Ritratti d’Autore

Inequilibrio – il Festival di danza e prosa proposto da Armunia a Castiglioncello (in provincia di Livorno) – mai, come in questo 2016, ebbe titolo più adeguato. Preoccupa, infatti, gli organizzatori, la recente situazione – che si è creata dopo il cedimento di una parte della tensostruttura, dove si trovava il palcoscenico principale per gli spettacoli proposti durante il Festival e le residenze. Con l’occasione, l’Amministrazione comunale di Rosignano Marittimo, proprietaria delle strutture utilizzate da Armunia, ha deciso il restauro totale del Castello Pasquini di Castiglioncello, sede e cuore pulsante delle attività artistiche e culturali dell’Associazione. A poco più di un mese dalla XIX edizione di Inequilibrio Festival 2016, gli spettacoli sono stati riprogrammati in location di emergenza, ma c’è timore per il prossimo futuro. Al momento, non si hanno tempi certi per la riqualificazione del Castello e sembra mancare uno spazio adeguato per gli spettacoli prodotti durante le residenze artistiche. Per capire cosa stia succedendo, abbiamo incontrato i direttori artistici di Armunia: Angela Fumarola e Fabio Masi, in carica da gennaio 2014.

Il cedimento della tensostruttura del Castello Pasquini ha incrinato certezze ormai acquisite da anni, mettendo in discussione tutta l’organizzazione di Armunia. Potrebbe, però, rivelarsi anche un’opportunità?
Fabio Masi: «La struttura aveva problemi da diverso tempo e noi avevamo già segnalato per iscritto all’Amministrazione comunale quanto stava succedendo. Non è stato un evento improvviso, ma una naturale usura dei materiali soggetti ai fenomeni naturali. Il problema principale è stato dover spostare gli spettacoli in palcoscenici di emergenza. Sia quelli dei giorni subito successivi, allestiti in alcuni casi al Teatro Solvay, che ha un costo piuttosto alto; sia quelli del Festival, ormai alle porte. Per quanto concerne ciò che succederà in seguito, al momento, lo abbiamo appreso dai giornali e in modo piuttosto vago. L’Amministrazione comunale ha deciso di eliminare la tensostruttura ma di non realizzarne una nuova, e sembra in trattative con la società Solvay per l’acquisizione del Teatro. Noi dobbiamo capire quello che accadrà realmente. Via la tensostruttura, ad Armunia manca di fatto un palcoscenico. Pare che il cantiere per la ristrutturazione sarà aperto nel 2017 e gli uffici, la foresteria e la sala prove e auditorium saranno spostati, speriamo temporaneamente, al Castello di Rosignano Marittimo. Ma ancora non ci è dato sapere quando saranno pronti i nuovi spazi. Soprattutto, non abbiamo idea di quando e se potremo nuovamente utilizzare i locali restaurati del Castello Pasquini».

Si percepisce che il decentramento di Armunia, da Castiglioncello a Rosignano Marittimo, non è accolto in maniera del tutto positiva. Armunia, però, sarebbe fisicamente più vicina alla popolazione locale – dato che Castello Pasquini è a Castiglioncello e in un luogo di passaggio. Potete chiarire i vostri dubbi?
Angela Fumarola: «Io vorrei parlare come cittadina, residente di Rosignano, piuttosto che da coordinatrice delle residenze di Armunia. Questo spostamento è un’azione forte e significativa per il territorio, per il ruolo di Armunia e le responsabilità che ha nei confronti dell’arte, del teatro e della danza contemporanea. Prima di essere deciso, e forse c’è ancora tempo per farlo, andava pianificato nelle modalità e nelle motivazioni. Cambiare la destinazione di Castello Pasquini, luogo dedicato all’arte e alla cultura da almeno vent’anni, è una trasformazione che avrà delle ricadute sul territorio e sulla nazione. Queste azioni vanno condivise e le modalità comprese, così da non stravolgere il progetto Armunia. Spostare le attività in un altro luogo – e mi domando, definitivamente? – e mantenere la stessa qualità, significa rivedere completamente i nostri progetti. Servirebbe una condivisione con tutti gli attori in campo: locali, regionali, ministeriali e, quando ce ne fosse bisogno, anche a livello europeo. Sono necessarie delle linee di condivisione, evitando di lavorare a compartimenti stagni. Noi siamo pronti a rimetterci in gioco, ma non sarà la stessa cosa. Spostare il luogo significa cambiare l’identità stessa del progetto».

F.M.: «La qualità del nostro lavoro è riconosciuta, e si è consolidata e rafforzata; tanto che, negli ultimi tre anni, i finanziamenti regionali e ministeriali sono aumentati. Questo vorrà pur dire qualcosa. Noi siamo preoccupati, inutile nasconderlo, che il Castello Pasquini si trasformi in un luogo per attività prettamente turistiche e commerciali. Il che non apporterebbe, comunque, maggiori numeri a livello turistico. Il modello Armunia per le residenze è nato qui, e la sua progettualità è stata presa a esempio per la Legge Regionale del 2010, e l’articolo n° 45/2014 del D.M. Il nostro modello è un punto di riferimento nazionale per l’arte e la cultura. Cambiare la destinazione di Castello Pasquini sarebbe, secondo noi, disattendere quarant’anni di storia del territorio. Peraltro, non abbiamo mai ostacolato la possibilità di celebrarci matrimoni o di svolgervi attività differenti e, in questi anni, è stata garantita la qualità della proposta culturale in collaborazione con il Comune. Il progetto auspicabile è quello di sapere cosa potrà utilizzare Armunia in futuro, in senso di spazi, per un policentrismo culturale entro i confini comunali. Rosignano Marittimo vuole acquisire il Teatro Solvay? Sarà resa disponibile una nuova foresteria? Benissimo. Ma il Castello Pasquini dovrebbe rimanere, comunque, il fulcro di Armunia e delle proposte artistiche sul territorio. Naturalmente, anche all’interno di una rete che includa il Teatro Solvay – per diversificare le proposte, attraendo maggiori finanziamenti. Questa era l’idea originale di chi decise l’acquisizione della struttura, quarant’anni fa».

Dove si svolgerà Inequilibrio Festival 2016?
A.F.
: «Per quest’anno il quartier generale rimarrà il Castello Pasquini, senza la tensostruttura, che sarà sostituita con spazi alternativi, utilizzati anche in altre edizioni, quali la Sala Nardini a Rosignano Marittimo e il Teatro Ordigno a Vada. Il 2017 rientra nel quadro futuro, quello da reinventare. A questo proposito vorrei inserire una riflessione: Armunia non è solo residenze; ma, soprattutto, creazioni che hanno bisogno di visibilità. In sostituzione, ci è stato assegnato uno spazio, un auditorium – una meravigliosa sala prove, che non ha le caratteristiche di un teatro e, quindi, non è totalmente funzionale alle necessità di allestimento degli spettacoli, da parte degli artisti; oltre al fatto che vi può accedere solo un numero limitato di persone. Noi, a livello nazionale, abbiamo la missione di sostenere le Compagnie e continueremo a farlo. Come? Prendendo in affitto dei capannoni industriali, come già deciso, che allestiremo ad hoc per permettere agli artisti di lavorare. Tale scelta, però, avrà un costo che graverà sul bilancio. Noi facciamo residenze multiple, a differenza di altre organizzazioni, e questo permette agli artisti di incontrarsi, di scambiarsi opinioni e sinergie. Da ciò nascono dei lavori innovativi. Questa è la funzione propulsiva che ha avuto Armunia, a livello nazionale, e che è stata riconosciuta per il suo valore. Se abbiamo una favolosa foresteria che può ospitare una sola Compagnia alla volta, si perde il senso del nostro lavoro. Ci sono altri spazi, nel Comune di Rosignano, utili alla logica degli incroci tra artisti? A Castiglioncello, inoltre, si è chiuso un teatro. Scegliamo di rinunciarvi? Attualmente offriamo un servizio alle scuole e alle associazioni locali, ma non sappiamo se e come il Teatro Solvay potrà rispondere a queste esigenze. Mi permetto di fare anche una proposta forse controcorrente. Perché non si costruisce un nuovo teatro, conciliabile con le esigenze autunnali e invernali di risparmio energetico, ecocompatibile, edificato dai cittadini con mattoni di terra cruda, con impatto economico non esorbitante e di livello socioculturale alto, anche in risposta a una costa devastata dalla chimica industriale?».

Come mai gli spettacoli proposti da Armunia non hanno numeri alti di spettatori? L’Amministrazione comunale, con i propri impegni economici, non chiede una ricaduta sul territorio?
A.F.
: «Il nostro lavoro è sempre curato e attento. Le nostre scelte di fare laboratori all’interno delle scuole, i progetti territoriali, la selezione degli artisti e delle proposte a livello di spettacoli, sono molto mirate – rispondendo altresì a necessità e priorità. Se ci fossimo adagiati, al contrario, sceglieremmo artisti e spettacoli che riempiono i teatri. Gli stessi artisti che, in altre località, attraggono maggiori spettatori, qui hanno uno share più basso. Nelle rappresentazioni per bambini tocchiamo circa i 150 spettatori. Bisogna far riferimento anche al bacino d’utenza e alla quantità degli spettacoli proposti. Non ci sono teatri in Italia che, come Armunia, propongano tre spettacoli in media a settimana».

Ma se lo scopo è di proporre una tipologia di teatro, considerato di qualità, Armunia non dovrebbe trovare un modo per stimolare il bacino d’utenza?
A.F.
: «In realtà è così. È vero che il pubblico va accompagnato e invitato a partecipare ai processi. Questo è quello che noi facciamo, ma la curiosità è sempre limitata al bacino d’utenza. Abbiamo degli aficionados che ci seguono da sempre, uno zoccolo duro che partecipa ai laboratori gratuiti di teatro-drammaturgia o di scrittura, e segue gli spettacoli. Gli insegnanti non sono artisti locali o nomi di Cartellone, ma soggetti che scegliamo in maniera consapevole. Per esempio, i workshop di Massimiliano Civica, dove l’artista stesso richiede al massimo venti partecipanti per la specificità del suo lavoro, è stato realizzato per un target preciso di utenti della Biblioteca comunale con orari mirati. C’era una richiesta per quella tipologia di utenti e noi abbiamo fatto la nostra proposta. Lavoriamo per fasce d’età e a piccoli numeri. Se avessimo aperto a un numero maggiore, non sarebbero arrivate comunque più di venti persone. Noi tocchiamo oltre 500 persone all’anno con i nostri laboratori gratuiti. Di queste 500 unità, a teatro e agli spettacoli, ne arrivano poche. Ma si aggiungono altri spettatori».

Non si potrebbe realizzare un numero maggiore di laboratori, per attirare sempre più persone?
F.M.
: «Certo che possiamo allargare l’ambito di attività, ma ci vogliono maggiori finanziamenti. Occorre porsi una domanda: vogliamo attrarre o coinvolgere? Come dice il regista Claudio Morganti, vogliamo trattenere o intrattenere? Si attrae facilmente, se si propongono nomi di richiamo, come Carlo Conti, Panariello o Leonardo Pieraccioni. Il lavoro di coinvolgimento ha bisogno di un’attività continuativa sul territorio che vada a cercare le persone quasi una per una. Dovremmo essere però messi in condizione di farne dieci di laboratori – come quello di Massimiliano Civica. Più cicli di attività con numeri adeguati alle tipologie di ciò che si propone. Uno, dieci, cento fuochi, che fanno la dimensione di un progetto culturale complessivo. Il risultato bello è quando, ad assistere agli spettacoli, ci sono spettatori misti, che arrivano dai vari laboratori e dalle attività proposte precedentemente. In futuro, se ci saranno più spazi messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, a partire dal Castello Pasquini rinnovato, la nuova foresteria, magari il Teatro Solvay e la sala adiacente – adesso adibita a biblioteca e che attende i finanziamenti regionali – oltre all’auditorium di Rosignano Marittimo; ebbene, con una tale moltiplicazione di sale, anche il numero di persone potrà essere maggiore. E se le stesse saranno curiose, come speriamo, potranno vedere tanti spettacoli di artisti, anche apparentemente sconosciuti. Il nostro è un lavoro carsico. L’alternativa è realizzare una Stagione teatrale con nomi di grido, di circuiti regionali o nazionali; come, per esempio, Nancy Brilli o Silvio Orlando – che due Stagioni fa riempì quasi del tutto il Teatro Solvay. In altre parole, l’alternativa a quello che facciamo noi è la spettacolarizzazione. Avere 120 persone che, al Teatro Solvay, vengono a vedere la Compagnia Scimone/Sframeli, come è stato il 30 aprile scorso, è un grande risultato, tenendo conto che il teatro, in sostituzione di emergenza alla tensostruttura impraticabile, ha un affitto di 1200 euro al giorno. Vorrei anche specificare che ciò che l’Amministrazione comunale fornisce ad Armunia come finanziamento, ossia 615.000 euro l’anno, è a totale copertura delle spese strutturali del personale e del Castello Pasquini, non per le attività. Chiudere Armunia non farebbe risparmiare il Comune».

A.F.: «Se 120 spettatori possono sembrare pochi, c’è da dire che, essendo stata la nostra l’unica data toscana, sono arrivati anche da Firenze e Pisa. L’anno scorso abbiamo ospitato il Premio Lo straniero; e, tra i premiati, c’era Vinicio Capossela. In quell’occasione siamo stati accusati di non avere fatto abbastanza pubblicità alla sua presenza. Ma per noi, lui aveva la stessa valenza di tutti gli altri artisti premiati, e non era eticamente corretto metterlo in evidenza. Capossela, ospitato all’interno di un premio, a sua volta accolto da un Festival, è ciò che ha notato la maggior parte dell’utenza, sottovalutando tutto il resto>>.

Da ottobre prossimo il Teatro Solvay sarà a disposizione del Comune di Rosignano per la Stagione teatrale invernale, e vi saranno ospitati spettacoli del circuito di Fondazione Toscana Spettacolo. Voi, dove farete esibire gli artisti che proporrete?
F.M.
: «A ottobre saremo ancora a Castello Pasquini, per quello che sappiamo al momento. Sia per quanto riguarda gli uffici che gli altri spazi. E vi manterremo le residenze. Già da giugno, avremo in affitto un capannone industriale, a disposizione degli artisti e degli spettacoli da provare, fino a settembre».

A.F.: «Abbiamo individuato degli spettacoli, quasi da camera, per proseguire la nostra programmazione. Non possiamo affittare il Teatro Solvay alle cifre richieste. Proporremo spettacoli più piccoli e ridimensionati; e ci appoggeremo al Centro Le Creste di Rosignano Solvay, utilizzando quegli spazi per attività diverse, tipo le conferenze, di cui abbiamo già un ciclo programmato con il professor Luca Scarlini, sull’arte e i personaggi del Novecento legati al teatro».

Ci dobbiamo prefigurare un futuro, dove l’Amministrazione comunale gestirà una Stagione teatrale con nomi di grido al Teatro Solvay e Armunia che opererà in maniera contrapposta?
A.F.
: «La programmazione che farà il Comune non sarà in conflitto con ciò che proponiamo noi, del resto è già cosi. Ancora nel 2014, fino a che non abbiamo deciso di non utilizzare oltre il Teatro Solvay, c’è stata una commistione di generi differenti. A loro gli spettacoli del circuito di FTS; a noi quelli con 50 spettatori. La scelta di fare spettacoli per pochi spettatori, in serate infrasettimanali, è tale. Indispensabile è non sovrapporre le date».

F.M.: «Ci sono sempre stati molti pregiudizi nei confronti di Armunia. Negli anni 80, quando era qui stabile la Compagnia di Misha Van Hoecke, che riusciva a portare tanti spettatori, c’erano comunque polemiche per i troppi soldi spesi. Adesso che Misha non c’è più, si glorifica, continuando ad affondare il coltello in Armunia per quello che fa al presente. Se il teatro è un servizio pubblico, che utilizza fondi pubblici, deve essere educativo: questo è quello che cerchiamo di fare».

Programma di Inequilibrio Festival 2016

Premio Lo Straniero / 3 luglio

Danza

Enzo Cosimi ESTASI / 28 giugno

Silvia Gribaudi Progetto Over 60 DOV’È ADAMO / 28-29 giugno

Manfredi Perego GRAFICHE DEL SILENZIO / 28 giugno – DEI CRINALI /29 giugno – HORIZON / 30 giugno

Silvia Gribaudi R.OSA / 30 giugno Anteprima

Francesco Colaleo RE- GARDE / 30 giugno

Abbondanza Bertoni I DREAM / 1° luglio

Carlo Massari e Chiara Taviani TRISTISSIMO / 2 luglio

Giovanni Leonarduzzi CI SONO COSE CHE VORREI DAVVERO DIRTI / 2 luglio

Daniele Albanese DRUMMING SOLO / 3 luglio

Alessandra Cristiani OPHELEIA. Ofelia aiuta Ofelia / 3 luglio

Bitter Sweet Dance – Liat Waysbort (ISR) PLEASE ME PLEASE / 8-9 luglio Please me please – the solo e Pplease me please – the duet, Prima Nazionale

Simona Bertozzi IL DONO. Secondo quadro del Prometeo / 8-9 luglio

Idan Sharabi e Niv Marinberg (ISR) NOW / 9-10 luglio Prima Nazionale

Prosa

Claudio Morganti-Rita Frongia con Gianluca Stetur, Francesco Pennacchia, Sergio Licatolosi FREIER KLANG/ 28 giugno

Lucia Calamaro con Riccardo Goretti, Alice Redini, Simona Senzacqua LA VITA FERMA: SGUARDI SUL DOLORE DEL RICORDO / 28-29 giugno Dramma di pensiero in III atti – primo studio su I e II atto

Gli Omini-Armando Pirozzi PIU’ CARATI / 28-29 giugno

Compagnia I Sacchi di Sabbia I 4 MOSCHETTIERI IN AMERICA / 28-29-30 giugno

GogmaGog-Virginio Liberti INFINITA GUERRA ITALIANA. Un progetto in 4 battaglie per Inequilibrio Festival / 29-30 giugno-1 luglio Prima Nazionale

Andrea Cosentino-Valentina Capone NIENTE (farsa nera) / 30 giugno-1 luglio Prima Nazionale

Fortebraccio Teatro METAMORFOSI (nuovo percorso) / 30 giugno-1-2-3 luglio

Massimiliano Civica-Sacchi di Sabbia DIALOGHI DEGLI DEI / 1-2-9-10 luglio Prima Nazionale

Compagnia Frosini-Timpano ACQUA DI COLONIA / 2-3 luglio Prima Nazionale

Compagnia Garbuggino-Ventriglia DON CHISCIOTTE / 2-3 luglio Prima Nazionale

Tamara Bartolini-Michele Baronio TU TWO. Due alla fine del mondo / 2-3 luglio

Teatrino Giullare TITOLO DA DEFINIRE / 6 luglio Prima Nazionale

Massimiliano Civica PAROLE IMBROGLIATE / 6 luglio

Compagnia Quotidiana.com LEI È GESÚ / 6 luglio

Nerval Teatro-Lucia Calamaro MA PERCHÈ NON DICI MAI NIENTE? Monologo / 6-7 luglio Prima Nazionale

Compagnia Astorri-Tintinelli IL SOGNO DELL’ARROSTITO e VOLKSWAGEN TRAUMER (il pulmino dei sognatori) / 6-7 luglio

Luca Scarlini LA BEFFA DEL DESTINO. Un racconto con immagini e musiche su Sem Benelli / 7 luglio

Compagnia Thon-Gu ROOMS / 7 luglio

Roberto Rustioni DONNE CHE SOGNARONO I CAVALLI (da Daniel Veronese) / 7-8 luglio

Compagnia Quotidiana.com Spettacolo Laboratorio con gli allievi di Artimbanco (Cecina), teatro Florenskji (Livorno), Teatro Rossi Aperto (Pisa) SANTA PAZIENZA / 8-9 luglio

Compagnia Guinea Pigs TRITTICO DELLA GUERRA / 8 luglio

Oscar De Summa DIARIO DI PROVINCIA / 8 luglio – STASERA SONO IN VENA / 9 luglio – LA SORELLA DI GESUCRISTO e la sua Smith&Wesson 9 mm / 10 luglio Prima Nazionale

Silvia Franco CONFESSIONI / 9 -10 luglio Prima Nazionale

Inequilibrio ospiterà la mostra (dal 6 al 10 luglio) e le performance (6-7-8 luglio) PAESAGGI SONORI di Francesca della Monica-Gian Mario Conti