Anche i migliori sbagliano

All’interno del RomaEuropa va in scena, al Teatro Vascello, l’ultima fatica dei Santasangre, sperimentatori instancabili.

Il collettivo romano Santasangre ormai, da molti anni, è parte integrante del Festival RomaEuropa; questo perché ne esprime appieno le prerogative e lo spirito, essendosi affermato nell’ultimo decennio come il progetto più significativo nell’ambito delle contaminazioni tra arte teatrale e modalità espressive multimediali. Fin dal 2001 infatti, il gruppo romano fondato da Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano e Pasquale Tricoci ha sviluppato un’idea di arte ibrida, dove diversi linguaggi si intersecano o entrano in tensione generando nuovi immaginari visivi ed estetici capaci di smarcarsi dalle ovvietà del passato. Lo stile dei Santasangre correva il rischio, negli ultimi tempi, di cristallizzarsi anch’esso: sonorità sincopate a bassissima frequenza, luci a intermittenza e corpi danzanti alieni nella più tenace logica postmoderna. Per un collettivo del genere, che ha fatto della sperimentazione il proprio fulcro teorico e stilistico, la tentazione di battere sempre la stessa strada perché anche dopo 10 anni è ritenuta originale (soprattutto dai più ingenui), è qualcosa di forte e difficile da esorcizzare. Per tutto questo, per l’edizione di quest’anno del RomaEuropa i Santasangre hanno deciso con coraggio di virare in maniera decisa in nuovi ambiti, in una nuova dimensione sicuramente più intimista e introspettiva. Alla potenza e all’energia del passato, i Santasangre preferiscono questa volta il racconto simbolico fatto di gesti lenti, e operano questo mutamento di orizzonte a partire da un gigante della musica e della cultura del Novecento. Lo spettacolo si intitola infatti Harawi, in scena al Teatro Vascello fino a sabato, perché trattasi di uno spettacolo/concerto con le musiche di Olivier Messiaen. Compositore francese di assoluta importanza, uno dei padri fondatori della scena contemporanea e uno di coloro che recepirono al meglio la lezione della Scuola di Vienna per spingerla oltre, Messiaen si è interessato anche alla musica esotica ma soprattutto ha tenuto fermi due principi nel corso della sua produzione, ovvero il tema del sacro, e il tema del tempo. Evidentemente connessi a questi due fuochi, Messiaen si è concentrato anche sull’amore e sulla morte, e per chi conosce i Santasangre balza agli occhi come si tratti di principi e nozioni essenziali anche nella loro opera. L’incontro tra musicista e il gruppo contemporaneo, apparentemente stravagante, si rivela un connubio felice: il soprano Matelda Viola e il pianista Lucio Perotti eseguono l’articolatissima e complicata partitura dei brani (il trittico Harawi, Turangalîla Symphonie e Cinq rechants) con grande professionalità, ricostruendo la vicenda dell’amore nel suo complesso, messa in scena da due attori di terza età. L’amore profano, l’amore mitico, Tristano e Isotta, la sessualità e l’incomunicabilità; ma anche il viaggio, la partenza ed il ritorno. Il tutto raccontato in maniera obliqua attraverso la forza dei corpi in scena e la proiezione di video che costruiscono sul set tagli di luce, onde dalla chiara ascendenza wagneriana. Merito ai Santasangre di aver osato cambiare strada, ma risulta evidente come tale svolta possa rischiare di degenerare in confusione se le idee non sono ancora ben definite: troppi simbolismi, forse troppe pretese, che riducono quello che sarebbe potuto essere uno splendido spettacolo in una grande quantità di intuizioni astratte che restano sterili nella loro sconclusionata sovrapposizione. Anche quando si utilizzano il digitale e l’elettronica, bisognerebbe comprendere che spesso, in arte, è meglio togliere che aggiungere.

santasangre

Lo spettacolo continua all’interno di Romaeuropa Festival 2013:
Teatro Vascello
via Giacinto Carini,78 – Roma
fino a sabato 23 novembre, ore 21.00

Santasangre presenta
Harawi
testo e musica Olivier Messiaen
soprano Matelda Viola
pianoforte Lucio Perotti
ideazione Diana Arbib, Luca Brinchi, Dario Salvagnini, Roberta Zanardo
con Maria Teresa Bax, Marcello Sambati, Antonello Compagnoni, Monica Galli
produzione Sagra Musicale Malatestiana, Santasangre
con il contributo della Regione Lazio
con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Snob production/MIT