Storie di donne che si incontrano

Dopo una tournée che ha visto la compagnia Il Naufragar mè dolce portare lo spettacolo a Roma, Rieti, Formello,Palermo e Catania, e dopo il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, arriva anche a Genova Figlie di Sherazade. Una messinscena che non solo rappresenta un grande successo per la sala Mercato (platea piena e incuriosita) ma è simbolo della sintesi tra cultura e sociale per un’arte che porta sul palco i più deboli per dare loro una voce. La valenza sociale è stata infine concretizzata dalla scelta della compagnia di devolvere il ricavato a favore dell’attività del Centro antiviolenza Mascherona di Genova.

È raro trovare espressioni artistiche che permettano allo spettatore di tenere i piedi ben ancorati alla realtà e sfidare la riflessione di temi attuali, ma nella serata del 4 dicembre è accaduto proprio questo.

Storie di donne che si confrontano quelle di Aysha (Chiara Casarico) e Zoya (Tiziana Scrocca), due ragazze poco più che adolescenti che, sebbene lontane, sono vittime della stessa inumanità. La prima è una ragazza nata in Germania da genitori turchi che, dopo essersi innamorata di Oliver, decide di fuggire di casa quando i genitori cercano di obbligarla a sposare un cugino. La seconda è una bambina afghana rifugiata in Pakistan, figlia di attivisti politici e nipote di una nonna dalle larghe vedute, accolta in una scuola femminile clandestina. Entrambe raccontano la propria storia in prima persona e, così, creano empatia con le proprie sofferenze a tutti i presenti: ancora oggi, infatti, accade che una donna non sia libera in Oriente e nemmeno nel cosiddetto Occidente civilizzato.

Le due donne sono imprigionate dalla propria Cultura o meglio da una sua distorta interpretazione: pur tedesca, Aysha non può comunque sottrarsi all’autorità famigliare e paterna, quest’ultima condizionata da una severità che deve essere mostrata alla comunità islamica presente a Berlino. Aysha vorrebbe fare ciò per cui ha studiato, l’infermiera, e stare con il ragazzo che ha conosciuto, Oliver, ma tutto le è impedito anche dalle continue violenze cui è sottoposta.

Zoya non riesce a bere da una bottiglietta d’acqua e nemmeno a sventolarsi con un ventaglio perché a Kabul è costretta, dal regime talebano, a indossare il burqa.

Le due ragazze, sebbene lontane, hanno una forza comune: la speranza che il mondo cambi, che un giorno saranno libere. E grazie all’incontro questo accade. Accade per Aysha che, grazie all’intervento di Oliver riesce a dichiarare alla polizia le violenze subite e può dunque entrare in una comunità di donne come lei. Non si tratta di donne islamiche, ma tedesche, ricche, povere, religiose, atee che hanno in comune la stessa sofferenza.

Zoya invece conosce la democrazia e impara il concetto di libertà all’interno di una scuola femminile in cui le sarà permesso di studiare non solo il cucito e la cucina ma anche la matematica, la storia e l’inglese e così conoscere un mondo ancora distante da raggiungere.

Figlie di Sherazade è uno spettacolo davvero denso dalla durata contenuta (circa 60 minuti), che attira l’attenzione e la mente di ogni astante. Sul palco le due donne si sfiorano solo con il pensiero. Con movimenti ciclici che ripercorrono tutte le rispettive vicende, Chiara Casarico e Tiziana Scrocca, autrici ed attrici dello spettacolo, portano sul palco – grazie a una impeccabile interpretazione fisico attorale – la potenza della speranza che riesce a superare ogni violenza narrata. Nessuna scenografia, semplicità e giochi di luce ricordano che anche nel buio si può rintracciare uno spiraglio luminoso.

Accompagnano i dialoghi le musiche rock, con tratti orientali, di Rosie Wiederkher e Ruth Bieri che concedono ritmo e velocità al solo parlato. Uno spettacolo che soddisfa anche per la sua semplicità a cui è necessario assistere sapendo che non si riderà. Ed è giusto così.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro dell’Archivolto (sala Modena)
Piazza Gustavo Modena, 3, Genova martedì 4 dicembre ore 20.30

Figlie di Sherazade
scritto, diretto e interpretato da Chiara Casarico (Aysha), Tiziana Scrocca (Zoya)
musiche originali Rosie Wiederkher e Ruth Bieri
produzione Il Naufragar mè dolce 
durata 60 minuti ca