Corpo e media nella spirale dialettica

L’edizione 2019 del Festival Short Theatre è giunta al termine dopo giornate intense di spettacoli e proposte culturali, che hanno animato in maniera poliedrica e stimolante gli ambienti della Pelanda del MACRO Testaccio di Roma.

Tra le prerogative specifiche dello Short Theatre, che ne hanno fatto uno degli appuntamenti più significativi ed attesi dell’offerta settembrina della capitale, oltre alla soluzione delle proposte performative contenute all’interno di una durata “short”, c’è sicuramente l’altissimo livello di sperimentazione espressiva: gli spettacoli, come tante schegge impazzite che invadono ogni anno l’architettura post-industrial della Pelanda, contribuiscono di anno in anno a fare il punto sulla ricerca che il teatro, le arti performative, la danza nonché le arti digitali hanno intrapreso nella contemporaneità. Non è un caso che la serata conclusiva del Festival sia stata caratterizzata da due spettacoli per i quali l’intermedialità e lo sconfinamento dei linguaggi sono stati gli elementi essenziali.

Il duo di performer e artisti Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, attivi sulla scena dal 2008, da diversi anni si concentrano proprio sul rapporto tra l’espressività corporale della danza e la logica massmediale. Nell’opera del duo, l’interazione tra corpo e media, sfruttata in termini creativi ed estetici, si fonda però su una dimensione concettuale e teorica dal forte connotato politico: il dispositivo espressivo è in grado di denunciare le storture della cultura massmediale mettendola a nudo, evidenziandone la degenerazione violenta. È esattamente quello che capita assistendo ad Harleking, opera di circa 20 minuti che vede i corpi dei due performer soli su un set spoglio; corpi meccanizzati quasi, de-psicologizzati, che sono in realtà manifestazione delirante della dialettica atroce del divertissment. Il titolo allude infatti all’archetipo dell’arte di intrattenimento, l’Arlecchino principe della commedia dell’arte: la forza dei corpi dei due giovani artisti interagisce con un coordinatissimo tappeto sonoro, che alterna suoni inquietanti a bassa frequenza a risatine demoniache altrettanto inquietanti. Il riso rivela così il suo sostrato diabolico: è rilassamento ma anche prevaricazione, è divertimento ma soprattutto violenza, è goliardia ma anche male sociale, odio, fascismo. Solo la proiezione di un rombo di luce, allusione chiara al costume della maschera Arlecchino, dà un minimo di dinamicità alla scena, ma sono i due corpi a interpretare la spirale dialettica vorticosa di vita e morte, di gioia e dolore, di offuscamento della ragione e dominio della brutalità.

Se Harleking fa leva sulla ricerca nell’ambito della danza, in Chroma Keys del collettivo Motus la performance fa riferimento a uno dei caratteri tipici della sperimentazione videoartistica fin dagli anni 60 e ancor più decisiva nei decenni successivi: come attesta il titolo, si tratta della tecnica del Chroma key o Green screen, adottato spesso anche nel cinema commerciale per gli effetti speciali. Artisti come Peter Campus e Nam June Paik hanno adottato questa tecnica facendo esordire nel settore videoartistico quella forma inedita di montaggio definita “intarsio”; Motus recupera tale sperimentazione ma la mette al servizio della performance teatrale, decidendo di flirtare proprio col cinema commerciale più che con l’avanguardia videoartistica. Il senso della performance di Silvia Calderoni, infatti, con toni decisamente ilari e giocosi, è quello dell’immersione nell’immaginario del cinema (tanto quello d’autore quanto quello mainstream): videoarte e teatro sperimentale invadono con rispetto e in maniera infantile (nel senso più buono possibile) la settima arte, raddoppiando e rilanciando il suo senso, e in questa maniera incrinano il simulacro della fruizione feticistica del cinema, interrompendola ed evidenziandone il funzionamento portandolo a coscienza.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno di Short Theatre Festival:
La Pelanda. Centro di produzione culturale
Piazza Orazio Giustiniani, 4 – Roma
sabato 14 settembre, ore 21.30, 22.30

Harleking
di e con Ginevra Panzetti, Enrico Ticconi
suono Demetrio Castellucci
luci Annegret Schalke
costume Ginevra Panzetti, Enrico Ticconi
direzione tecnica Paolo Tizianel
promozione Marco Villari
illustrazione e grafica Ginevra Panzetti

Motus presenta
Chroma Keys
di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò e Silvia Calderoni
con Silvia Calderoni
video design Paride Donatelli e Simona Gallo
direzione tecnica Simona Gallo
produzione Elisa Bartolucci