Pensavo fosse amore

bellini-napoliDopo le prime tappe al Nord, Claudio Bisio arriva a Napoli con Father and Son, spettacolo ispirato ai  lavori Gli Sdraiati e Breviario Comico di Michele Serra.

Parte benissimo Father and Son. Calato in un gioco di luci e in una scenografia che trasmettono solennità, ma non grevità, Claudio Bisio regge la scena in solitudine, cimentandosi con destrezza in un bellissimo monologo che rivela una scrittura straordinaria dai risvolti a tratti poetici, suggeriti anche dal violino e dalla chitarra che lo accompagnano dal vivo.

Bisio, qui nelle vesti di un padre dei giorni nostri, ci parla del rapporto complicato con il figlio, una relazione minata dal gap generazionale e dai ruoli che entrambi assumono rispetto l’uno all’altro e al contesto storico-sociale in cui vivono. Il primo è un uomo in bilico tra la funzione educativa che gli compete, le responsabilità che in quanto genitore ha e la volontà di ridurre quella distanza, ricorrendo ad atteggiamenti da amico e confidente. Il secondo, dal suo canto, è un giovane silente, schivo, concentrato su se stesso e sommerso da apparati tecnologici che, usati simultaneamente, riempiono quello che altrimenti sarebbe un insopportabile silenzio con cui fare i conti.

E il testo si focalizza proprio su questa mancanza di comunicazione che di vicendevole conoscenza. Tratteggia figure (paterne) non ancora rassegnate e (filiali) passive, mentalmente e fisicamente pigre, disinteressate. Volge quindi un rimprovero all’attuale generazione, ma nel farlo ricorre al registro dell’ironia e della comicità di cui Bisio è perfetto interprete. L’autore restituisce la malinconia e la tenerezza di due solitudini che forse si vorrebbero vicine, ma che non sanno ritrovarsi perché sprovviste di un linguaggio comune. L’attore è solo sul palco e la scena non muta mai, eppure li vediamo, padre e figlio, che condividono i medesimi spazi (fisici, ma non emotivi), che sarebbero sebbene non se lo dicano mai.
Dopo un promettente inizio, la pièce tende a incespicare, perdendo l’armonia di toni seriosi, anche se non pedanti, e delicati, ma non superficiali, con cui aveva inaugurato. Quello che era un perfetto e calibrato equilibrio tra il riso e la riflessione, paga il dazio a quello che sembra una chiara volontà di alleggerire i toni e incontrare il gusto di un pubblico più vasto.

Una netta virata – a vantaggio della comicità e della satira sull’attuale e inflazionata situazione politica italiana – semplicistica, accompagnata da una improbabile critica all’adolescente contemporaneo, ridicolizzato nelle sue abitudini, senza quella tenerezza che prima ne aveva descritto la complessa realtà. Bisio resta grandioso sul palcoscenico, gestisce il suo monologo senza mai perdere colpi, punteggiato qua e là dal delizioso accompagnamento musicale di cui sopra.

Stridono le diverse parti dello spettacolo, mancano di coerenza e compattezza e fanno apparire Father and Son come frammentato, incompleto, lasciando vivida la sensazione che il viaggio nel cuore del rapporto padre-figlio sia durato troppo poco e che sia passato per fare spazio a momenti da piccolo schermo.

Peccato.

Lo spettacolo continua
Teatro Bellini
Via Conte di Ruvo 14, Napoli
dal 27 gennaio all’1 febbraio 2015
da martedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 17.30

Father and Son
di Michele Serra
regia Giorgio Gallione
con Claudio Bisio e i musicisti Laura Masotto (violino) e Marco Bianchi (chitarra)
musiche Paolo Silvestri
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
produzione Teatro dell’Archivolto