Da un palco vuoto, un uomo e il suo pallottoliere parlano di numeri e di cornuti: Charles Fourier rivive al Teatro Franco Parenti nel corpo e nella voce di Claudio Migliavacca, in un divertissement originale e sorprendente.


Sicuramente originale, sicuramente ben pensato, sicuramente ben fatto, sicuramente ben recitato.
Charles Fourier si esprimeva tramite la progressione numerica. Era il suo modo di comunicare, la sua forma mentis, la sua visione del mondo; che si parlasse di rane, clima o corna, Fourier per esprimere il suo pensiero non poteva fare a meno di classificare il fenomeno in gruppi numerati, di scomporlo in precise categorie dalla minuziosa descrizione, distinguibili una dall’altra per minuscoli particolari, impercettibili differenze.
Claudio Migliavacca è un attore, un bravo e abile attore. Ha un corpo e un viso malleabili e una voce bellissima, forte, mai noiosa. Ma, soprattutto, ha una memoria portentosa, che gli permette di ricordare nell’ordine i nomi e le caratteristiche delle sessanta classi di cornuti in cui il genere degli umani, dei “civilizzati” si può dividere, secondo Fourier, ordinatamente.

Il pallottoliere è un oggetto del passato, ormai estinto, che non evoca più ricordi di esperienze dirette, ma piuttosto nostalgie di un mondo dove si contava con il legno e con le mani. Un perfetto oggetto teatrale, quindi, oltre che un ottimo aiutante nel calcolo – perfettamente verosimile la sua presenza nella stanza di un maniaco dei numeri quale Fourier – e nella memoria di Migliavacca che, seppur sensazionale, necessita di un qualche appiglio visivo.

Sulla scena anche una sedia levigata, con lo schienale al pubblico, su cui l’attore non si siederà mai. Soltanto, vi appoggerà la giacca, all’inizio della performance, per poi riprendersela poco prima degli applausi.
Nessun artificio, nessun effetto. Luci semplici, neutre, fisse, voce senza amplificazioni, niente musiche. Solo l’attore, il suo personaggio, i suoi vestiti ottocenteschi, il suo pallottoliere e le sue teorie sulla gerarchia delle corna, che in fondo, cinicamente, non sono altro che: «una modificazione in centimetri della misura dell’altezza umana».

In un ritmo vorticoso, le sessanta tipologie di mariti traditi vengono elencate, spiegate, mimate. Dai sorrisi complici gradualmente si passa allo stupore ammirato per una tanto precisa e dettagliate enumerazione, per raggiungere poi la consapevolezza che l’argomento di cui con tanta lucidità e razionalità l’uomo sul palco ci sta parlando, è l’infedeltà, la più soggettiva e apparentemente meno classificabile delle passioni umane. A questo punto, le risate serpeggiano. Le palle scorrono sulle loro aste, una dopo l’altra, lucide, roteanti, e nella sala ogni spettatore arriva individualmente, in momenti diversi, a percepire chiaramente quanto quel monologo sia assurdo, e prima di lasciarsi condurre, travolto e assuefatto, dal turbine dei luccichii e delle parole, sogghigna incredulo e beato.

Alla cinquantatreesima teoria – quando la cinquantatreesima pallina cambia posto nel pallottoliere – la fatica si fa però sentire, da ambo le parti. Migliavacca, non per questo meno ammirevole, incespica qualche volta, rallenta, e tra il pubblico inizia ad aleggiare un silenzioso conto alla rovescia. Forse sessanta tipologie di cornuti sono davvero un po’ troppe, nonostante i fantasiosi e azzeccatissimi neologismi, le impertinenti descrizioni e l’abilità attoriale.

Tra rimandi a Molière, il più celebre cornuto del mondo teatrale, alle trame delle sue commedie, ai suoi personaggi, a immagini quasi epiche di cornuti sbandieratori e cornuti filantropi, la genialità della prosa di Fourier coglie pienamente il segno, e il suo originalissimo sguardo sulla realtà condiziona anche quello di chi la ascolta, che per un istante arriva forse a sfiorare una delirante sensazione di onnipotenza: se persino le tipologie di corna possono essere numerate e gerarchizzate, quale realtà umana può sfuggire all’ordine e alla razionalità?

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti
via Pier Lombardo, 14 – Milano
Orari: sabato 15 e domenica 16 Maggio, ore 21.15

Gerarchia delle corna
di Charles Fourier
adattamento e regia di Andrea Dalla Zanna
con Claudio V. Migliavacca