Il 19 ottobre ha debuttato all’Angelo Mai di Roma Bizarra, una saga argentina, la prima teatronovela del mondo. E la capitale va in delirio.

Dopo il clamoroso successo ottenuto al Napoli Teatro Festival l’aspettativa era altissima, ed è stata soddisfatta, anzi superata. Bizarra è uno spettacolo irriverente e spregiudicato che conquista il pubblico con ruvida disinvoltura.

Gli spettatori stanno ancora prendendo posto nella platea di sedie, sui gradoni in legno, e già ridono mentre una voce femminile fuori campo li invita a spegnere i telefoni cellulari e a non fornicare visibilmente.

L’allestimento prevede un palco nudo, minimale, e uno schermo su cui vengono proiettati gli sfondi a rimpiazzare le scenografie.

L’avvio è drammatico e scioccante. Una foto di mucche morte portate al macello: una voce, la loro voce, pronuncia una maledizione, una profezia apocalittica di dolore, agonia e atroce vendetta. Il segnale inconfutabile che, al di là delle sue manifestazioni ironiche e grottesche, Bizarra è una cosa molto seria. Non si dimentichi, infatti, che lo scenario è un’Argentina d’inizio millennio martoriata dalla crisi economica e da esplosivi conflitti sociali.

Ma lo spavento si disperde un attimo dopo, quando la storia prende corpo in un vorticoso susseguirsi di scene paradossali. La cantante bionda degli Abba (Raffaella Pontarelli), grazie alla psicanalisi, recupera i ricordi del suo passato, scopre di essere argentina e di aver partorito vent’anni prima due figlie gemelle, poi separate e abbandonate al loro destino. Decide perciò di ritrovarle, lascia la Svezia e torna nel suo Paese. A Buenos Aires, intanto, Velita (Pepita Cianfoni) e Candela (Luisa Merloni) conducono le loro esistenze ignare una dell’altra: Velita inscatola carni al mattatoio, è povera, analfabeta e trasuda desiderio d’amare. Candela è invece una giovane ricchissima e sola, affetta da infelicità cronica e da una particolare disfunzione fisica: a seguito di un incidente di equitazione ha perso il senso dell’olfatto e del gusto.

Intorno a loro, personaggi che sono maschere: il sindacalista, la dark, la mercante d’arte, il militare, il mafioso, il depresso, il travestito, il detective, solo per citarne alcuni. Si delinea così un affresco minuzioso della società argentina, descritta come un “corpo” spaccato a metà, lacerato dalla contraddizione fra il sovrabbondante e il meno di niente, che chiede solo di essere ricomposto.

Il testo, acuto e spietato, nasce dalla penna superba di Rafael Spregelburd, drammaturgo argentino fra i più importanti nel panorama internazionale e restio per natura artistica alle opere brevi (è già autore di una eptalogia). Manuela Cherubini, regista di Bizarra, ha anche il merito di aver scoperto e tradotto quest’opera grandiosa, difficile da spiegare a parole. I numeri aiutano a rendere l’idea: trenta ore di spettacolo, dieci puntate replicate per dieci settimane, centouno personaggi per trenta attori, il tutto a nove euro di biglietto riducibili a sette in abbonamento. Un progetto ardito al limite dell’incoscienza, ma proprio per questo un segnale prodigioso di riscossa nel torpore apatico dell’industria culturale.

Bizarra in pillole 
Prima puntata: Nasce una stella bizarra

Encarnacion scopre sotto ipnosi di avere due figlie (Velita e Candela) e fugge in Argentina a cercarle.
Velita (la figlia povera) riceve per il suo compleanno un telescopio fatto di barattoli vuoti, guarda il cielo e scopre una stella appena nata, se ne appropria e la battezza Bizarra.
Washington (Gian Marco Di Lecce), collega di Velita al mattatoio, segretamente innamorato di lei, la osserva incantato e la segue in ogni dove.
Franco (Ferruccio Ferrante), depresso cronico, proprietario della povera dimora dove Velita abita con la matrigna Wilma (Simona Senzacqua), la sorellastra-dark Alba (Laura Riccioli) e Genoveva (Pamela Sabatini), la figlia cieca di Franco, porta a casa Encina (Stefania Aluzzi), la giovane fidanzata incinta, e la presenta ai suoi.
Candela (la figlia ricca) telefona a tutte le amiche per invitarle alla sua festa di compleanno, ma nessuna accetta. Ha preparato per loro Bizarre, un profumo dai misteriosi effetti. Felicia (Patrizia Romeo), la madre che poi è la zia, invita i suoi amici a casa per festeggiare Candela. Il Colonnello Sebastian (Paolo Civati), invitato alla festa, dissimula invano il suo amore per Candela.
Il Detective Julio (Marco Quaglia) si introduce a casa di Candela travestito da spogliarellista per inseguire Dubian (Alessandro Riceci), fratello di lei, sospettato di crimini di droga. Appena vede la ragazza se ne innamora.

Lo spettacolo continua:
Angelo Mai

via delle Terme di Caracalla, 55a – Roma
fino a giovedì 23 dicembre
orario: dal martedì al venerdì, ore 20.30 (durata 2 ore e mezza circa senza intervallo)
Bizarra, una saga argentina
di Rafael Spregelburd
traduzione Manuela Cherubini
regia Manuela Cherubini, Giorgina Pilozzi, Fabio Cherstich, Flaminia Caroli
produzione Fattore K, Angelo Mai, Psicopompo Teatro con il sostegno di Rialtosantambrogio, Semintesta – Spazio Zip, Produzionepovera, I Generali
scene, costumi, visione Francesco Esposito
direzione tecnica, disegno luci e video Igor Renzetti
trucco Sara Cotichelli

cast degli eroi di Nasce una stella bizarra, prima puntata

Stefania Aluzzi, Raiomondo Brandi, Pepita Cianfoni, Paolo Civati, Gianmarco di Lecce, Mary Di Tommaso, Ferruccio Ferrante, Andrea Labozzetta, Serenella Trasitano, Raffella Pontarelli, Laura Riccioli, Fabio Pappacena, Giorgio Sorrentino, Elettra Mallaby, Luisa Merloni, Patrizia Romeo, Alessandro Riceci, Marco Quaglia, Andrea Martorano, Paola Michelini, Simona Senzacqua e Pamela Sabatini