Mandrakate senza tempo

Al Teatro Sistina di Roma è in scena Febbre da Cavallo, la prima trasposizione teatrale del film che ha segnato un’intera generazione, con protagonisti Andrea Perroni e Patrizio Cigliano, nei ruoli che furono di Montesano e Proietti. In scena fino al 9 aprile.

Sono sempre più frequenti a teatro, soprattutto al Sistina, le trasposizioni cinematografiche di storie che in modo diverso hanno lasciato il segno nell’immaginario collettivo. Se agli altisonanti titoli musicali siamo abituati, essendo questi presenti sui cartelloni di tutto il mondo, con le produzioni di casa nostra c’è un pizzico di orgoglio in più, soprattutto quando le grandi commedie all’italiana rivivono come per magia su un palcoscenico e riportano alla luce battute memorabili. Così è stato ad esempio con Il Marchese Del Grillo e così è, in queste settimane, con Febbre da cavallo.

A quarant’anni dalla prima al cinema, era infatti il 17 maggio del 1976 quando uscì nelle sale italiane, Febbre da cavallo si trasferisce a teatro contagiando quanti a memoria conoscono ogni sequenza, divenuta qui scena, riproposta perfettamente grazie all’attenta regia di Claudio Insegno.
Oltre alla trama, ripresa per filo e per segno, anche i personaggi sono stati ricalcati alla perfezione, soprattutto Er Pomata, interpretato da Andrea Perroni, praticamente un’imitazione di Montesano in tutto e per tutto, dai capelli impomatati appunto all’intonazione della voce. Patrizio Cigliano ha invece il difficile compito di riportare sul palco uno dei tanti personaggi caratterizzati dal talento unico di Gigi Proietti, ovvero Mandrake. I baffi e lunghi cappotti con la pelliccia sono quelli, ma il carisma di Proietti è impossibile da riproporre, nonostante la bravura dell’attore, anch’egli romano, che comunque entusiasma soprattutto nel famoso carosello del «Whisky Maschio Senza Rischio» dimostrando grandi capacità e scioltezza. Ad affiancare i due protagonisti anche il bravo Tiziano Caputo nel ruolo di Felice, Sara Zanier in quello di Gabriella, nella pellicola interpretato da Catherine Spaak e lo straordinario Maurizio Mattioli nei panni dell’Avvocato De Marchis, che furono di Mario Carotenuto. Mattioli, vero cavallo di razza, ha la sua personalità per cui con disinvoltura personalizza il personaggio, esaltandone lo spessore nel momento del tentato suicidio in cui si mette alla prova anche con il canto. Proprio le parti cantate sono la novità a cui ha lavorato Toni Fornari, che si ricava anche un simpatico ruolo nella commedia; l’aggiunta di testi musicali alla conosciutissima trama, che vede i noti personaggi districarsi tra imbrogli e sotterfugi pur di portarsi a casa la tris vincente, non regala nulla di nuovo a Febbre da cavallo, se non un dinamismo maggiore rafforzato ulteriormente dalle coreografie di Stefano Bontempi, colorate anche dai costumi di Paolo Marcati indossati dal corpo di ballo.
L’ippodromo, come un grande schermo, occupa gran parte della scena in più fasi dello spettacolo. Attraverso delle video proiezioni, infatti, si entra sin da subito all’interno di quell’area, sede di scommesse, sorprese e bugie che fa da sfondo a tutta la commedia, in cui non potevano mancare, anche per questa occasione, le musiche di Fabio Frizzi. È proprio il famosissimo motivetto a echeggiare, ancora prima dello spettacolo, per via Sistina, pochi minuti prima della serata dedicata alla stampa, mentre i protagonisti sfilano accompagnati da tre cavalli lungo la strada.

Febbre da cavallo, che sarà in scena fino al 9 aprile, è soprattutto un omaggio a un film cult e a Steno, padre di Enrico Vanzina, che ne ha curato l’adattamento con la Supervisione Artistica di Enrico Brignano. Dal momento che questo titolo è fortemente ancorato ai suoi protagonisti, tanto che anche la locandina è stata riprodotta perfettamente a quella del cinema, rivedere nei loro ruoli proprio Montesano e Proietti, sarebbe stata una vera mandrakata. I paragoni del resto sono inevitabili e nonostante qualche qualche capello bianco e qualche anno di esperienza in più i due attori restano dei veri fuoriclasse, dopotutto la febbre del gioco colpisce a ogni età.

Lo spettacolo continua:
Teatro Sistina

via Sistina, 129 – Roma
fino a domenica 9 aprile
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
(durata 2 h e 30 minuti intervallo escluso)

MF Produzioni in collaborazione con Ipe Confidi presenta
Febbre da Cavallo
di Enrico Vanzina
regia Claudio Insegno
con Andrea Perroni, Patrizio Cigliano, Tiziano Caputo, Sara Zanier, Maurizio Mattioli
supervisione artistica Enrico Brignano
musiche Fabio Frizzi
testi delle canzoni Toni Fornari
collaborazione ai testi Massimiliano Giovanetti, Manuela D’Angelo
scene Gianluca Amodio
costumi Paolo Marcati
coreografie Stefano Bontempi
direzione tecnica Marco Pupin
sartoria D’Inzillo Sweet Mode
parrucche Mario Audello
organizzazione generale Michele Montemagno