Un teatro, nessun teatro, centomila teatri

Ho cavalcato in groppa ad una sedia è un’intima chiacchierata tra Baliani e il suo pubblico, alla ricerca di risposte, di domande e della forza del teatro.

Marco Baliani chiude la prima edizione del Festival delle Due Rocche, con il suo spettacolo-monologo Ho cavalcato in groppa ad una sedia. Baliani – uno tra i creatori del teatro di narrazione – usa le parole per raccontarsi, ma soprattutto per guidare le menti degli spettatori verso mondi nuovi.

Rifacendosi alla tradizione orale, il teatro di narrazione intrattiene con la semplice forza della parola e dei fatti quotidiani. Non esiste una scena, non ci sono atti né movimenti – se non quelli naturali del corpo di un uomo che sta discorrendo. Tutto è verità. Non una storia, neppure un filo logico, né un inizio e neppure una fine.

Parole semplici che sgorgano una dopo l’altra, seguendo quale fil rouge la comune chiacchierata. Una sorta di confessione intima tra l’attore e il suo pubblico: aprirsi, raccontarsi e mettere in condizione l’altro di ascoltare. Non a caso, la sedia – citata nel titolo – è l’unico elemento presente in scena, rimando metaforico al fatto che per fare un viaggio – sia vero sia immaginario – serve solo l’essenziale e l’essenziale non può stare in una valigia. Questo è il teatro di narrazione di Marco Baliani, che dimostra – ancora una volta – la forza racchiusa nella parola, quella forza che spesso non le  viene riconosciuta.

La paura di esprimersi, l’orgoglio, la fretta, l’individualismo sempre crescente, tutto questo porta ognuno di noi a non ascoltare – e a non cercare nemmeno di farci ascoltare o, peggio ancora, a non ascoltare nemmeno noi stessi. Ma l’esigenza di esprimersi è forte e il teatro di Baliani fa riflettere sul bisogno dell’uomo di condividere con gli altri. Sul bisogno urgente e necessario di narrare, di parlare di sé.

Una forma di teatro che non è propriamente drammaturgica, ma che – allo stesso tempo – è una performance diversa per ciascuno spettatore. Mentre Baliani racconta di miti, leggende, episodi quotidiani e riflessioni, capita di pensare a un passo de Il piccolo principe che recita: “I grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai qual è il tono della sua voce o quali sono i suoi giochi preferiti. Ma vi domandano: «Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?»” Allora soltanto, credono di conoscerlo.

Baliani porta a riflettere su questo: sull’utilizzo che facciamo delle nostre parole, su quanto sia importante per noi stessi e per gli altri esprimerci, ma nel modo giusto, ascoltando ciò che davvero conta e che ci rende unici. Il teatro diventa così uno strumento dove pochi hanno la fortuna di potersi esprimere, ma molti hanno la possibilità di ascoltare, pensare e tornare a casa con uno sguardo nuovo sulla propria e altrui realtà.

Lo spettacolo è andato in scena:
all’interno del Festival delle Due Rocche
domenica 11 settembre
Teatro San Carlo 
via Don Minzoni, 17 – Arona (NO)
Ho cavalcato in groppa ad una sedia
testo Marco Baliani
con Marco Baliani