Le luci della ribalta

L’entusiasmante Petenera por tientos, performance di «flamenco ispirato alla figura de La Petenera» di Lorena Salis, e due intensi adattamenti teatrali colorano di festa e qualità la terza giornata di Ad Arte – TeatroCineFestival.

Il primo, da L’equilibrista, autobiografia dell’ex ludopatico Maurizio Paparella, è Game Over, vera e propria creatura di Daniele Nuccetelli, per l’occasione regista, drammaturgo e interprete dello spettacolo.

Una storia che «ha inizio nel 1959 e arriva fino ai giorni nostri», un racconto «tanto reale quanto onirico», in cui «tutto ha inizio alle 23.55» e «alle 6.00 del giorno successivo tutto è già finito». Un esperimento concettualmente ambizioso per come rimanda visivamente e fisicamente alla densità di un tempo creativo di una realtà che, dal punto di vista cronologico, sviluppa episodi di vita di un personaggio che procede dall’adolescenza alla maturità. Un tempo che, dunque, cronologicamente comprende un lungo percorso di esperienza e il cui intreccio viene drammaturgicamente restituito all’interno di una dimensione onirica e un’impostazione recitativa tra straniamento e partecipazione.

All’interno di una suggestiva scenografia, bianca come le pagine di un libro (della vita) in cui le parole devono essere ancora scritte e capace di accogliere nella propria fredda illuminazione un uomo con il proprio flusso di (in)coscienza, Game over, il cui grande successo di pubblico testimonia le capacità sceniche di Nuccetelli, si mostra promettente per le potenzialità concettuali – più che emotive – intrinseche al «racconto in prima persona che vede il protagonista della storia affrontare una lotta senza esclusione di colpi con il suo peggior nemico: se stesso».

Potenzialità, allo stato dell’arte, ancora non del tutto espresse, sia perché, in prima nazionale, necessita per forza di cose di tempo per crescere, sia per la marginalizzazione della figura femminile di Ida Vinella in una collocazione che ne sacrifica la funzione senza riuscire a determinare quel contrappunto simbolico – tra l’individuo e la sua coscienza – indispensabile per realizzare «una parabola sul declino della società moderna».

Se Game Over rappresenta un progetto da seguire con interesse, il Libro delle Ombre, adattamento di Storia straordinaria di Peter Schlemihl, favola del XV secolo di Adelbert von Chamisso, si colloca all’interno della ristretta cerchia di quei capolavori capaci di sintetizzare arte e artigianato.

La capacità di sublimare archetipi e un palco plasmato in ogni dettaglio costruiscono uno spettacolo dal sapore burtoniano che, nato sul target della tarda infanzia, sconcerta per come lo declina oltre ogni limite temporale, edificandosi su tempi scenici rasenti la perfezione e su intepretazioni surreali che identificano le figure junghiane dell’Ombra, del Padre/Orco, del Vagabondo, dell’Eroe e del Mago Nero (non a caso per il fondatore della psicologia analitica nelle fiabe abbiamo «l’espressione più pura dei processi psichici dell’inconscio collettivo che rappresentano gli archetipi in forma semplice e concisa»).

Costumi e scenografie maestose e un’ambientazione di ipnotico magnetismo riescono a imporsi trasversalmente su adulti e bambini, enfatizzando ogni singolo elemento di un allestimento studiato nei minimi particolari dalle movenze di Chiara Carlorosi e (soprattutto) Marco Vergati ai sincronismi tra i due, dalla funzionalità evocativa delle musiche e dei rumori di scena a quella delle luci di Martina Serpa.

Ma evitiamo consapevolmente di entrare nei dettagli della trama e della messa in scena di come Peter Schlemihl «perse la sua ombra e, poi, la ritrovò» con l’aiuto del misterioso Lumen e contro il malefico Balthazaar per la confessata incapacità di chi scrive di riuscire a restituirne adeguatamente l’atmosfera di fiabesca poesia.

Un teatro che, dietro una apparente semplicità esecutiva, nasconde un lavoro di ideazione/preparazione enorme, in grado, una volta tanto, di mettere d’accordo critica e pubblico. Un teatro fatto di Carta, ma capace di rappresentare un mondo intero.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di Ad Arte 2015 – TeatroCineFestival
Spazio performativo L’Arte è
via degli Anguillara ore 17:30
Game Over
tratto liberamente da L’equilibrista di Maurizio Paparella
di Daniele Nuccetelli
con Ida Vinella e Daniele Nuccetelli
disegno luci Danilo Facco
video Leonardo Birindelli
musiche Andrea Ruscitto

Teatro alla Greca
zona Capomandro, Calcata (VT) ore 21:30
Il libro delle Ombre
di e con Chiara Carlorosi, Marco Vergati
regia e drammaturgia Chiara Carlorosi e Marco Vergati
tecnico luci Martina Serpa
prodotto da Teatro di Carta e Ombre Bianche Teatro