Una serata diversa a Teatro

Cosa vuol dire teatro? Cosa significa sedersi in una platea adibita alla messinscena di melodrammi? Cosa si aspetta il pubblico? Ebbene, con questo binomio Rapsodia satanica/Gianni Schicchi, l’appuntamento del Teatro Carlo Felice ha avuto esiti inaspettati.

Una serata diversa quella a cui hanno preso parte gli affezionati spettatori genovesi: cinema e teatro. Il pubblico, accomodatosi sulle morbide poltrone di velluto rosso, questa volta ha assistito a qualcosa di diverso: direttamente restaurato dalla cineteca di Bologna, è stato proiettato Rapsodia Satanica, film muto del 1917 diretto da Nino Oxilia con colonna sonora firmata da Pietro Mascagni, interpretata dall’orchestra del teatro. Poco da dire: nato tra le influenze dell’estetismo dannunziano e i caratteri dello stile liberty, basato su una trama mefistofelica molto tradizionale, si tratta di uno dei primi esempi di cinema italiano. L’anziana dama Alba d’Oltrevita stipula un patto con Mefisto per riacquistare la giovinezza in cambio della quale le è fatto divieto di innamorarsi. Alba è corteggiata da due giovani fratelli, Tristano e Sergio, ma quest’ultimo minaccia di uccidersi se lei non lo amerà. Tristano si invaghisce della donna e Sergio si uccide. Isolatasi per il senso di colpa, Alba pensa e ripensa all’uomo che le aveva giurato amore eterno e si innamora di quell’anima oramai scomparsa. A questo punto però Mefisto torna per riprendersi la giovinezza che aveva concesso e restituisce la vecchiaia ad Alba che non ha rispettato il patto. Nulla di questo colpisce i più se non la capacità interpretativa dell’orchestra nel presentare il genio di Mascagni.

A risvegliarci da questo limbo espressivo accorre un contemporaneo di Mascagni, Giacomo Puccini. Dopo l’intervallo a conclusione del film, si rientra in sala e già si respira l’aria che si vuol sentire varcando le porte di un teatro: scenografia pronta, va in scena Gianni Schicchi.
Terza opera parte del Trittico pucciniano, Gianni Schicchi risolleva immediatamente l’attenzione dei presenti. Regia tradizionale quella del grande Rolando Panerai, già noto ai più per molte precise messinscene, che porta il pubblico nella Firenze del 1299 nella quale Buoso Donati ha pensato di far testamento e di non lasciare nulla ai parenti. Giunge in soccorso l’Azzeccagarbugli del titolo, interpretato da un perfetto Federico Longhi (Baritono) che non solo si contraddistingue vocalmente ma colpisce anche per interpretazione (basti pensare all’uso dell’accento toscano ove necessario). Fanno seguito tutti i membri della famiglia diseredata, i quali si contraddistinguono specialmente grazie alle voci di Sonia Ganassi (Mezzosoprano) e Luigi Roni (Basso). Nel complesso una messinscena eccellente che ha sortito l’effetto di riscatto voluto. Non sono mancati gli applausi per Serena Gamberoni, che nella parte di Lauretta ha soddisfatto tutti con la nota aria O mio babbino caro, come anche la parte del suo innamorato Rinuccio nell’aria Firenze è come un albero fiorito.

Grandi e meritati applausi vanno al Maestro Direttore, il quale con estrema facilità ha interpretato nella stessa serata due diversi, seppur contemporanei, Veristi, e per questa prova di comicità che ha sicuramente ribaltato le iniziali impressioni cinematografiche.

«E venga Giotto dal Mugel selvoso, e il Medici mercante coraggioso! Basta con gli odi gretti e coi ripicchi! Viva la gente nuova e Gianni Schicchi!»
Gianni Schicchi, Atto I

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Carlo Felice

passo Eugenio Montale 4, Genova
venerdì 12, sabato 13, aprile14 ore 20
sabato 13 e domenica 14 aprile ore 15.30

Rapsodia Satanica
Musiche di Pietro Mascagni
Edizioni Curci srl
revisione critica di Marcello Panni
Proiezione del film muto del 1917 di Nino Oxilia, restaurato dalla Cineteca di Bologna
Direttore d’Orchestra, Valerio Galli

Gianni Schicchi
Opera in un atto di Giacomo Puccini
su libretto di Giovacchino Forzano
Regia di Rolando Panerai
Assistente alla regia, Vivien A. Hewitt
Con
Federico Longhi, Gianni Schicchi
Serena Gamberoni, Lauretta
Sonia Ganassi, Zita
Matteo Desole, Rinuccio
Aldo Orsolini, Gherardo
Francesca Benitez, Nella
Vittorio Farinella, Gherardino
Enrico Marabelli, Betto di Signa
Luigi Roni, Simone
Marco Camastra, Marco
Elena Belfiore, La Ciesca
Matteo Peirone, Maestro Spinelloccio
Matteo Peirone, Ser Amantio di Nicolao
Davide Mura, Pinellino
Giuseppe Panaro, Guccio
Scene, Enrico Musenich
Costumi, Vivien A. Hewitt
Luci, Luciano Novelli
riprese da Angelo Pittaluga
Direttore d’Orchestra, Valerio Galli
Orchestra del Teatro Carlo Felice
Allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice

durata circa 120 min con intervallo