Per sempre felici e contenti

L’ultima performance di Stefano Ricci e Gianni Forte: vietata la visione al pubblico adulto che ancora crede nelle favole.

Un sasso lanciato contro un vetro. Schegge acuminate e taglienti proiettate ovunque.

Assistere a uno spettacolo di Ricci/Forte genera lo stesso violento stupore. Come superficie in mille pezzi, il linguaggio si deframmenta e rovescia a terra segmenti sparsi, significati nuovi e inattesi.

Grimmless rappresenta senza scrupoli il fallimento della comunicazione. La parola si sradica dalle sequenze consuete: le frasi si agganciano una all’altra senza soluzione di continuità, alludendo a un testo originario lineare e sensato poi smontato e ricomposto in un tetris capriccioso e compiaciuto.
Inutile rispettare un regolamento linguistico ormai obsoleto: il suo fine ultimo – parlarsi e comprendersi – è smarrito, irraggiungibile. Ma questa prospettiva dolorosa e disincantata si trasforma – nel progetto di Ricci/Forte – in un gioco drammaturgico ironico e divertito. Non c’è deformità sociale che non sia felicemente eletta a bersaglio della loro mira eccentrica. Facebook-mania, voyerismo morboso puntato ai fatti di cronaca nera, meccaniche discriminatorie del gruppo contro il singolo: un affresco caleidoscopico e comprensibilissimo, che il pubblico accoglie generosamente, consapevole di farne parte ma legittimato dalla posizione in platea a sentirsene estraneo, almeno in quel momento.

Le parole – sole, scompagnate, disperate e mute – abbandonano per lunghi tratti la scena, rimpiazzate da gestualità schizofreniche e irruente che ne superano di gran lunga la loquacità. Sono i momenti più pregevoli dello spettacolo, graziati da una potenza evocativa che sazia lo sguardo e il pensiero.

È un succedersi frenetico di fotogrammi, che squarciano l’aria come grida disperate e poi si ricompongono per sparire, un attimo dopo. Non c’è pace sul palco, mai un silenzio che non sia messo a tacere dalle musiche e dalle folli coreografie che gli attori – fieramente compresi nella parte – eseguono con magistrale controllo.
Grimmless, l’anti-favola che a stento ammette un finale – figuriamoci se lieto – celebra le esequie della speranza e del sogno. Da ora il mondo non ammetterà fantasie che non siano perversioni, allucinazioni isteriche di cui ridere sadicamente – sembra annunciare. Eppure l’animo dello spettatore insorge, non acconsente a riconoscere che tutto questo sia possibile, o che lo diventi: si riscuote d’improvviso dal sonno di bella addormentata e rivendica rabbiosamente il diritto a un barlume di felicità.

La provocazione di Ricci/Forte ottiene dunque il suo esito catartico e rigenerante. La cosa più simile a un happy ending a cui si possa ambire.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro India
Lungotevere dei Papareschi, 1 – Roma
fino a sabato 2 aprile, ore 22.30
(durata 1 ora e mezza circa senza intervallo)

Cinema Teatro Lux
P.zza S. Caterina, 6 – Pisa (PI)
11-12 Novembre, ore 21.30

Lo spettacolo torna in scena:
Teatro del Presente

Nuovo Studio Foce, Via Foce 1 – Lugano
8 dicembre 2011, ore 20.30

Grimmless
di Ricci/Forte
regia Stefano Ricci
con Anna Gualdo, Valentina Beotti, Andrea Pizzalis, Giuseppe Sartori, Anna Terio
movimenti Marco Angelilli
stylist Simone Valsecchi
assistente regia Elisa Menchicchi