Repetita non semper iuvant

Debutto nazionale per Happy Hour al Fabbrichino di Prato, che ripropone la coppia ormai rodata Ceresoli/Gallerano.

Tra i primi ad applaudire La merda al Teatro i di Milano, anni fa, e a tornare ad applaudirlo, recentemente, al Rifredi di Firenze. Oggi ci troviamo, purtroppo, a non poter fare lo stesso per il nuovo spettacolo scritto da Cristian Ceresoli.
In effetti, il personaggio interpretato da Silvia Gallerano è essenzialmente lo stesso, tranne forse per l’età, e i suoi sogni, tic, aspirazioni e incubi (le cosce, in particolare, così come la notorietà televisiva) anche. Persino alcune sfumature nella voce, parecchi argomenti, la sequenza di climax/anticlimax e il crescendo finale rimandano continuamente e inevitabilmente a La merda.
Qui, però, il monologo si sfrangia in un dialogo dove il maschio della situazione non può che aspirare (in una società di calciatori e vallette, che però sembra un quadro ormai datato) al ruolo del bomber. Ed entrambi, in scena, devono sdoppiarsi a loro volta nei ruoli del padre e della madre (per par condicio invertiti).
In aggiunta al ritratto di questa pochezza umana e sociale, che già potrebbe essere materiale sufficiente per un romanzo, ci troviamo di fronte a una specie di Medioevo futuro dove dei postnazisti transgender e ghepardati controllano la devianza dalla società edonistica e perennemente giovane imperante. Il richiamo ai campi di concentramento o a certi stadi dell’America Latina appare persino troppo, quasi pretestuoso.
E troppa carne al fuoco, rischia di finire bruciata. L’assoluta mancanza – anche se voluta – di scene, costumi, rumoristica e di un valido disegno luci e suoni, può forse favorire il prodotto per il prossimo Fringe, ma non aggiunge alcun spessore teatrale a una performance che sa di già visto.

Lo spettacolo continua:
Fabbricone (Sala 2 – Fabbrichino)
via Ferdinando Targetti, 10/8 – Prato
fino a domenica 4 novembre
orari: feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30

Happy Hour
di Cristian Ceresoli
regia Simon Boberg
con Silvia Gallerano e Stefano Cenci
sonorizzazioni Stefano Piro
la canzone Caracal è della dj Blue Cat
produzione Frida Kahlo Productions (Milano, Londra), Teatro Metastasio (Prato), Teater Grob (Copenhagen)
con Richard Jordan Productions (Londra), Il Funaro (Pistoia)
distribuzione World Entertainment Company

Foto di Marco Pavanelli