Omnia vincit amor… o quasi

Dall’1 al 3 luglio, Stefano Accorsi si è trasformato in Cavalier Narrante e ha portato Giocando con Orlando Assolo nello splendido cortile del Museo Nazionale del Bargello di Firenze.

Il cortile è buio, il palco discreto e armoniosamente inserito nello splendore del Bargello. Stefano Accorsi è solo sulla scena e con fare sicuro, e mai pretenzioso, si appresta a dare voce a una delle più celebri e belle storie di Amore e Guerra di tutti i tempi.

La guerra tra cristiani e musulmani imperversa. Migliaia sono i morti, tutti infedeli agli occhi dell’altro, tutti colpevoli della stessa colpa: pregare il Dio sbagliato.

Ma non c’è scudo o corazza che possa difendere dai colpi dell’unica forza capace di far vacillare gli animi dei più valorosi condottieri del mondo, l’Amore. Incarnato dalla bella Angelica e dalla valorosa Bradamante, questo sentimento, probabilmente il più raccontato, declamato, recitato e cantato fin dalla notte dei tempi, si prepara a tormentare e accendere gli animi dei nostri personaggi. Orlando fugge alla ricerca di Angelica, la quale, insidiata da ogni uomo che incontra sulla sua strada, cede infine alle lusinghe del musulmano Medoro. Quando Orlando li scopre, perde la testa. Impazzisce e, colto da furia incontrollabile, distrugge tutto ciò che osa mettersi tra lui e il mondo: sradica alberi, mozza teste, stacca gambe e braccia, e mai più si fermerebbe se solo Astolfo non si fosse prodigato per recuperare il senno dell’eroe sulla luna.

Altri mille personaggi vengono menzionati e canzonati, altre mille vicende solo accennate, ma il tempo è poco, la trama dell’Ariosto immensa, lo spettacolo si chiude con l’esortazione alla lettura del testo integrale.

La lettura, ideata da Marco Baliani e realizzata da Stefano Accorsi, è stata studiata appositamente per il cortile del Museo Nazionale del Bargello di Firenze ed è il secondo riadattamento (il primo è stato Giocando con l’Orlando) del Furioso Orlando, spettacolo teatrale diretto dallo stesso Baliani.

Il drammaturgo piemontese ha ideato nuove ed efficaci ottave da alternare a quelle originali dell’Ariosto; non mancano i riferimenti alla contemporaneità italiana, le riflessioni sulla società moderna e qualche fugace omaggio alla città di Firenze e a Dante Alighieri. Il risultato è un’opera moderna, a tratti divertente e facilmente comprensibile che però non tralascia di sottolineare il fascino cinquecentesco del poema cavalleresco.

Accorsi gestisce molto bene il testo ed è sempre a suo agio sul palco. Egli impersona credibilmente e appassionatamente tutti i personaggi e dà voce all’Amore in tutte le sue forme, «disperato, delicato, perso, doloroso, vincente, sacrificale, gioioso e di certo anche furioso». Apprezzabile è inoltre la ricerca di una fisicità che bene potesse adattarsi e allo stesso opporsi alla staticità che solitamente viene richiesta dalla lettura.

Accorsi parla di «approccio giullaresco» e afferma che lui e il regista hanno deciso di «giocare con il testo e con le convenzioni del teatro», al fine di «rendere il pubblico più partecipe del meccanismo scenico».

Fine decisamente raggiunto, grazie al quale gli spettatori hanno potuto godere di uno spettacolo allegro e coinvolgente, di una serata in compagnia di un poeta immortale il cui ricordo ha riempito la calda estate fiorentina di un profumo antico…ma nemmeno poi tanto.

Lo spettacolo è andato in scena
Cortile del Museo Nazionale del Bargello

via del Proconsolo 4, Firenze
da mercoledì 1 a venerdì 3 luglio, ore 21:15

Giocando con l’Orlando Assolo
Tracce, memorie, letture da Orlando Furioso
di Ludovico Ariosto secondo Marco Baliani
con Stefano Accorsi