Girls will be girls

Al Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo prosegue la ricerca di un teatro di qualità che sappia «scuotere il reale», incanalandolo lungo linee di evoluzione «aparallele» in grado di generare mondi a partire dal dialogo – proprio come fanno le attrici di Amir Reza Koohestani.

Piccole feritoie di luce tagliano il palco, immergendo fin da subito il folto pubblico in un’atmosfera opprimente e scomoda. Le attrici, entrando dalla platea, prendono posto proprio all’interno di quel riflettore e intavolano una conversazione in odore di interrogatorio con un’area degli spalti dell’ITSE Molari. Quando una delle panche viene illuminata, ecco “svelato” il mistero dell’interlocutrice che non fa domande, ma riceve solo risposte. Ha così inizio il gioco di sguardi e contro sguardi di Hearing, ultima fatica del Mehr Theatre Group, scritto e diretto dal regista iraniano Koohestani.

Proseguendo sulle orme di una téchne già messa a punto nel precedente Timeloss, il gruppo di donne persiane (in Italia per presentare lo stesso spettacolo al Festival delle Colline Torinesi) inscena un dramma solo a prima vista banale, dando riprova di un Iran teatrale vivo e pulsante. Il momento di rottura arriva subito: la voce di un uomo all’interno di un dormitorio femminile di Teheran scatena tutta una serie di reazioni sociali e psicologiche che segneranno per sempre le vite delle allora giovani Samaneh e Neda. Dovendosi raffrontare con il Potere (nella sua veste di “responsabile di dormitorio”), le due ragazze capiscono che i loro gesti, per quanto microscopici, si amplificheranno a dismisura attraverso il megafono del giudizio altrui.

Passando quindi con estrema semplicità narrativa dalla sfera privata a quella pubblica, Hearing vuole essere in primo luogo una denuncia a quella «società di controllo» dilagante che fa apparire la verità come un «qualcosa di imposto e imperscrutabile». A poco o a niente servono le risposte delle giovani: in una situazione di disequilibrio tra le parti, sarà sempre l’uomo ad averla vinta. La donna, perennemente esposta (nella società persiana ma non solo) allo sguardo critico e pubblico delle altre persone, vedrà sempre violata la propria privacy, ed è sullo spessore del muro che separa queste due realtà che Koohestani gioca la sua partita.

Grazie a un ribaltamento continuo dei punti di vista (e delle responsabilità), ci si ritrova ad essere vittime e carnefici nello stesso momento, diventando parte attiva di quella «minaccia invisibile» che dà il la per «costruire una narrazione in cui le donne, al centro della storia, tentano di sovvertire condizioni sociali gravose fallendo perché afflitte da un sistema che le opprime». Siamo noi, allora, che diamo vigore alle catene dalle quali vorremmo tanto liberarci, ma a cui siamo legati indissolubilmente: è la nostra flebile voce che si leva dal passato a giudicarci e a renderci schiavi della colpa.

Come già imparato durante la rassegna di teatro iraniano Cuori di Persia (presso Teatri di Vita), la drammaturgia persiana non ha alcuna paura di osare, anzi, e spesso e volentieri offre al pubblico italiano uno stile narrativo dal tratto ben marcato che riflette una serie di scelte registiche e attoriali forti e coraggiose, creando un teatro impavido e ben disposto a lasciarsi contaminare da discipline e tecnologie moderne. Mona Ahmadi, Ainaz Azarhoush, Elham Korda e Mahin Sadri, poi, ammaliano con un flusso di parole dalle sonorità liquide, trasportandoci in una spirale atemporale dove, a giochi fatti, non ci sono né vinti né vincitori – siamo tutti vittime.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno del Festival internazionale del teatro in piazza di Santarcangelo
ITSE Molari

via Orsini 19
venerdì 15 luglio
ore 20.30
sabato 16 luglio
ore 21

Hearing
testo e regia Amir Reza Koohestani
assistente alla regia Mohammad Reza Hosseinzadeh
con Mona Ahmadi, Ainaz Azarhoush, Elham Korda, Mahin Sadri
video Ali Shirkhodaei
musica Ankido Darash, Kasraa Paashaaie
suono Ankido Darash
progettazione luci Saba Kasmaei
scenografia Amir Reza Koohestani
assistente scenografo Golnaz Bashiri
costumi e oggetti scenici Negar Nemati
secondo assistente Mohammad Khaksari
direzione artistica Mohammad Reza Najafi
assistente ai costumi Negar Bagheri
produzione Mehr Theatre Group
co-produzione La Bâtie – Festival de Genève, Künstlerhaus Mousonturm Frankfurt am Main, BOZAR – Centre for Fine Arts Brussels
manager di produzione Mohammad Reza Hosseinzadeh, Pierre Reis
manager della compagnia e del tour Pierre Reis
Hearing è stato scritto durante una residenza presso l’Akademie Schloss Solitude (Ottobre 2014 – March 2015) a Stuttgart, Germania
lo spettacolo è presentato in Italia in collaborazione con il Festival delle Colline Torinesi