Musica sconfinata

Il concerto del collettivo Hespèrion XXI, guidato da Jordi Savall, dimostra come la musica sia capace di annullare non solo i confini geografici, ma anche quelli temporali.

Culturalmente e storicamente, da secoli, Istanbul è la porta tra Occidente e Oriente, luogo esemplare di scambio commerciale dove si incontrano i tre monoteismi abramitici; questo incontro ha dato vita nei corsi della storia a inedite sovrapposizioni e miscele artistiche che hanno coinvolto le varie modalità espressive, una tra tutte la musica. L’antica Bisanzio, capitale dell’Impero Ottomano, ha accolto le diversità multiculturali nel suo grembo comprendendo nel proprio caleidoscopio il cristianesimo nelle sue plurime sfaccettature, l’ebraismo e l’Islam: nel corso del XVIII secolo, infatti, la musica di Istanbul è l’espressione della magnificenza cosmopolita del Mediterraneo, dove soluzioni melodiche arabe inseguono le tradizioni orali armene e sefardite, amalgamandosi con la musica barocca occidentale e greca. Il documento più significativo di questa straripante esperienza storica è Il Libro della Scienza della Musica realizzato nella prima metà del Settecento da Dimitrie Cantemir, diplomatico e affermato compositore, che – attraverso questa opera di inestimabile valore – concede ai posteri e a noi contemporanei la più importante trascrizione della tradizione musicale ottomana del Seicento.

Sono infatti rari i documenti di scrittura musicale relativi alla tradizione orientale, per questo Jordi Savall, massimo esperto a livello internazionale di musica mediterranea, assieme al progetto Hespèrion XXI da lui diretto, parte dall’opera di Cantemir per condurre il pubblico in una navigazione fiabesca ed esotica; il concerto di martedì 17 aprile presso l’Aula Magna ha infatti ricostruito alcuni episodi più importanti ed eclettici del Libro della Scienza della Musica, tra le improvvisazioni strumentali  dei Taksim, canzoni, danze e lamenti.

La straordinaria esecuzione ha dimostrato la vicinanza con molti caratteri propri della musica medievale e rinascimentale nostrana, ma soprattutto come l’arte, e nello specifico la musica, non conosca disprezzo e odio ma sia sempre stata, fin dall’antichità, la dimensione capace di accogliere la diversità al proprio interno per sfruttarne il potenziale di contaminazione.

In giorni segnati dal conflitto armato in Medio Oriente, una lezione che non deve sfuggire a nessuno: gli strumenti sul palco attestano questa distanza/vicinanza, così come le origini dei membri collettivo, provenienti da Turchia, Bulgaria, Marocco, Grecia e Catalogna. Tutte terre di confine, dove il confine è il valore assoluto, spazio di suggestioni e di “traversamenti” che lo rendono lo spazio perfetto per l’arte.

Lo spettacolo è andato in scena:
Aula Magna Università Sapienza di Roma
P.le Aldo Moro, 5 – Roma
martedì 17 aprile, ore 20.30

Hespèrion XXI presenta
Istanbul
Jordi Savall viola d’arco, lira e direttore