«Ostie rosse»

Il teatro Cometa off, piccolo scrigno nel cuore del quartiere Testaccio, apre i battenti alle ruvide incursioni “politicattoliche”, quasi “rosse”,di Giovanni Scifoni, nello spettacolo Guai a voi ricchi. Papà era cattocomunista, (scritto e interpretato da Scifoni e già vincitore del premio I teatri del sacro 2011).

Questa breve performance che ha il sapore di un’indagine onesta e appassionata, individuale e collettiva, vuole essere un momento di riflessione ironica e lirica insieme sul senso della religione, del peccato, sui martiri cristiani, o comunisti in transito, con il saio addosso.

Le luci in sala sono ancora accese. Giovanni Scifoni è già sul palco e invita colloquialmente gli spettatori ritardatari a prendere posto. Un nastro registrato diffonde in teatro le voci sovrapposte di giovani studenti romani, che spiegano in modo ingenuo e spontaneo le personali opinioni su comunismo e cattolicesimo, su Dio e sui preti. Scifoni sorride e annuisce. A un tratto, il nastro si interrompe e l’attore prende il sopravvento, avvertendo il pubblico che nella sua performance ci sarà di tutto, fuorché un filo narrativo unitario. Un sacco pieno di oggetti e polvere viene rovesciato sul palco: bambole, foto, borracce, ostie e armamentario da messa, un registratore e un gioco da tavolo, “Lotta di classe”. Quel gioco, racconta Scifoni, era un trastullo d’infanzia regalatogli dal padre: lui bambino lo giocava come un Monopoli comunista. La ricchezza genera senso di colpa. La ricchezza è corruzione: lo diceva Gesù. Lo dicevano i comunisti. Ma cosa veramente rimane di un ideale, a parte il senso di colpa generato dal sentirsi un privilegiato? Come, e quante volte nella storia dell’uomo, cristiani e comunisti si sono scambiati di posto e d’abito? Martiri cattolici, dimenticati dalla Chiesa distratta, barricaderi rossi, morti per un ideale puro. Cosa è la fede? Cosa potrà salvarci?
Lo spettacolo, tra conati di dubbi secolari e frammenti di ricordi, rende difficile il compito di tracciare un quadro drammaturgico. Il grande merito di Giovanni Scifoni risiede nell’aver affrontato il tema della fede, della collocazione storica e filosofica del comunismo e del cattolicesimo e dei retaggi sottesi alle due “grandi dottrine”, esponendo se stesso al ludibrio dei luoghi comuni, raccontando la storia della sua infanzia, venata di valori “cattocomunisti”, utili all’attore per interrogarsi profondamente sulle menzogne storiche, sul senso della libertà intellettuale. Cosa dunque il popolo dovrà attendere in un futuro lontano e vicino: il Messia o la dittatura del proletariato? Scifoni non risponde anzi, instilla dubbi su dubbi. Ed è questo che maggiormente inquieta e colpisce. Bellissimo.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Cometa off
via Luca Della Robbia, 47- Roma
mercoledì 15 febbraio, ore 20.45

Guai a voi ricchi. Papà era cattocomunista
di Giovanni Scifoni
con Giovanni Scifoni