Realtà è immaginazione

In occasione dell’apertura della rassegna teatrale di Ariccia Fantastiche Visioni – che quest’anno vanta in cartellone grandi artisti italiani, come Paolo Rossi, Alessandro Benvenuti, Maurizio Micheli, Alessio Boni, Augusto e Antonio Fornari, il cui spettacolo Fratelli d’Italia “apre le danze” sul palcoscenico ariccino – abbiamo incontrato il direttore artistico della rassegna Giacomo Zito, anche ideatore del progetto Ariccia Città Teatro, largamente favorito e appoggiato dall’amministrazione comunale.


Come nasce l’idea di questa rassegna teatrale estiva?
Giacomo Zito
: «La rassegna nasce nel 2008 quando, con il progetto di rivalorizzazione del centro storico, l’Amministrazione ritenne opportuno incrementare l’interesse nei cittadini e in tutti i turisti che vengono ad Ariccia. L’amministrazione intravide un potenziale nella realizzazione di spettacoli nello spazio del belvedere, diventato ormai un salotto a cielo aperto, proprio perché da luogo di passaggio urbano e trafficato era diventato nel frattempo zona pedonale: il palco sul belvedere sembrava proprio una conclusione scenografica naturale, l’uso migliore che se ne poteva fare. Mi chiesero di fare una proposta. Dall’idea di uno spettacolo – che fu la prima opzione – mi sembrò opportuno proporre un’intera rassegna. L’amministrazione accettò il progetto a scatola chiusa e da lì siamo partiti, di anno in anno, crescendo sempre di più e proponendo spettacoli di qualità sempre maggiore e, soprattutto, con una sempre maggiore adesione di pubblico».

Perché un titolo come Fantastiche Visioni?
G.Z.
: «Fantastiche Visioni viene dall’idea di sposare il teatro alla storia di Ariccia, una storia soprattutto barocca nella sua struttura architettonica, legata in particolare al progetto berniniano del 1663, quando Alessandro VII Chigi chiamò proprio Gian Lorenzo Bernini a ristrutturare il Palazzo, a costruire la chiesa dell’Assunta, e tutto il centro storico così come lo vediamo oggi. Fantastiche Visioni è un richiamo al Barocco, al teatro barocco della Meraviglia. Non possiamo poi dimenticare questo panorama mozzafiato, talmente meraviglioso da essere anch’esso una “fantastica visione”».

In che misura la sua lunga frequentazione con il teatro le è stata di aiuto per il ruolo di direttore artistico, e in quale ambito, invece, ha preferito o ha dovuto “partire da zero”?
G.Z.
: «La mia esperienza teatrale è importante, non vedo come potrebbe essere altrimenti. La scelta degli spettacoli, la conoscenza degli artisti, la consapevolezza dei problemi tecnici e logistici che comporta lo spostamento di uno spettacolo all’aperto, la necessità anche di ospitalità degli artisti, il rispetto del loro lavoro: aver sperimentato tutto questo nella propria esperienza umana e professionale credo sia determinante per l’attenzione, la pignoleria, la precisione, l’ascolto che abbiamo nei confronti degli artisti, e che risulta poi dalla loro soddisfazione nel venirci a trovare, da quella del pubblico, nonché dalla resa degli spettacoli. Sono partito da zero sicuramente negli aspetti organizzativi e amministrativi: in questo certamente non avevo una grande esperienza perché ho fatto soprattutto l’attore e il regista, non l’organizzatore. Ma sono stato aiutato moltissimo dal direttore organizzativo, Luigi Criscuolo, che venendo da esperienze come quella di circa trent’anni nella FAO, con ruoli importanti, è stato determinante per portare avanti tutti i palinsesti senza fare errori pericolosi. Ho fatto molta esperienza anche incontrando gli organizzatori, i responsabili di circuito, nel persuadere gli artisti ad accettare di essere inseriti in una programmazione che solo ora inizia ad essere importante. All’inizio, essendo una novità, non era così semplice».

Come sceglie gli spettacoli per la rassegna?
G.Z.
: «In base alla mia esperienza personale, oltre al gusto, naturalmente. È difficile vedere prima gli spettacoli realizzati ad hoc per le stagioni estive. Le esigenze degli allestimenti pensati per i circuiti invernali sono molto diverse da quelli all’aperto. Quindi capita spesso che non sia possibile vederli. Quest’anno in particolare, George Dandin, Serata del Disonore e Zio Birillo sono praticamente delle novità assolute. Ma in questo senso io faccio appello alle qualità di chi li realizza: artisti come Paolo Rossi, Maurizio Micheli, Alessio Boni, Alessandro Benvenuti non possono assolutamente deluderci. Sono una garanzia. Professionisti di qualità assoluta, dei veri maestri. Riuscire a fare una rassegna estiva di così alto livello è una grandissima scommessa e noi ci auguriamo sia davvero un traguardo raggiunto».

Quali saranno i tratti salienti di questa edizione? Quali spettacoli proporrebbe come “chicche”?
G.Z.
: «Fratelli d’Italia lo conosco quasi a memoria, è uno spettacolo che trovo geniale. Due giovani artisti emergenti come i fratelli Fornari, ognuno con la sua storia, con la sua carriera – più musicale quella di Toni, più cinematografica e teatrale quella di Augusto –: do molta visibilità a uno spettacolo come questo, per dimostrare che ci sono degli artisti straordinari, che devono essere conosciuti. Questo allestimento sembra fatto apposta per aprire una rassegna estiva. Altre caratteristiche che legano le scelte di questa edizione è la narrazione dal vivo, che io amo molto e che negli ultimi anni suscita di nuovo l’attenzione del pubblico. Sicuramente è un ottimo antagonista della televisione: narrazione pura, che riesce a trascinare l’immaginazione di centinaia di persone dentro un viaggio della fantasia, attraverso la storia. È veramente un’esperienza che non può e non deve tramontare. Al filo della narrazione unisco senz’altro quello storico, legato alla Commedia dell’Arte: ed ecco che c’è la Compagnia Pantakin da Venezia che si lega a filo doppio con l’esperienza di Dario Fo, che viene portato in scena con la sua regia nell’interpretazione di Mario Pirovano. E poi ancora Paolo Rossi, che è il più grande allievo e discepolo di Dario Fo. Un fil rouge che attraversa la storia del Barocco – ricordiamo anche Caravaggio. Nero d’Avorio con Alessio Boni – e la Commedia dell’Arte, e fonde tutti gli spettacoli in una sola logica. Una coerenza che mi sembra giusta per questo spazio».

Futuri progetti per Ariccia Città Teatro?
G.Z.
: «Abbiamo un’attività invernale molto intensa: Ariccia città teatro è un progetto molto ambizioso che vuole far diventare Ariccia una sorta di teatro a cielo aperto d’estate ma anche luogo d’incontro di grandi artisti d’inverno, in particolare nel piccolo teatro Bernini, che già ha ospitato quest’anno una serie di eventi di cui siamo veramente orgogliosi. Il cartellone prevede come sempre spettacoli per ragazzi e per adulti. In più abbiamo un laboratorio teatrale, partito tre anni fa, che offre tre corsi e ha un successo incredibile: abbiamo più di sessanta allievi e un laboratorio di ricerca dove vengono approfondite in maniera specifica tutte le discipline. Inoltre, quest’anno vogliamo proporre degli workshop per chi vuole avvicinarsi al palcoscenico e sperimentarlo, per chi non ambisce a fare l’attore di professione ma ha voglia di scoprire come avvicinarsi al teatro, soprattutto per confrontarsi con le proprie caratteristiche, le proprie potenzialità. Questa ci sembra, specialmente in provincia, un’esperienza importante da proporre, offerta da grandi maestri, personalità dal curriculum valido, sia per la danza che per il mimo, nonché per tutte le discipline legate alla recitazione, come le tecniche per l’emissione della voce e per il movimento. Il mio vero sogno, però, è produrre spettacoli. Non abbiamo avuto ancora l’opportunità di realizzare questo progetto, ma speriamo vivamente che il nostro lavoro ci conduca al più presto a creare ad Ariccia un vero e proprio cantiere produttivo».

Rassegna Teatrale Fantastiche Visioni
a cura di Giacomo Zito
Belvedere di Piazza Mazzini
piazza Mazzini, Ariccia
fino a venerdì 5 agosto, ore 21.00
ingresso libero

Il cartellone:

venerdì 24 giugno
Fratelli d’Italia
di Augusto e Toni Fornari
con Augusto Fornari, Toni Fornari

venerdì 1 luglio
L’Amor Comanda
regia Michele Modesto Casarin
con Compagnia Pantakin

venerdì 8 luglio
George Dandin. Il Marito Scornato
di Molière
regia Alberto Gagnarli
con Maurizio Micheli, Benedicta Boccoli

venerdì 15 luglio
Lu Santu Jullare Françesco
di Dario Fo
con Mario Pirovano

sabato 23 luglio
Caravaggio. Nero D’Avorio
regia Gabriele Marchesini
con Alessio Boni

venerdì 29 luglio
Zio Birillo. Storie di Acide Amenità
di Alessandro Benvenuti
con Alessandro Benvenuti

venerdì 5 agosto
Serata del Disonore
di Paolo Rossi
con Paolo Rossi