Il grottesco colpisce ancora

Al Teatro Verdi l’allegra combriccola del collettivo Favelas, accompagnata dai Pali e Dispari, porta in scena uno show che intreccia lo stile comico al grottesco. Un mosaico che gioca con lo spettatore e lo fa sorridere – senza sapere perché.

C’è bisogno di aria nuova, di creatività che mescoli, impasti e modelli qualcosa che prima di tutto stimoli l’ingegno e, alla fine, non chieda necessariamente una reazione del pubblico. C’è necessità impellente di genesi intellettiva che renda visibile anche l’invisibile e sovverta ogni canone di comicità esistente.

Il testo di Angelo Raffaele Pisani e Marco Silvestri, nell’insolita veste di registi e scrittori – in scena al teatro Verdi fino a sabato 9 aprile, prende spunto proprio da questo tipo di riflessione: dalla voglia di cancellare sull’etichetta due parole piatte come “linearità” e “canone”. Nel mondo di Favelas c’è spazio per tutto ciò che non ha senso, che è paradossale ma diverte, affondando le proprie radici in un humus bohemien – che forma un nuovo senso d’arte.

Gli ingredienti segreti per riuscire a saldare perfettamente i pezzi di questo puzzle sono diversi: oltre allo spirito proprio del testo, diventano fondamentali la presenza e la bravura degli attori, la poliedricità degli stili e la grande capacità regsitica di sapere dare il giusto disordine. Già, perché spesso accade che la confusione totale nasconda una lucida follia – che sostiene l’impianto dello spettacolo: anche questo è una dei molteplici volti dell’arte.

Il titolo, in effetti, può essere inteso come la sintesi perfetta di ciò che è caos, paradosso, ma, allo stesso tempo, affascina per lo spirito e per i protagonisti che si muovono all’interno del microcosmo della periferia brasiliana. Il non-senso si coglie a pieno dopo il primo dialogo tra Angelo e Marco – più conosciuti come i Pali e Dispari – che, attori e mattatori della serata, distruggono il senso della parola attribuendo ai nomi propri un rimando semantico completamente inventato e, con questa piccola introduzione destabilizzante, in realtà spiegano il significato “profondo” dell’intero show.

In alcuni momenti, non a caso, sembra di assistere a uno spettacolo circense dove, al posto di domatori di leoni, clown e donne cannone, compaiono improbabili intercettatori telefonici, prostitute che si scandalizzano per le parolacce, travestiti in stile burlesque e minotauri in transito sul palco, che mettono in crisi il Larsen – interpretato da Marco Della Noce – lasciandogli il dubbio che gli “amici oppiacei” abbiano danneggiato in modo irreversibile le sue cellule cerebrali.

Un po’ Moulin Rouge un po’ Accross the Universe, Favelas produce un risultato notevole per intensità e coinvolgimento, trascinando gli spettatori in un vortice di comicità non comica, in cui la risata c’è, esiste, ma conta meno del divertimento. Poco importa che ci siano pezzi grossi del circuito di Zelig sul palco, come Katia Follesa, i Pali e Dispari o Marco Della Noce, della grande carovana del cabaret milanese rimane soprattutto il progetto di sperimentazione che, da qualche stagione, sta lanciando nuove promesse e premesse della comicità italiana – e non solo milanese.

Lo spettacolo continua:
Teatro Verdi
via Pastrengo 16 – Milano

fino a sabato 9 aprile
Favelas
di Angelo Raffaele Pisani
con: Angelo Pisani e Marco Silvestri, Katia Follesa, Herbert Cioffi, Didì Mazzilli, Gianmarco Pozzoli, Gianluca De Angelis, Marco Della Noce e Le Hostess di volo