Odi et amo nell’estraniazione teatrale

Fosse, lo spettacolo di e con Enrico Maria Moda e della compagnia I Nani inani con le giovani attrici Federica di Benedetto, Marta Angelini, Larissa Cicetti. In scena il 21 e 22 maggio con replica straordinaria lunedi 27 maggio al Teatro Patologico.

È in un gioco di buio e di luci che inizia Fosse: una musica sacra e uno scenario vuoto, una panchina rossa al centro, due bicchieri a sinistra, un leggìo sulla destra. Una donna si avvicina al proscenio e illumina, quasi per magia, un microfono ad asta con una bianca luce immaginaria, sorprendendo gli spettatori che erano pronti ad un suo monologo. Vuole forse attirare l’attenzione sul suo personaggio e sul rosso del suo vestito?
Spiegare la storia sarebbe assurdo, come d’altronde è tale lo stesso spettacolo, che ha delle reminescenze di Beckett, Pinter e di tutta l’aria di famiglia che ruppe la linearità narrativa nella seconda metà del Novecento.

Fosse è dunque composto da una serie di istantanee di vita quotidiana portate all’eccesso, personaggi  che si amano e si odiano, che oscillano tra la malinconia del passato, un presente abitudinario e desolante e la voglia di un futuro migliore che sembra impossibile. Passato, presente, futuro: tre componenti che fanno parte della vita di ogni uomo e di ogni donna.
Si tratta di una serie di cambi temporali, flashback o semplicemente pensieri dei personaggi che si mostrano al pubblico? Enrico Maria Moda e le attrici della compagnia non si curano di quello che il pubblico potrà pensare, della sua necessità di dare un senso e della coerenza dello spettacolo: vanno in scena con un ritmo serrato, una forte presenza scenica e un’energia da vendere. Recitano le loro battute a fronte alta e a viso aperto, bucando la quarta parete con una recitazione sconnessa ma allo stesso tempo forte ed efficace.
Poco importa dunque se si rappresenta la storia di una coppia di amanti che fuggono dalla quotidianità delle loro vite matrimoniali o se il nucleo centrale della storia è quella di un padre di famiglia, inseguito da una madre–nonna per cui prova attaccamento, un odi et amo viscerale.
Il testo sconnesso pone una serie di domande e il senso complessivo di Fosse entra dentro di noi in maniera subdola e nascosta, lasciando che ognuno si riconosca un po’ nelle scene e nelle situazioni rappresentate.
In un momento centrale dello spettacolo, i due attori guardano un tramonto a lungo e lo sguardo dell’attrice, Federica di Benedetto, sembra contorcersi, cambiare, mutare. Cosa pensa in quel momento? Cosa le fa schifo nella sua vita e cosa le va bene? Cosa la porta ad andare avanti e ad amare la persona che in quel momento le tiene la mano mirando l’orizzonte con un sorriso stampato? Chi guardando un tramonto non ha provato un senso di gioia e di amore e forse allo stesso tempo di malinconia, di apatia per una vita che scorre e se ne va via, tra rimorsi e rancori?

Tra gli elementi, due bicchieri sul proscenio, motivo di ansia per la coppia di amanti. Alla fine, forse è il legame tra i due bicchieri, dunque il legame con una vita normale a vincere su tutto il resto. L’uomo, dopo la morte dell’amante, tornerà alla sua famiglia o continuerà la sua vita fatta di donne e di amori dissacranti? Tornerà dalla mamma o ai suoi giornaletti? O forse era tutto un incubo, un sogno, un pensiero e una storia non vissuta e solo immaginata?

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Patologico

via Cassia 472, Roma
venerdì 21, sabato 22 e lunedì 27 maggio, ore 21,00

Fosse
di Enrico Maria Carraro Moda
regia Enrico Maria Carraro Moda
con Federica Di Benedetto, Marta Angelini, Larissa Cicetti ed Enrico Maria Carraro Moda
produzione dell’Associazione culturale e artistica I Nani inani