Senza lieto fine

silviodamicoIspirato alla fiaba etica tutta italiana Pinocchio del fiorentino Carlo Collodi, From Pinocchio è presentato sulle scene del Teatro Studio Eleonora Duse come il (riuscitissimo) saggio di regia dell’allievo Emiliano Russo.

Lo schema vitale è semplice: si nasce perché qualcun altro lo desidera fortemente, e il figlio in carne ed ossa, tutto umano come lo si voleva, viene alla luce. Nei primi anni i comportamenti antisociali sono all’ordine del giorno: si chiama infanzia, terra di nessuno dove vige la più ferrea anarchia, atta a facilitare la raccolta spasmodica di informazioni e, tecnicamente, a crescere. Ma già allora l’anticonformismo è giudicato inammissibile, certo sintomo di una patologia, di un disturbo della personalità. Scatta l’immediata imposizione delle regole, dalle basilari per l’autoconservazione (non mettere la mano in bocca al cane) alle più articolate, finalizzate non solo a una rettitudine umana e civile, ma principalmente a quella etica e spirituale (non dire le bugie). Inizia qui la metamorfosi da umano a marionetta.
Generalmente chi produce e impone la norma se ne sente intimamente estraneo: toccherà solo a chi riceve l’istruzione l’obbligo di seguirla, certo non a chi la impartisce, considerandosi questi definitivamente competente in materia, ormai promosso da imputato a giudice, eternamente assolto dalla colpa.
Non è così, dice From Pinocchio, niente affatto. Il confine che separa il discente dal docente, l’attore dal pubblico, il giudicato, appunto, dal giudicante non esiste, o meglio non è una linea, bensì uno specchio: si crede di guardare l’errore, il misfatto, la depravazione altrui, e invece è solo la propria immagine riflessa, chiara e patente, in primo piano. Non c’è un solo Pinocchio, siamo tutti Pinocchio, siamo tutti come qualcun altro ci ha voluti, oppure siamo rimasti come volevamo noi ma a caro prezzo: in ambo i casi non c’è lieto fine, ma solo una mole infinita di privazioni, dolori, frustrazioni disseminati tra un attimo di quasi felicità e l’altro.
La resa scenica di From Pinocchio, che consegna al pubblico questo ampio spettro di riflessioni, è ottimamente congegnata dalla regia di Emiliano Russo, che termina il suo percorso all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico giungendo a livelli più che maturi di formazione. L’allestimento è concepito come un alternarsi di segmenti drammaturgici e coreografici, bel agiti dai dodici performer coinvolti. Nei gesti, come nei costumi e nei frammenti di testo, la valenza simbolica dello spettacolo emerge con prepotenza.
Pare di scorgere chiari riferimenti al teatro danza di Pina Bausch e ad alcuni elementi caratteristici del duo registico contemporaneo Ricci/Forte, ma il rimando non sottrae originalità, valore e credibilità a questa bella prova, che fa ben sperare sulle potenzialità e sugli esiti degli artisti di domani.

Lo spettacolo continua:
Teatro Studio Eleonora Duse
via Vittoria, 6 – Roma
fino a lunedì 25 novembre, ore 20.45
(durata 1 ora circa senza intervallo)

Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico presenta
From Pinocchio
regia Emiliano Russo
testi Emiliano Russo, Michele Degan, Davide Proietti
con Valentina Carli, Barbara Chiachiarelli, Flaminia Cuzzoli, Valerio D’Amore, Arianna Di Stefano, Désirée Domenici, Carmine Fabbricatore, Matteo Mauriello, Marco Mazzanti, Gianluca Pantosti, Ottavia Orticello, Matteo Ramundo
coreografie Monica Scalese
impianto scenografico Bruno Buonincontri
Luci Sergio Ciattaglia