20° Festival Internazionale del Teatro Urbano

Gente come uno, straordinario solo di Manuel Ferreira, cattura l’anima del Giardino degli Aranci.

Programmato all’interno di Improvvisi Urbani, 20° Festival Internazionale del Teatro Urbano, questo coraggioso spettacolo conferma in toto la cifra culturale della compagnia Alma Rosè (Come mi batte forte il tuo cuore). Perché testimoniare spaccati di vita reale con cuore e senza alcun moralismo, non è un risultato semplice da raggiungere. Perché troppo spesso si assiste a drammaturgia contemporanea piegata alla compulsiva ricerca della novità, incerta tra un deprecabile atteggiamento consumistico e uno sterile avanguardismo.

A dispetto di questo rischio, esponenziale nel caso di un argomento inflazionato come la crisi, la performance di Manuel Ferreira sgomenta proprio per la capacità di realizzare una esperienza significativamente condivisa.

Rappresentato all’interno di una fantastica location all’aperto, di un palco naturale maestosamente sovrastato dalla Cupola di San Pietro, Gente come uno racconta l’inarrestabile declino della classe media. Una classe che – dalle parole di Ferreira – riconosciamo ben diversa da quella che gli storici descrivono come indiscussa protagonista della vita politica, sociale ed economica dell’ultimo secolo.

Incoraggiata a fare del superfluo il proprio status, invitata a dopare la crescita economica con il godimento dell’effimero, in primis la scopriamo paradossalmente rassegnata alla propria impotenza. Soprattutto, la ritroviamo convinta di non voler agire per non peggiorare le cose. Di dover lasciare che a occuparsi dei problemi siano coloro che ne sono stati artefici.

Infatti, la crisi argentina non è un evento folcloristico, tanto meno appartiene semplicisticamente alla cronaca giornalistica o economica. È carne lacerata – di chi, a torto o a ragione, ha visto sconvolgere un mondo di relazioni e abitudini, di certezze e modi di pensare. È sangue versato invano – di chi quel mondo lo aveva costruito. È simbolo concreto – di una nuova generazione che si guarda nostalgicamente indietro senza accorgersi che sono stati proprio i padri a lasciare la pesante eredità del presente.

La regia di Elena Lolli cadenza delicata e discreta i tempi scenici, mettendo l’attore argentino – non casualmente laureato in Economia oltre che all’Accademia d’Arte Drammatica di Alejandra Boero – nelle condizioni di lasciar esplodere potente e fluido il proprio pathos.
Sul palco, Manuel è camaleontico nella sua interpretazione. I suoi personaggi di struggente realismo.
Il risultato è un allestimento che sussume le individualità. Che rende vano distinguere l’essere argentini, italiani, camerunensi o di qualsiasi altra nazionalità. Che restituisce favolosamente l’esperienza di una umanità unita nel provare a essere – nel bene e nel male – padrona del proprio destino.

Uno spettacolo a tratti incantevole e assolutamente doveroso.

Lo spettacolo è andato in scena per Improvvisi Urbani – Festival Internazionale del Teatro Urbano
Giardino degli Aranci

Venerdì 5 settembre, ore 22:00

Gente come uno
a cura della compagnia Alma Rosè
regia Elena Lolli
con Manuel Ferreira
luci Andrea Violato