Martire desiderio

Al Teatro della Cometa, fino a domenica 21 aprile, Nadia Baldi cura la regia di Ferdinando, il testo forse più famoso di Annibale Ruccello, che vede in scena Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio e Francesco Roccasecca.

Quando si parla di Annibale Ruccello, purtroppo, dobbiamo usare il tempo passato, essendo questo straordinario commediografo, nonché attore e regista, scomparso prematuramente più di trent’anni fa. Ruccello, tuttavia, con le sue straordinarie opere, senza tempo e geniali, è ancora presente in ogni replica, che con successo entusiasma il pubblico in ogni teatro e Ferdinando, commedia scritta nel 1985 e vincitrice di due premi IDI – uno proprio nello stesso anno come testo teatrale e il secondo nel 1986 come miglior messinscena -, ne è un esempio. Andato in scena al piccolo Eliseo, nella scorsa stagione, con l’attenta regia di Nadia Baldi, è in cartellone in questa settimana santa al Teatro della Cometa, fino al giorno di Pasqua, domenica 21 aprile. Sembra quasi una provocazione visto il tema trattato, che coinvolge uno dei protagonisti: Don Catellino, interpretato dal bravissimo Fulvio Cauteruccio, un prete coinvolto in vari intrallazzi non solo politici, confessore di Donna Clotilde (Gea Martire), malata cronica e di sua cugina Gesualda (Chiara Baffi), che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera della baronessa borbonica.
Da quello che sembra essere un giaciglio di morte, Donna Clotilde, che ha scelto l’isolamento dopo l’unificazione d’Italia, comanda, si dimena e grida tutta la sua rabbia nel suo dialetto napoletano, rifiutandosi di parlare in italiano. La noiosa routine viene spezzata dalla notizia dell’arrivo di un giovane al quale deve fare da nutrice, un certo Ferdinando (Francesco Roccasecca), che con la sua bellezza effimera rivoluzionerà il suo essere.

È la parola al centro di tutto, come quel letto sul palco per tutto il primo atto, a cui c’è ancorata Donna Clotilde che è un tutt’uno con le lenzuola. Tutto è bianco, il corredo, la sottoveste e soprattutto quel volto dolorante, da cui spunta una treccia di capelli ingrigiti. Nella pièce è forte la volontà di dare valore ai gesti; nella messinscena, infatti, la maggior parte degli oggetti utilizzati dai personaggi non sono presenti, bensì rappresentati attraverso il mimo. Il cioccolato che Donna Clotilde tiene nascosto e di cui si inebria attraverso lo scorrere delle carrucole appese al soffitto, così come la lettera che legge appassionata tra i cuscini e i bicchieri da cui bevono, non sono presenti in scena. C’è dunque un’esaltazione della finzione a sottolineare la forza del testo, che enfatizza la bravura degli interpreti, Gea Martire su tutti, in un vero e proprio stato di grazia. L’attrice è come posseduta dal personaggio, che Ruccello scrisse per Isa Danieli, sua musa ispiratrice; con i suoi occhioni grandi la Martire è padrona della scena, pronta a cambiar registro da un atto all’altro, così come recita il copione. A farle da contraltare l’altra bravissima interprete, Chiara Baffi, perfetta nell’austerità del personaggio, che sboccia scena dopo scena regalando intense espressioni. Il volto e il corpo di Ferdinando, che dà il titolo all’opera, sono incarnati dal bellissimo Francesco Roccasecca. I suoi lunghi capelli e il candore del fisico, quasi disegnato per quel ruolo, gli permettono di dare a quel personaggio ambiguo la giusta sensualità e quella carica di erotismo, che non trascende mai nella volgarità.
Lo studio minuzioso delle luci, curato sempre dalla regista Nadia Baldi, fa di ogni singola scena un vero e proprio quadro. I personaggi, in più occasioni, grazie anche ai magnifici costumi di Carlo Poggioli, che riportano alla memoria gli abiti di fine ‘800, sembrano scrostarsi da vari dipinti per assumere dei movimenti tridimensionali, tanto da donare un meraviglioso connubio tra le arti.

Ferdinando rappresenta un elegante spaccato senza tempo, che resta fedele al suo autore. Quella vena malinconica, grottesca, a tratti divertente che pulsa all’interno della vicenda è una lucida visione che ha attraversato personaggi di ieri e influenza persone di oggi, perché l’essere umano non conosce storia se non quella che vuole vivere sulla propria pelle, senza peccato e senza vergogna, apparentemente.

Lo spettacolo continua:
Teatro della cometa

via del Teatro Marcello, 4 – Roma
fino a domenica 21 aprile
orari: da martedì a venerdì ore 21.00, sabato ore 17.00 e 21.00, domenica ore 17.00
(durata 2 h e 15 minuti intervallo escluso)

Ferdinando
di Annibale Ruccello
con Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio, Francesco Roccasecca
regia Nadia Baldi
costumi Carlo Poggioli
scenografia Luigi Ferrigno
consulenza musicale Marco Betta
aiuto regia Rossella Pugliese
organizzazione Sabrina Codato
progetto luci Nadia Baldi
foto in videoproiezione Davide Scognamiglio
produzione Teatro Segreto srl
ufficio stampa Maya Amenduni