Poesie catartiche ed evoluzione

Flavio Oreglio, il poeta comico nato a Peschiera Borromeo, torna alle origini per lanciare il suo nuovo spettacolo sotto i riflettori di Zelig. Sul palco del più blasonato cabaret di Milano, Oreglio si divide in due in uno show che abbina contenuti e comicità con grande raffinatezza. Un esperimento che introduce un progetto innovativo che prenderà il via sabato 28 ottobre alla Festa della Scienza di Genova.

La staticità, il più delle volte, non giova affatto: non è remunerativa né a livello fisico né a livello creativo perché, spesso, il raggiungimento di un determinato obiettivo ci fa sentire appagati e, ancor più di frequente, ci toglie la voglia di riprendere a correre. Questa riflessione scaturisce dall’ultima fatica portata in scena da Flavio Oreglio. Chi lo ha seguito nella parabola che lo ha condotto a essere uno dei comici più apprezzati nel panorama artistico italiano sa che, in oltre vent’anni di lavoro, il milanese di nascita e di appartenenza ha compiuto un tragitto che ha toccato molteplici ambiti di produzione – da quello teatrale a quello letterario.

Esponente di spicco della vecchia scuola cabarettistica, seppure entrato a far parte più tardi del circo di Zelig, Oreglio è legato al testo scritto come vera e propria fonte comica: le sue freddure sono autentiche poesie, in cui il tempo che intercorre tra il lancio di attesa e la chiusura finale della battuta è un fattore importantissimo, funzionale ad accrescere il livello di attenzione del pubblico. È con questa prerogativa e con una serie infinita di riflessioni argute che si articola la prima parte dello spettacolo andato in scena da venerdì 21 a domenica 23 ottobre sul palco dello Zelig Off di viale Monza, una sorta di ripasso per gli assenti degli ultimi anni circa le linee comiche del cabarettista meneghino.

Il contenitore proposto è influenzato sicuramente da una certa ironia retrò molto nota a Milano – quella di Bramieri o di Svampa, con il quale Oreglio ha anche avuto il piacere di collaborare; alla quale aggiunge una nota culturale che fa comprendere allo spettatore quanto il lavoro di preparazione dietro le quinte sia difficile e accurato nei dettagli. Ci vuole spirito di osservazione e, ovviamente, ironia, ma anche una costante ricerca di spunti innovativi, per non risultare banali. Ecco allora che si ricomincia a parlare di dinamicità.

La seconda parte dello show – breve anteprima dello spettacolo che debutterà a Genova a fine mese – è una perfetta dimostrazione dell’evoluzione che il poeta catartico ha avuto negli anni. Sulle spalle dei Giganti, questo il titolo, è un’apologia del libero pensiero scientifico e filosofico nella storia, con continui riferimenti all’attualità: un percorso quasi pedagogico che affronta tutte le tematiche più scottanti che hanno in qualche modo contaminato la nostra libertà di pensare e di agire. La critica, ovviamente, è diretta ai sistemi scolastici – soprattutto le scuole dell’obbligo – che per decenni hanno formato in maniera approssimativa e comoda generazioni di studenti inconsapevoli delle virtù che risiedono tra le righe della storia.

Il testo sul quale si articola lo spettacolo è dello stesso Oreglio e si intitola Le radici pagane dell’Europa – nelle librerie da settembre: un libro che tocca temi filosofici e scientifici sui quali si è a lungo disquisito e i confronti sono ancora aperti, portati alla luce dalle menti più brillanti che la storia umana abbia avuto: Darwin, Newton o Hobbes, solo per citarne alcuni. Lo spettacolo si trasforma così, senza perdere ritmo e ironia, in un trattato che smorza il riso per far riflettere con il sorriso: un obiettivo ambizioso da raggiungere, ma centrato in pieno.

Se la teoria sull’evoluzione perorata da Darwin ha cambiato la storia del pensiero umano è anche possibile che l’evoluzione di Oreglio possa portare a un risultato importante dal punto di vista della comicità. Sulle spalle dei Giganti ne è la prova.

Lo spettacolo è andato in scena:
Zelig Cabaret
viale Monza, 147 – Milano
da venerdì 21 a domenica 23 ottobre
Flavio Oreglio a Zelig
e presentazione dello spettacolo Sulle spalle dei giganti
ha introdotto la serata Antonio D’Ausilio