescita di questa pièce, nonostante la regia si mostri ingenua nel costringere i due protagonisti, Monica Maiorino e Simone Sgambato, a eseguire con estrema rigidità l’alternanza dei registri linguistici (volgare lei, alto lui), impostando la recitazione a livello vocale e gestuale e rendendo così l’impressione di una sostanziale e inopportuna ingessatura.
Una debolezza da non trascurare perché proprio dall’interpretazione e dalla prossemica dipendono la possibilità di stabilire con il pubblico un intenso rapporto empatico e passionale.
Perché se talvolta alla passione di un bacio non sempre corrisponde il coinvolgimento, non è mai vero il contrario.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno della rassegna EXIT – Emergenza per identità teatrali
Tor Bella Monaca
via Bruno Cirino – Roma
(all’angolo di viale Duilio Cambellotti e via Tor Bella Monaca)
30 novembre, ore 21.00
www.exiteatro.com
www.feditart.it
www.casadeiteatri.roma.it

Teatraltro presenta
Il baciamano
di Manlio Santanelli
regia Eduardo Ricciardelli
con Monica Maiorino, Aldo De Martino,Simone Sgambato