Recitare Hamlet a Teheran

piccolo-teatro-milanoAl Piccolo Teatro Studio Melato di Milano il capolavoro shakespeariano riscritto dal Quantum Theatre Group di Teheran. Quando il teatro è politico e necessario.

Recitare Hamlet a Teheran: il Principe di Danimarca parla in farsi, ma veste come un attore della Schaubühne di Berlino e fischietta un motivo di Kill Bill. Il libero adattamento di Shahram Ahmadzadeh è uno straordinario esempio di mediazione culturale, in bilico tra Occidente ed Oriente. In questa riscrittura con coraggio si dice Danimarca ma si legge Iran e se pochi versi di Shakespeare sopravvivono, resta vitalissima la sensazione del marcio.
Il regista Arash Dadgar per spiegare la sua idea di teatro ricorre a immagini tratte dal mondo della fisica (Quantum è anche il nome del gruppo): cambiamenti di stato, collisioni di atomi ed elettroni, un sistema instabile in cui domina il caos. Eppure il suo spettacolo ha la precisione di un perfetto meccanismo a orologeria.
Dagdar inverte matematicamente l’ordine dei fattori e comincia dalla fine, cioè dal personaggio del Becchino (Mehran Emambakhsh) per porre tutta la tragedia sotto l’egida della morte.
Sin dall’inizio colpisce l’azzeramento delle differenze generazionali (Amleto non è più vecchio né del fantasma del padre, né dello zio), la forte contrapposizione tra Ofelia (l’intensa Sanaz Najafi, ossessionata dall’idea di sentirsi brutta) e Gertrude, la madre di Amleto, (Shabnam Farshadjoo), che si presenta come una star hollywoodiana. In questa Danimarca contemporanea Polonio diventa una sorta di ministro della cultura impegnato a censurare anche le letture della figlia (le impedisce di leggere Cent’anni di solitudine di Marquez). Rose e Guild, come vengono ribattezzati i due compagni di studi del Principe, sono due killer che ritornano in Danimarca dopo aver attraversato un po’ tutta l’Europa, e hanno l’aspetto di due grottesche macchiette: uno soffre di dolorose coliche renali.
Amleto (Amin Tabatabai), va sans dire, è un tormentato intellettuale che scrive la sua tragedia, si presenta con aria dimessa, non ha nulla di eroico con i suoi bermuda (rigorosamente neri), ma discetta sul ruolo della parola come uno psicanalista lacaniano. E se il Principe è uno scrittore, Orazio diventa un attore e paradossalmente viene cancellato dal cast.
Lo spettacolo nello spettacolo è un film, che gli attori guardano rivolti verso il pubblico. Inutilmente si cerca di cogliere una reazione di terrore nel volto del re Claudio (il bravissimo e carismatico Hesam Manzour): l’usurpatore non fa una piega, lasciando Amleto nelle ambasce. Il destino dei personaggi confluisce secondo copione nella propria morte come se fosse una semplice uscita di scena, senza spettacolari duelli.
In una funzionale scenografia a due livelli, composta da quattro porte (che permettono di giocare sul tema della soglia), non manca nulla dell’armamentario del teatro di ricerca: quotidiani, un bel water su ruote, un Olivetti lettera 22 e un letto gonfiabile al posto del trono. E se ritroviamo un certo gusto tedesco nella messa in scena e a tratti ci sembra di riconoscere qualche suggestione del teatro di Nekrosius, lo spettacolo ha una sua cifra originale proprio perché si avvale di un’ottima compagnia in cui gli attori sanno coniugare con gran naturalezza improvvisazione e stilizzazione.
Arash Dagdar costruisce così uno spettacolo vivace, mai noioso, che riesce a ricreare il perfetto equilibrio di tragico e comico, grottesco e sublime del teatro elisabettiano.
E dal momento che Teheran oggi parole come morte o censura hanno ben altra forza che in Europa, questo Hamlet non è un esercizio di stile, ma teatro politico e necessario.

Lo spettacolo continua
Piccolo Teatro Studio Melato

Via Rivoli, 6 (MM Lanza)
fino al 4 ottobre 2014

Hamlet
libero adattamento di Shahram Ahmadzadeh
dall’immortale “Amleto” di William Shakespeare
regia e scene Arash Dadgar
manager e produttore internazionale Camelia Ghazali
con (in ordine di apparizione) Mehran Emambakhsh, Hesam Manzour, Behrouz Kazemi, Ammar Ashoori, Mohammadreza Aliakbari, Amin Tabatabai, Shabnam Farshadjoo, Khosrow Shahraz, Sanaz Najafi, Amir Rajabi, Mehrab Rostami
costumi Elham Sha’bani
trucco Sara Eskandari
compositore Ashkan Faramarzi
musiche selezionate e pubblicate da Delara Moghadasian
produzione Quantum Theatre Group Teheran
Spettacolo in lingua farsi con sovratitoli in italiano