Un Gran Gala dell’invisibile

All’interno della sezione danza di Fabbrica Europa si è dato spazio a un artista insieme interessante, rivoluzionario e positivamente provocatorio, ovvero Jérôme Bel. In questo contesto è stato presentato Gala, spettacolo targato 2015.

Jérôme Bel, coreografo e regista francese di fama mondiale non ha bisogno di presentazioni. Molti sono i suoi lavori (sia scenici che editoriali) in cui racconta una danza non istituzionale, non da “palcoscenico”, bensì la danza che non si vede a teatro. Una rappresentazione autoriale dell’invisibile della danza.
Il suo lavoro forse più famoso è la biografia della danzatrice dell’Opera di Parigi, Veronique Doisneau (così si intitola anche lo spettacolo a lei dedicato), dove emergono le fatiche e le privazioni di una danzatrice classica. Nella stessa scia, anche il lavoro sul ballerino Cédric Andrieux.
Jérôme Bel, in molte regie e coreografie, si priva dello spettacolo tradizionalmente inteso per valorizzarlo tramite ciò che non si vede. Tale non-visibile può intendersi sia dal punto di vista di ciò che non appare nel lavoro, sia di ciò che non traspare nel teatro in senso generale.
In Gala, in effetti, non si assiste alla performance di ballerini professionisti, eppure si riconosce la danza vera e propria.
All’inizio si rimane attoniti di fronte alla proiezione di immagini in power point che ritraggono i teatri di tutto il mondo – da quelli imponenti dell’opera a un esiguo spazio, ricavato con dei tronchi d’albero e semplice erba, per i bambini. Ma questi minuti servono da introduzione a ciò che arriva nel prosieguo. Sequenze tematiche della danza classica, proprie dei Gran Galà del balletto (assoli, pas de deux, ensemble, etc.), eseguite da danzatori non professionisti che formano una troupe alquanto bizzarra, che si cimenta in varie performance a tutto tondo. Quello che ci attende è un viaggio trasversale tra le diverse tipologie di praticanti della danza.
Partendo da un messaggio fraintendibile, ossia che la danza è di/per tutti, Bel dimostra come chiunque danzi – professionista o amatore, giovane o anziano, bambino e diversamente abile – debba sottostare a regole comuni, pur spaziando nelle libertà concesse dalle proprie capacità fisiche e di inventiva. Ogni ballerino interpreta a suo modo uno stesso tema, o uno stesso movimento. Una pirouette assume forme e tempi diversi a seconda di chi la esegue, dando vita a movimenti totalmente diversi che, però, derivano dalla medesima struttura gestuale nello spazio, ovvero – nello specifico -girare su se stessi.
Nei momenti di gruppo si vedono chiaramente le dinamiche di una Compagnia in competizione, professionista o scolastica che sia; la difficoltà nella suddivisione degli spazi; la necessità nella turnazione; il bisogno di uniformare lo stesso movimento eseguito da una ventina di persone diverse; la fatica, il divertimento, la complicità, il senso di appartenenza, e la differenza di personalità.
Uno spettacolo sicuramente interessante, dove si mostra (forse non intenzionalmente) come non ci sia modo di realizzare qualcosa con altri senza sottostare a regole, provare fatica, ma anche passione e gioia. Termini che, nella realtà quotidiana appaiono antitetici, eppure nella danza convergono dando vita a universi meravigliosi di senso, grazie ai professionisti ma anche ai semplici amatori.

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Fabbrica Europa:
Stazione Leopolda

via Fratelli Rosselli, 5 – Firenze
mercoledì 10 e giovedi 11 maggio

Gala
ideazione Jérôme Bel assistente Maxime Kurvers assistenti del riallestimento a Firenze Chiara Gallerani e Henrique Neves
di e con Annamaria Balboni, Silvia Bastianelli, Hibrima Bejio, Lorenzo Bini, Guglielmo Camilletti, Luca Camilletti, Marcella Cappelletti, Mauro Cardinali, Kebba Cham, Sofia Collacchioni, Margherita D’Adamo, Irene Del Frate, Cecilia Di Giuli, Ada Donatini, Siliana Fedi, Sara Miriati, Sandra Querci, Gianni Rocchetta, Benedetta Scatizzi e Decimo Zanella
produzione del riallestimento a Firenze Fabbrica Europa (Firenze), Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato) in collaborazione con Institut français Italia, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, Kinkaleri Prato coproduzione Dance Umbrella (Londra), TheaterWorks Singapore/72-13, KunstenFestivaldesArts (Bruxelles), Tanzquartier Wien, Nanterre-Amandiers Centre Dramatique National, Festival d’Automne à Paris, Theater Chur (Chur) e TAK Theater Liechtenstein (Schaan) – TanzPlan Ost, Fondazione La Biennale di Venezia, Théâtre de la Ville (Parigi), HAU Hebbel am Ufer (Berlino), BIT Teatergarasjen (Bergen), La Commune Centre dramatique national d’Aubervilliers, Tanzhaus nrw (Düsseldorf), House on Fire
con il sostegno del programma Cultura dell’Unione Europea
produzione R.B. Jérôme Bel (Parigi)
con il supporto di Centre National de la Danse (Pantin) e Ménagerie de Verre (Parigi) nel quadro di Studiolab
consulenza artistica e direzione esecutiva della Compagnia Rebecca Lee
direttore di produzione Sandro Grando
consulenza tecnica Gilles Gentner